The Iron Man

FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25
TITOLO redazionale

Riuscirà Trump a riportare gli Usa ad essere una potenza industriale?

Trump ha una politica industriale? Da stamani alle 6, secondo quanto stabilito da un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, incurante dei ricorsi e delle pronunce dei tribunali, sono entrati in vigore dazi del 50% sull’alluminio e sull’acciaio importanti negli Stati Uniti. Si tratta di un segnale tutt’altro che banale. Gli Usa importano ogni anno acciaio e alluminio per circa 114 miliardi di dollari, pari ad un quarto del fabbisogno interno; i principali esportatori sono Canada, Messico, Brasile e Corea del Sud. L’idea di Trump è quella di riportare la produzione dell’acciaio negli Stati Uniti, utilizzando i dazi come elemento decisivo, soprattutto per le realtà produttive presenti in aree limitrofe. In questo senso, ha favorito l’accordo fra Nippon Steel e  Cleveland Cliffs per trasferire in terra americana le produzioni giapponesi. E’ un tentativo ambizioso, e forse pericoloso, per la stessa economia americana ma che non è liquidabile nei termini della pura follia come fanno troppi commentatori nostrani. Magari, sarebbe ora di capire che la reindustrializzazione americana è un obiettivo vero per Trump, insieme all’incasso federale garantito dai dazi, e che non si ferma, come nel caso europeo, alle sole “politiche” del riarmo. Aggiungerei ancora due considerazioni. La prima. Dopo l’annuncio dei dazi, i titoli di Cleveland Cliffs si sono impennati, con grande giubilo di BlackRock, Vanguard e State Street, che possiedono circa il 25% della società e dunque su questo terreno possono coltivare un rasserenamento delle tese relazioni con il presidente, in particolare dopo la “liquidazione” di Musk. La seconda. i dazi colpiscono anche tutto ciò che contiene acciaio, e questa non è una buona notaia per i produttori italiani che esportano in Usa molti beni contenenti acciaio. Ma, tanto, il governo Meloni è amico di Trump. Siamo davvero in una situazione paradossale: una grande parte dei media preannuncia il disastro di Trump, non provando neppure a capire le ragioni, secondo il modello Rampini, Mieli, Parenzo (mi scuso per il riferimento a loro ma occupano ore e ore di trasmissioni), e il governo Meloni, al contrario, manifesta una fiducia cieca nel magnate.

Alessandro Volpi 4-6-25


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