A Puccio

A PUCCIO
(Per non dimenticare)

Piccola vita, vita mia,
devo a te la scoperta
della mia inaspettata tenerezza;
il piacere di arrendermi alla tirannia,
la mia fiducia in un essere vivente
che non doveva fingere di essere buono
per farsi amare.

Non esistevano dispetti
che la tua grazia non rendesse divertenti,
né graffi che non fossero perdonati
in cambio dell’irresistibile tremolio.
della tua gola.

Piccola creatura d’amore e di mistero …
di nascondigli segreti,
di fantasmatiche apparizioni,
di imperscrutabili sguardi
e silenzi …
di premeditate rappresaglie,
di sommessi rimproveri,
di contriti pentimenti …

Per arcane alchimie,
ciò che negli umani è riprovevole,
in te era solo incanto.

Dove hai nascosto la tua folta coda
che ti tradiva sempre
sbucando a tua insaputa
da recessi impensabili?

Ti evocano ombre fugaci,
soffici cuscini, indumenti raggomitolati
sparsi qua e là , vibrazioni indefinibili,
strani cigolii …

Ti vedo ancora danzare sul tappeto
a far festa al mio ritorno
offrendo tutto te stesso
– dalla testa alla coda –
al mio tocco amoroso.

Da ultimo, per pudore,
ti rifugiavi in angoli remoti
per nascondere il fiore malato
della tua bocca
e ti allontanavi senza un lamento
in punta di polpastrelli,
arreso, ormai, al tuo destino.

E mentre piangendo ti salutavo
e ti spiegavo che non potevo fare di più,
tu mi guardavi con tenerezza infinita
e mi ringraziavi per l’ultima volta
con tutto l’amore che potevi raccogliere
dentro il mormorio impercettibile delle fusa.

Ora ti sei accoccolato sul mio cuore
e stai lì e ancora mi fissi
con i tuoi verdi occhi indagatori
e mi incalzi per capire
cosa mi passa per la mente.,

Rivivo ogni istante del tuo ultimo viaggio:
la tua riluttanza verso i medici,
ma poi la tua fiducia in me,
il tuo commovente abbandono
alla dolce fermezza delle mie mani,
della mia voce.


Ti ho accompagnato fino alla fine
raccogliendo il tuo ultimo respiro
che conservo per sempre nel mio cuore..

La tua anima felina aleggia già
oltre i confini dello spazio e del tempo
tenera e corrucciata, permalosa e ruffiana,
arrendevole e imperiosa, amorosa
come un canto sommesso e segreto
bisbigliato al mio orecchio
solo per me, per noi.

Anna Maria Guideri 25-08-2024


La borsetta

Giancarlo Rossini da Facebook

Vivere è competere: secondo natura tutti sono preda e ciascuno è predatore. Ognuno si difende e offende. L’odio e la vendetta sono invece proprio solo del genere umano anche per il furto di una semplice borsetta.
Nessuno vedrà la fine di questo universo, nessuno ha visto la fine di quello precedente.
Rimuginando su queste cosucce, un vecchio si trascinava lento pede sul pontile mentre il vento risucchiava la forza del mare.
Marina, in settembre di venerdì, giorno del mercato.

La Specola riapre a Firenze

Una presentazione tratta da Facebook in ritardo ma ancora valida

Elena Tempestini è con Elisabetta Failla.

Quando i torinesi ci definirono “ inaffidabili” per il ruolo di Capitale del Nuovo Regno d’Italia, i fiorentini discendenti del Boccaccio risposero:
…”se siam bravi e siam cortesi son felici i piemontesi ma con questi sull’Arno capitati, finiremo alla specola impagliati“.
Dopo una attenta riqualificazione riapre il Museo La Specola il 22 febbraio 2024, la ristrutturazione è stata finanziata dal Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020. La Specola è erede del più antico museo scientifico d’Europa ad essere aperto al pubblico. Si trova in via Romana quasi a ridosso di palazzo Pitti e ai margini del giardino di Boboli: un torrino di quaranta metri d’altezza da cui si domina Firenze e dalle cui finestre, nella sala ottagonale superiore, si ha una visione del cielo a tutto tondo. Restaurato e riallestito, per ripercorrere le scoperte degli scienziati italiani quali Galileo in particolare a partire dal XVI secolo. Il complesso della Specola ha sede in un palazzo settecentesco che fu dei marchesi Torrigiani e che ora appartiene all’Università, facoltà di Biologia. Il Torrino, originariamente destinato ad osservatorio astronomico e meteorologico venne inaugurato nel 1807, in pieno periodo napoleonico, quando il Granducato di Toscana si chiamava Regno d’Etruria. Oggi accoglie antichi strumenti scientifici, minerali, modelli pomologici e reperti etnografici.

Marx l’epicureo

Da Facebook questa nota di Angelo Mariani. Il titolo principale è redazionale.

Il giovane Karl Marx ed Epicuro

Il giovanissimo Karl Marx dedicò la propria tesi di laurea alla
Differenza tra le filosofie della natura di Democrito e di Epicuro“,
descrivendo quest’ultimo come “il più grande illuminista greco“, ovvero colui che espresse fino in fondo una critica radicale alla religione del tempo a favore dell’autocoscienza umana.
In questa visione Marx dissentiva, tuttavia, con il giudizio negativo formulato dal proprio Maestro, Hegel, circa il pensiero materialistico di Epicuro.
D’altro canto, il materialismo moderno, ed anche quello marxista, attinse molta ispirazione proprio alle fonti dei due grandi materialisti greci, Democrito ed Epicuro, in particolare Karl Marx più da quest’ultimo.
Al punto che sono ravvisabili varie tracce di epicureismo in tutta l’opera marxiana, ivi incluso “Il Capitale”.
Nello specifico, come si evince già dalla lettura della tesi di laurea, il giovane Marx apprezzava del pensiero di Epicuro la teoria del “clinamen”, ovvero della deviazione casuale nel percorso rettilineo degli atomi.
Si trattava di una concezione alquanto innovativa, nella misura in cui annullava il rigido determinismo insito nella filosofia atomistica di Democrito, rimuovendo dal materialismo ogni carattere squisitamente meccanicistico, per introdurre elementi nuovi, di natura dialettica (intesi nell’accezione hegeliana, di movimento), elementi di libertà e casualità nella visione del materialismo di stampo ateistico.
Tali elementi profondamente dialettici connoteranno il “materialismo storico” di Karl Marx e dell’amico fraterno Friedrich Engels. In buona sostanza, senza la filosofia di Epicuro, “il più grande illuminista greco”, probabilmente Karl Marx non avrebbe elaborato la concezione del materialismo storico, alla base del comunismo scientifico…

Caterina e i BaBau

da Facebook. Un libro illustrato da Caterina Betti per l’Albero delle Matite

Albero delle Matite

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PREPARATI A RIDERE CON LE VACANZE DEI BABAU!
La famiglia Babau sta per partire per una località di mare, ma non è tutto sole e relax. Con Mamma e Papà Babau entusiasti della spiaggia e un piccolo Babau che odia il caldo, le vacanze promettono di essere piene di dispetti e avventure!

Tra scherzi dei bambini e un caldo infernale, i Babau riusciranno a raggiungere la loro meta? Scoprilo in questa esilarante avventura scritta da Claudia Souza e illustrata da Caterina Betti!

Un viaggio estivo che ti farà ridere e divertirti!