Nella giornata della memoria intermittente
si celebra il passato facendo strage nel presente
C’è chi lucida le pietre di inciampo
e chi lascia i bimbi senza scampo.
O com’è allegra e divertente
la memoria intermittente.
Spartaco Marchiani Torricini
FONTE Facebbok
Nella giornata della memoria intermittente
si celebra il passato facendo strage nel presente
C’è chi lucida le pietre di inciampo
e chi lascia i bimbi senza scampo.
O com’è allegra e divertente
la memoria intermittente.
Spartaco Marchiani Torricini
FONTE Facebook Gianpasquale Santomassimo 27-1-25
Ero molto favorevole al Giorno della memoria.
Nei termini in cui venne istituito nel luglio 2000: ricordo non solo della Shoah ma anche di tutte le altre vittime dello sterminio, come dei deportati politici e degli internati militari italiani. Quest’ultima categoria (gli IMI) stava particolarmente a cuore al Presidente Ciampi e ricordo che i giornali ne parlarono molto commentando la legge (oggi credo che nessuno ne abbia memoria).
Partecipai anche alla prima giornata l’anno successivo. Mi era stato chiesto di fare la relazione storica, in un Auditorium pieno di scolaresche accompagnate dai professori (studenti che seguivano con interesse e continuarono a farlo per qualche tempo, prima che la ritualità sommergesse tutto),
Capii subito però che qualcosa non andava. Dopo di me il rabbino nel suo discorso si lanciò in una equiparazione tra Hitler e Arafat, e l’assessore alla Cultura si mise a glorificare la squallida guerricciola che il suo partito aveva condotto nei Balcani, presentata come risposta all’Auschwitz dei nostri giorni.
Da allora non partecipai più a queste ritualità. Collaborai a iniziative della Comunità ebraica, che allora aveva come animatore culturale Ugo Caffaz, persona colta e competente, sincero democratico. Con lui feci qualche iniziativa ai Festival dell’Unità e soprattutto partecipai a Firenze a un grande convegno internazionale nel 2012 (metto il rinvio in nota), dove tutta la problematica veniva svolta in termini storici nuovi e lontanissimi dalla ritualità.
Ma oggi la comunità ebraica fiorentina sembra essersi fascistizzata come gran parte delle altre comunità italiane, divenute semplici emanazioni di uno Stato straniero, e in particolare sembra caduta in mano ad affaristi renziani, con probabili legami con il Mossad. Tutte ragioni che sconsigliano fortemente di averci a che fare, ora e nell’immediato futuro.
Gianpasquale Santomassimo, Facebook 27-1-25
di Anna Maria Guideri
La vittoria di Trump ha spazzato via in un colpo solo i velleitari sovranismi nostrani e ha innalzato fino alle stelle i sovrani americani: Trump e Musk. Cosa resta della spocchia sovranista di Giorgia Meloni e della residuale dignità culturale e storica di un’italietta la cui leader si spella le mani per applaudire le cazzate di Trump con l’intento palese di propiziarsene i favori per ottenere sconti daziari e qualche briciola da raccogliere sotto il tavolo delle trattative internazionali? Siamo ancora sovranisti? Certo, ma non sovrani. Amiamo i sovrani altrui e ne siamo sudditi. Disposti a svendere la nostra – se pur malconcia – democrazia – ai più forti della terra, subendone le condizioni inaccettabili in termini di perdita dei diritti umani, dell’autonomia, della dignità. Tutto per avere qualche sconto con i saldi di fine stagione … democratica. E tutto si tiene, anche l’allineamento degli opinionisti progressisti di solito non allineati che, obtorto collo, fanno buon viso a cattiva sorte e valutano con prudenza, ma anche con malcelata speranza, grazie alle “grazie” di Donna Giorgia, la possibilità che il nostro paese possa far parte della rosa dei favoriti dalla benevolenza del grande tycoon. E se poi a rimetterci è l’Europa, come del resto è da sempre nei disegni di questa destra, che ce ne cale? La svendita dell’Europa godrà della copertura offerta dal sacrosanto diritto alla sopravvivenza. E’ la realpolitik, bellezza! Trump, ricordati di me, ricordati degli amici … In perfetto stile Guzzanti-Rutelli-Sordi, l’Italia rappresentata dalla Meloni si piega ai sovrani megagalattici e si appresta a fare il tappetino … nero!
Anna Maria Guideri, 23-01-2025
Dal nostro recente collaboratore ma amico di antica data riceviamo questa riflessione
Cerco un conforto dall’inizio di una giornata che vivo nello stato d’animo di chi sa di dover assistere a un evento ineluttabile – “oportet ut scandala eveniant” – dopo i 5 anni passati giorno per giorno nell’angosciosa attesa degli esiti delle irriducibili, devastanti iniziative di Trump : dalla sovversiva negazione dei risultati delle regolari elezioni del 2020, a quella del Covid, Capitol Hill, i processi, la gestione della campagna elettorale deviata da attentati e finanziamenti impropri, stravolta dalla manipolazione della comunicazione che ha sconvolto i social media devastando il confronto democratico (altro che Cambridge Analytcs!), la definitiva formazione di un blocco di oligarchi intorno ad un leader egocentrico (la caricatura della ‘corte’ della spaventosa caricatura di Versailles in Florida con una caricatura di re sole … che si tinge spudoratamente la faccia di rosso!), fino all’attesa delle modalità dell’inevitabile sconfitta della tradizione della democrazia americana, quella che abbiamo (o avevamo) conosciuto da Toqueville in poi.
Per il futuro l’aspetto più preoccupante è il ruolo che avranno gli oligarchi – l’allarme che anche Biden ha segnalato nel suo ultimo discorso – Musk per primo, e poi a seguire giorno dopo giorno tutti gli altri “magnifici sette” : Apple, Microsoft, Meta (Facebook), Amazon, Alphabet (Google), NVIDIA e Tesla. Rispetto alla Gilded Age descritta da Mark Twain lo scenario è ancor più preoccupante. La capitalizzazione di queste aziende nel 2024 ha superato i 10.000 miliardi di dollari che corrispondono a circa un terzo del Prodotto interno lordo degli USA, più della metà di quello della Cina, più del doppio di quello del Giappone o della Germania. Il sostegno di Musk a Trump a novembre gli è costato più di 250 milioni di dollari (compresa la ‘lotteria’ di un milione al giorno per ‘premiare’ gli elettori degli stati in biblico, denunciata dal procuratore di Philadelphia), in compenso dal giorno delle elezioni Tesla ha guadagnato 54 miliardi di dollari (sic!) e il rialzo della borsa con i miliardi di guadagni a vantaggio delle aziende leader high tech ha convinto anche gli altri tycoons ad affrettarsi nella corsa per salire sul carro del vincitore. Musk ha inaugurato con Trump una stagione di aggressioni verbali di contro leader politici di paesi sovrani, il sostegno esplicito a forze politiche reazionarie e peggio, l’uso diretto del denaro a scopo di corruzione, l’influenza sulle scelte dell’opinione pubblica su scala planetaria con la sistematica censura dei fatti reali e la smisurata amplificazione sui social media delle falsificazioni ai danni della democrazia. Chi più chi meno gli altri neofiti si stanno attivando su questa linea. Che ne sarà della democrazia?
La cooptazione della Meloni nel cerchio magico dei MAGA mentre le democrazie europee vengono aggredite dal libero pensatore Musk (ora osteggiato dall’invidioso Bannon che pensa già alla rivincita), l’oggettiva debolezza dell’Europa e il disorientamento dell’opinione pubblica democratica con l’assenza di spinte per una reazione efficace, sono buone ragioni per essere molto preoccupati per il futuro del nostro paese, dell’Europa e del mondo. E’ una pena seguire giorno per giorno le vicende italiane e pensare alle potenzialità e a tutto quello che potremmo costruire in un clima diverso.
“Spes ultima dea”. …
Frankie the Flash 20-1-25
di Anna Maria Guideri
1 – Musk, una vera mannaia dal cielo!
2 – Renzi: Il mio due per cento è decisivo per far vincere … l’avversario!
3 – Meloni: stare con i forti e far credere che lo si fa per aiutare i deboli.
4 – Campo largo? Riusciranno i 5 stelle a resistere al richiamo della protesta a tutti i costi?
5 – La destra: divisi dentro e uniti fuori. La sinistra: divisi dentro e divisi fuori
6 – Politichese: avere le parole per dirlo, ma non avere niente da dire.
7 – Meloni: ci vuole un carattere molto forte per sostenere un pensiero così debole.
8 – Se il modello dell’emancipazione femminile è Giorgia Meloni … aridatece l’angelo del focolareee!
9 – Quasi tutti i politici sanno guidare la macchina, ma pochi sanno guidare il paese.
10 – Consumismo 1: ricomprare quello che abbiamo perché ci si scorda di averlo e dimenticarlo di nuovo per poi ricomprarlo.
11 – Consumismo 2: soffitte piene e culle vuote.
12 – Uno degli aspetti più problematici del capitalismo è che l’essere umano è ridotto a merce … e costa molto meno!
13 – Perché molte donne, pur essendo più capaci degli uomini, accettano di essere trattate come se fossero inferiori? Perché non lo sanno di essere più capaci!
14 – Chi rende il male ridicolo fa più bene all’umanità di chi ne denuncia il pericolo.
15 – Il Natale, una vacanza dal male più apparente che reale.
16 – Alemanno arrestato: non provo vendetta, ma fede: Dio c’è!
17 – I numeri primi non sono soli perché diversi, ma perché fanno sentire diversi tutti gli altri numeri.
18 – La libertà è il valore supremo perché ogni scelta che danneggia l’altro è una sua negazione.
19 – La società è tenuta in piedi dal comune mentire.
20 – Il PD è un partito prevalentemente di anziani; questo rivaluta o svaluta l’anzianità?
21 – Sana competizione: non devo essere più bravo di te, devo essere più bravo di me.
22 – Il popolo italiano: una massa di individui pronti a litigare su tutto tranne che sul capo solo al comando.
23 – Il primo nato del 2025 è una femmina, questo apre il cuore alla speranza in un mondo migliore … purché non somigli alla Meloni!
24 – Quei sinceri democratici che hanno qualche propensione a considerare seriamente le ragioni dell’omofobia, osservino attentamente chi la sostiene e si chiariranno le idee.
25 – Il fatto che non sempre ci riesca stare dalla parte giusta non rende la parte giusta meno giusta.
26 – Le Ideologie degli opposti schieramenti. Destra: io sono in quanto HO. Sinistra: io sono in quanto ABBIAMO… più facile a dirsi che a farsi!
27 – Calenda fa del suo centro il centrino dell’universo.
28 – Circo mediatico: dimmi come non informi e ti dirò chi sei.
29 – Disertare le urne è desertificare il terreno della democrazia.
Anna Maria Guideri 14-01-2025
TITOLO REDAZIONALE
FONTE Facebook Cinzia Zanfini 4-1-25
Avviso importante alle GC madri di figli maschi.
Cara GC* se la prof. di Lettere ha assegnato a tuo figlio come lettura per le vacanze di Natale “La scuola dei dittatori” di Ignazio Silone, non puoi venire a chiederlo il giorno 5 gennaio. Hai buone probabilità di non trovarlo. E non fare lo sguardo triste quando ti dico che l’unica copia che avevamo l’abbiamo venduta due ore prima, probabilmente a un compagno di classe di tuo figlio. Non iniziare a piangere se ti dico che, anche ordinandolo, tuo figlio non farà in tempo ad avere il libro e a leggerlo per il 7 gennaio. Ti dò uno spassionato consiglio. Non chiederti come puoi risolvere la faccenda, non inviare disperati messaggi whatsapp al tuo omissivo e svogliato figliolo, non prestarti alle sue assurde richieste di peregrinare da una libreria all’altra ma fai qualcosa che faccia star bene te. Fai shopping, vai a metterti le extension, vai a vedere un film che piace a te, chiama un’amica e incontratevi per un aperitivo. E la sera, quando torni a casa, dai a tuo figlio un sonoro nocchino e digli: – Questo è perché sei un pirla.-
GC = Gentile Cliente.
Cinzia Zelfini Nuovo #vitadalibraia
Ma dopo l’autocritica cambiamo strategia. Una nuova via per l’anno nuovo
di Anna Maria Guideri
Anna Maria Guideri, 30-12-24
TITOLO REDAZIONALE
FONTE Facebook Cinzia Zanfini 29-12-24
Per anni non ho mai fatto troppo caso alle agende. In casa nostra le agende erano quelle che ci venivano date in omaggio dalla banca, quasi sempre giornaliere, con un formato da scrivania e con una seriosa copertina in similpelle marrone. Lavorando in libreria ho scoperto un mondo. Nella nostra libreria abbiamo un buon assortimento di agende: Moleskine, Letts, Quo vadis, Paperblanks, Agenda dei lettori Feltrinelli. Abbiamo agende giornaliere e settimanali con o senza spazio riassuntivo, agende del docente della Quo vadis e altro ancora. Insomma la scelta non manca. Dovrebbe essere una cosa semplice.
Invece…
– Vorrei un’agenda settimanale ma che si apra a fisarmonica. –
-Avete un’agenda giornaliera ma con in fondo un riepilogo settimanale? Anche il riassunto mensile? –
– Avete un’agenda settimanale ma con il riassunto giornaliero? –
– Questa mi piace ma le copertine sono soltanto in 35 colori assortiti?
– Non avete niente sul lillino? –
– Avete le agendine con la matita? –
– Vorrei l’agenda con la biro e non con la matita –
– Sì questa non è male ma la voglio con i numeri gialli o rossi o viola –
– Ce l’avete più grande? –
– Ce l’avete più piccola? –
– Avete ancora la 16 mesi? –
– Avete le agende da personalizzare? –
– Avete i bullet journal? –
E poi alle 9:00 del mattino del 29 dicembre, dopo lo tsunami natalizio, arriva il genio.
– Solo queste agende vi sono rimaste? –
Cari GC* non facciamoci illusioni, un’agenda non ci salverà dagli appuntamenti mancati e dal burnout.
Da rileggere: Giacomo Leopardi, Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, in Operette morali, ed. Feltrinelli.
👉🏻 https://encr.pw/VHyL0
*GC = Gentile Cliente
Cinzia Zanfini Nuovo #vitadalibraia
FONTE Facebook Sandra Vegni 29-12-24
Da ‘gli inesauribili racconti di Natale’ de IL Fornaio di Scandicci continua la serie:
Valter Dei, I RICORDI DI NATALE
Natale tempo di gioia ma anche di ricordi. Fino ai 17 anni ho vissuto in San Frediano in casa con i nonni materni. La nonna non aveva mai lavorato ma si era dedicata notte giorno ai figli prima e ai nipoti poi. Quelle anziane donne nate alla fine dell’800 con il senso della famiglia che veniva prima di ogni altra cosa. La cucina era anche la sala di ritrovo essendo le altre 3 stanze occupate da camere da letto dei nonni e dalle 3 figlie di cui 2 sposate con figli. Insomma una bella famigliola composta da 10 persone. Immaginiamo la tavola alla sera quando tutti rientravano per la cena. Io stavo in un angolo accanto al televisore allora in bianco e nero ed era già un lusso.
Il tavolo era in legno di quercia raddoppiabile con la ribalta ed era multiuso per pranzare, giocare a ping pong o giocare a tombola. Come era piena quella piccola grande cucina, credenza con vetrinetta color crema laccata, il tavolo con 8/10 sedie impagliate, la cappa con annesso fornello e bombola a gas accanto la cucina economica che faceva da forno e riscaldamento.
Quando arrivava Natale naturalmente la famiglia si ingrossava, il quarto figlio lo zio Vinicio con la moglie, il fidanzato della zia nubile che tutti insieme facevamo 13, meno male che non eravamo superstiziosi. Ma il ricordo più nitido che risale alla mia mente è come veniva imbandita la tavola. Gli immancabili crostini di fegatini e milza, i salumi e i formaggi, per primo le lasagne al forno che faceva sempre la nonna con il sugo di carne, la besciamella e tanto parmigiano grattato sopra. Gli arrosti con la carne che portava il babbo macellaro e le immancabili patatine arrosto alla “ghiotta” con tanto olio e ramerino.I dolci e la frutta secca a fine pranzo si sprecavano. Vero che di giorno normale i dessert era una cosa rara, ma per le feste si recuperava di brutto, c’era il panettone, non il pandoro ancora nella testa del Sig. Bauli, ma anche i ricciarelli alla mandorla, i cavallucci dal sapore di anice e come frutta mandarini, fichi secchi con le noci, mandorle e nocciole; infine lo spumante moscato, perché il Brut non ci piaceva e forse manco c’era.
Quegli odori, forse perché particolari e conosciuti nell’infanzia ti rimangono nella testa e ti fanno riaffiorare alla mente la felicità e la pace di quei giorni. Le vacanze scolastiche, gli affetti, il mangiare delle feste e i pochi giocattoli desiderati sono oggi una ricchezza che mi manca e che mi fa invidiare i sapori di quelle feste.