Mala tempora
FONTE Facebook Roberto Baglioni 31-12-24
“Mala tempora currunt [2024] sed peiora parantur [2025]”
FONTE Facebook Roberto Baglioni 31-12-24
“Mala tempora currunt [2024] sed peiora parantur [2025]”
FONTE Facebook Marco Marchiani (Mavilla) 31-12-24
di Anna Maria Guideri
Anna Maria Guideri, 30-12-24
TITOLO REDAZIONALE
FONTE Facebook Cinzia Zanfini 29-12-24
Per anni non ho mai fatto troppo caso alle agende. In casa nostra le agende erano quelle che ci venivano date in omaggio dalla banca, quasi sempre giornaliere, con un formato da scrivania e con una seriosa copertina in similpelle marrone. Lavorando in libreria ho scoperto un mondo. Nella nostra libreria abbiamo un buon assortimento di agende: Moleskine, Letts, Quo vadis, Paperblanks, Agenda dei lettori Feltrinelli. Abbiamo agende giornaliere e settimanali con o senza spazio riassuntivo, agende del docente della Quo vadis e altro ancora. Insomma la scelta non manca. Dovrebbe essere una cosa semplice.
Invece…
– Vorrei un’agenda settimanale ma che si apra a fisarmonica. –
-Avete un’agenda giornaliera ma con in fondo un riepilogo settimanale? Anche il riassunto mensile? –
– Avete un’agenda settimanale ma con il riassunto giornaliero? –
– Questa mi piace ma le copertine sono soltanto in 35 colori assortiti?
– Non avete niente sul lillino? –
– Avete le agendine con la matita? –
– Vorrei l’agenda con la biro e non con la matita –
– Sì questa non è male ma la voglio con i numeri gialli o rossi o viola –
– Ce l’avete più grande? –
– Ce l’avete più piccola? –
– Avete ancora la 16 mesi? –
– Avete le agende da personalizzare? –
– Avete i bullet journal? –
E poi alle 9:00 del mattino del 29 dicembre, dopo lo tsunami natalizio, arriva il genio.
– Solo queste agende vi sono rimaste? –
Cari GC* non facciamoci illusioni, un’agenda non ci salverà dagli appuntamenti mancati e dal burnout.
Da rileggere: Giacomo Leopardi, Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, in Operette morali, ed. Feltrinelli.
👉🏻 https://encr.pw/VHyL0
*GC = Gentile Cliente
Cinzia Zanfini Nuovo #vitadalibraia
FONTE Facebook Sandra Vegni 29-12-24
Da ‘gli inesauribili racconti di Natale’ de IL Fornaio di Scandicci continua la serie:
Valter Dei, I RICORDI DI NATALE
Natale tempo di gioia ma anche di ricordi. Fino ai 17 anni ho vissuto in San Frediano in casa con i nonni materni. La nonna non aveva mai lavorato ma si era dedicata notte giorno ai figli prima e ai nipoti poi. Quelle anziane donne nate alla fine dell’800 con il senso della famiglia che veniva prima di ogni altra cosa. La cucina era anche la sala di ritrovo essendo le altre 3 stanze occupate da camere da letto dei nonni e dalle 3 figlie di cui 2 sposate con figli. Insomma una bella famigliola composta da 10 persone. Immaginiamo la tavola alla sera quando tutti rientravano per la cena. Io stavo in un angolo accanto al televisore allora in bianco e nero ed era già un lusso.
Il tavolo era in legno di quercia raddoppiabile con la ribalta ed era multiuso per pranzare, giocare a ping pong o giocare a tombola. Come era piena quella piccola grande cucina, credenza con vetrinetta color crema laccata, il tavolo con 8/10 sedie impagliate, la cappa con annesso fornello e bombola a gas accanto la cucina economica che faceva da forno e riscaldamento.
Quando arrivava Natale naturalmente la famiglia si ingrossava, il quarto figlio lo zio Vinicio con la moglie, il fidanzato della zia nubile che tutti insieme facevamo 13, meno male che non eravamo superstiziosi. Ma il ricordo più nitido che risale alla mia mente è come veniva imbandita la tavola. Gli immancabili crostini di fegatini e milza, i salumi e i formaggi, per primo le lasagne al forno che faceva sempre la nonna con il sugo di carne, la besciamella e tanto parmigiano grattato sopra. Gli arrosti con la carne che portava il babbo macellaro e le immancabili patatine arrosto alla “ghiotta” con tanto olio e ramerino.I dolci e la frutta secca a fine pranzo si sprecavano. Vero che di giorno normale i dessert era una cosa rara, ma per le feste si recuperava di brutto, c’era il panettone, non il pandoro ancora nella testa del Sig. Bauli, ma anche i ricciarelli alla mandorla, i cavallucci dal sapore di anice e come frutta mandarini, fichi secchi con le noci, mandorle e nocciole; infine lo spumante moscato, perché il Brut non ci piaceva e forse manco c’era.
Quegli odori, forse perché particolari e conosciuti nell’infanzia ti rimangono nella testa e ti fanno riaffiorare alla mente la felicità e la pace di quei giorni. Le vacanze scolastiche, gli affetti, il mangiare delle feste e i pochi giocattoli desiderati sono oggi una ricchezza che mi manca e che mi fa invidiare i sapori di quelle feste.
In attesa del nuovo anno guardiamo il presente analizziamo il passato e prima di progettare il futuro facciamo una severa autocritica
Una riflessione di Anna Maria Guideri su un tema di pressante attualità
Quanto più ci sforziamo di definire la destra e la sinistra, tanto più i caratteri distintivi di queste due categorie di pensiero ci sfuggono e sfumano in un tutto indifferenziato, in una miscellanea ibrida dove molto si confonde e si presta ad essere manipolato ed equivocato per dire tutto e il suo contrario. Questo, non perché esse non siano storicamente ben collocabili e riconoscibili, ma perché ai poteri dominanti fa molto comodo non riconoscerle ed usare, a tale scopo e nel modo più spregiudicato, il frullatore mediatico. Così, dall’apparire sulla scena politica della Lega di Bossi, scendendo giù per li rami, le classi meno abbienti votano a destra e una buona parte del ceto medio, a sinistra: tanto è il potere mediatico! Più che di egemonia culturale, oggi si può parlare di egemonia mediatica in mano a chi possiede i mezzi d’informazione e li usa per globalizzare la propria visione del mondo. Ne consegue che la perdita delle identità politiche e culturali che hanno segnato per secoli la storia dell’occidente, si traduce in una progressiva perdita delle identità del linguaggio che un tempo connotava le due diverse visioni politiche del mondo. Anzi, possiamo dire che l’identità lessicale rimasta attualmente in vigore è quella della destra e che non ha più molto senso chiedersi, come si chiedeva Giorgio Gaber in una nota canzone, cos’è la destra? Cos’è la sinistra?
Leggi tutto “LUOGHI COMUNI…non comunisti…”TITOLO REDAZIONALE
FONTE Facebook Sandra Vegni 26-12-24
Il giorno di Natale è passato ma di racconti de Il Fornaio di Scandicci ce ne sono rimasti ancora. E allora, cosa ne dite del ricordo di una bambina che persiste anche oggi che bambina non è più?
Maria Terzi, Il Torrone
Sul finale del giorno Ilario Poggesi, da Facebook, ci lancia un affettuoso saluto
Ora che la festa è finita, che non abbiamo fatto piangere i bambini negando l’esistenza di Babbo Natale, che ci siamo riuniti abbiamo fatto e ricevuto gli auguri e c’è scappata pure qualche mangiata e relativa bevuta … ora che siamo tranquilli e a mente fredda, diciamo pure quel che pensiamo di questa ricorrenza.
glb