Da un po’ di tempo a questa parte sembra, si dice, che “il bene” goda di un certo revival, di un periodo fortunato grazie soprattutto ad alcuni scrittori che, con le loro opere, si schierano – inspiegabilmente (?) – dalla parte giusta. Così almeno sostiene Walter Siti – premio Strega 2013 – che con una certa preoccupazione ci segnala questa pericolosa deriva culturale ai danni dell’originalità, dell’anticonformismo e dell’indipendenza intellettuale. Essi – Siti cita Michela Murgia, Roberto Saviano e Gianrico Carofiglio – con i loro scritti edificanti ed ammiccanti ad un moralismo di comodo, minacciano la libera espressione artistica che non può che essere “scorretta”, dissacrante, controcorrente. Insomma, si starebbe rischiando, se le cose vanno avanti così, una vera e propria “dittatura del bene” con tutte le conseguenze che questo può comportare. Siamo in democrazia perbacco e anche il male ha diritto di esistere, se non altro per par condicio! Un intellettuale doc deve battersi contro la melassa buonista, contro il rischio pandemico del bene, altrimenti che fine farà la letteratura se cedendo alla “banalità del bene” si schiererà dalla parte giusta? …
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Sull’impegno al disimpegno
Anna Maria Guideri