Firenze alle elezioni

A Firenze sìapprestan l’elezioni
squillan le chiarine rimbombano i tromboni

«Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!»
Dante

S’io fossi sindaco
abbrucerei e palazzi brutti
s’io fossi questore, li manderei ‘n galera
coloro ch’ hann’ osato far cotali e
quelli ch’ han pagato tal brutture.

s’io fossi lo prefetto, sarei allor perfetto
per ripensare ad una città nova:
una città vietata agl’imbecilli,
a delinquenti, profittator, ruffiani
ai mentitori e agli accalappiacani.

Chi rimarrebbe non mi viene in mente
nessuno del consiglio comunale
nessuno di chi vende prosecco e lampredotto
panini con cipolle e coca cola
bistecche di cartone e vin brulé

kebabbi puzzolenti e sushi mosci
e chi strombazza con il clacso ‘n gola
io lui lo metterei s’una carriola
fermo lì
in mezzo della strada FIPILI

che tutti gli strombazzano correndo
passando accanto con rumore orrendo.
Chi rimarrebbe non mi viene in mente
nessun di quei che stuprano le strade
coprendo antiche pietre coi catrami

adatte assai per lapidar gl’infami
nemmeno chi riempe coi dehori
e piazze e strade della città de’ fiori
che ormai sono soltanto crisantemi
perché siam morti tutti, o diventati scemi.

o popolo che sopporti tal coglioni
sciogli il Marzocco, avanti coi leoni

Enrico Tendi, 13-11-23

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