Pane Nero a Sinistra

𝗟𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗔𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗖𝗢𝗡𝗩𝗢𝗟𝗦𝗘𝗥𝗢 𝗟❜𝗜𝗦𝗢𝗟𝗔 𝗗𝗜 𝗔𝗟𝗜𝗖𝗨𝗗𝗜.
Alicudi è una sperduta isoletta nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia che fu protagonista di eventi straordinari tra il 1902 e il 1905.
La vita di numerosi abitanti dell’isola venne sconvolta da visioni reali di persone volanti che svanivano alla vista trasformandosi in corvi, animali onirici e…fantasmi.
Pensarono di essere in presenza di eventi paranormali e provarono anche a convivere con queste apparizioni, considerandole parte di una maledizione con la quale dover convivere.
La reale natura del fenomeno emerse solo dopo tre anni quando venne identificata la causa delle misteriose apparizioni.
Si scoprì che la farina di segale con la quale producevano il pane era stata infestata da un fungo parassita, il claviceps purpurea che, se ingerito, può provocare forti allucinazioni perché produce naturalmente l’acido lisergico, il principio attivo alla base del LSD.
Quando il consumo di pane nero venne interdetto, le allucinazioni collettive ebbero fine.
FONTE Facebook
SEGUE La storia continua di GLB


Alicudi Reloaded: La sinistra lisergica e il pane nero del pensiero

C’erano una volta Alicudi, il pane nero e i corvi che si trasformavano in fantasmi. Non era una distopia di Philip K. Dick né un episodio dimenticato di Stranger Things, ma la Sicilia degli inizi del Novecento, dove gli isolani, ignari consumatori di segale contaminata da claviceps purpurea (detta popolarmente Segale cornuta), videro volare uomini e udire voci da mondi paralleli. Poi si scoprì che era LSD naturale: niente demoni, solo allucinazioni da carboidrati psichedelici.

Ebbene, a più di un secolo di distanza, pare che la stessa farina visionaria sia giunta sui banchi della “sinistra” italiana. Perché altrimenti non si spiegherebbe come alcuni si dichiarino ancora “progressisti”, “pacifisti” e “socialisti”, mentre:

  • Abbracciano politiche economiche liberiste con l’entusiasmo di Milton Friedman dopo un happy hour.
  • Invocano la pace, ma votano per il riarmo, con la stessa disinvoltura con cui si prenota una vacanza su Booking.
  • Giustificano la morte di civili a Gaza, perché “Hamas ha iniziato” (citazione non verificata, attribuita solo ad una minoranza, ma altamente plausibile in contesti lisergici, cmq meno profumi e più olio di gomito).
  • Chiedono più guerra contro la Russia, nonostante la strategia sia fallita peggio di un talent show con Salvini cantante.
  • Sognano gli Stati Uniti come faro democratico, dopo decenni passati a denunciare il loro imperialismo, con lo stesso spirito coerente di chi scrive “NO NATO” sui social dal Wi-Fi della base NATO.
  • Boicottano Russia e Cina, ma si lamentano se poi il made in Italy costa come un Rolex.
  • Parlano di democrazia mentre sostengono governi da democratura, con l’entusiasmo di chi confonde Orwell con Instagram.

Insomma, più che una corrente politica, pare una corrente psichedelica. Non una visione, ma un trip prolungato. Altro che gramscismo, qui siamo al gramscidèllico.

Sorge spontanea una domanda: dove acquistano il loro pane nero, questi strateghi del corto circuito cerebrale? È la nuova filiera bio del pensiero confuso? Una partnership PD–Psilocybina? O magari una start-up finanziata dal Pentagono per testare nuove forme di coerenza quantistica?

In fondo, Alicudi ci ha insegnato una cosa: le allucinazioni non durano per sempre, basta cambiare farina. E forse, anche stavolta, servirebbe sospendere la dieta a base di retorica neoliberale, finto progressismo e bombardamenti umanitari, prima che il Parlamento si trasformi in un rave festival e la Costituzione venga riscritta su cartine da rolling paper.

Nel dubbio, controllate la dispensa. E se trovate della segale troppo nera, magari è ora di tornare a pensare… sobriamente.

GLB 27-5-25


Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai?

Un invito al realismo che ci viene dall’Osservatorio Analisi Difesa.
Segue un abstract ed una sintesi di ChatGPT.
Si consiglia la lettura diretta dell’articolo
TITOLO (ovviamente) REDAZIONALE

Il riarmo (in)sostenibile dell’Europa di Gianandrea Gaiani (19 maggio 2025, Analisi Difesa)

PER LEGGERE L’ARTICOLO

Abstract

Il saggio di Gianandrea Gaiani analizza la nuova spinta al riarmo dell’Unione Europea, fortemente promossa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, come risposta strategica al conflitto in Ucraina e al mutato scenario geopolitico globale. Secondo Bruxelles, rafforzare l’industria della difesa europea è oggi una priorità non solo militare, ma anche economica e industriale.

Tuttavia, l’autore evidenzia come il progetto di riarmo europeo sia, nei fatti, altamente problematico e potenzialmente insostenibile. Le cause principali sono di natura economica e strutturale: gli enormi aumenti nei costi delle materie prime, dell’energia e della manodopera specializzata rendono estremamente onerosa qualsiasi espansione produttiva. A fronte di un triplicato costo degli armamenti rispetto al 2021, anche l’aumento dei bilanci per la Difesa non garantisce un effettivo aumento della capacità militare.

L’articolo mette inoltre in luce la fragilità di un sistema industriale militare europeo frammentato e dipendente da filiere poco efficienti. L’UE, pur invocando maggiore cooperazione e appalti congiunti, non dispone ancora né di una politica estera comune né di forze armate unificate, rendendo l’integrazione militare un obiettivo ancora lontano.

Infine, Gaiani confronta i costi dei sistemi d’arma occidentali con quelli russi e cinesi, sottolineando le enormi differenze di prezzo: un Leopard 2A8 costa quanto sette T-90 russi, un Pzh-2000 tedesco quanto dodici MSTA-S russi. Questo squilibrio evidenzia il rischio che, malgrado i grandi investimenti, l’Europa non riesca a competere efficacemente né sul piano quantitativo né su quello strategico.

In sintesi, il saggio solleva un allarme realistico: senza risorse adeguate, riforme industriali profonde e un accesso stabile all’energia, il riarmo europeo rischia di rimanere un progetto ambizioso, ma economicamente e politicamente insostenibile.


SINTESI BY CHATGPT

Ecco una breve presentazione e una sintesi analitica del saggio “Il riarmo (in)sostenibile dell’Europa” di Gianandrea Gaiani (Analisi Difesa, 19 maggio 2025).

📌 Presentazione

Il saggio di Gianandrea Gaiani, pubblicato su Analisi Difesa, esplora le difficoltà politiche, industriali ed economiche che ostacolano l’ambizioso progetto di riarmo dell’Unione Europea, promosso anche dalla Commissione Europea sotto la guida di Ursula von der Leyen. Attraverso dati concreti su costi, capacità industriali e confronti internazionali, l’autore denuncia l’insostenibilità dell’attuale strategia europea di rafforzamento della difesa, nonostante le pressioni geopolitiche e il contesto della guerra in Ucraina.

📎 Sintesi analitica

1. Le intenzioni della Commissione Europea

Von der Leyen ha recentemente ribadito la necessità di una “forte industria della difesa” come elemento chiave sia per la sicurezza europea sia per la competitività industriale. La Commissione punta a sostenere il settore con semplificazioni normative, cooperazione industriale e investimenti, annunciando il prossimo “pacchetto Omnibus sulla Difesa”.

2. Ostacoli strutturali e finanziari

Nonostante la retorica europeista sull’integrazione militare, la realtà si scontra con problemi profondi:

  • Mancanza di forza lavoro specializzata
  • Accesso difficile e costoso a materie prime ed energia
  • Elevati costi di produzione industriale
  • Assenza di una vera politica estera e di difesa comune

La deindustrializzazione europea, causata anche dalla rottura con la Russia e dall’impennata dei costi energetici, impedisce il passaggio a una produzione militare di massa.

3. Esplosione dei costi militari

I costi di armi, munizioni e materiali sono triplicati tra il 2021 e il 2024. Alcuni esempi:

  • Un proiettile da 155 mm arriva a costare fino a 4.000 €
  • Le bombe Mk 82 costano fino a 20.000 €
  • Un carro armato Leopard 2A8 europeo costa 29 milioni, mentre un T-90 russo 4,1 milioni
  • Il semovente Pzh 2000 tedesco costa 17 milioni, il MSTA-S russo solo 1,4 milioni
  • I caccia F-35 e Typhoon superano i 150 milioni, mentre un Su-35 russo può costare anche un terzo

Il risultato è paradossale: l’aumento del budget militare non si traduce in un aumento reale delle capacità offensive, ma serve solo a compensare i rincari.

4. Confronti internazionali e paradossi

Il Regno Unito, pur aumentando la spesa al 2,3% del PIL, ha dovuto dismettere mezzi e ridurre gli effettivi. La Germania punta all’esaurimento strategico della Russia in Ucraina, ma affronta costi molto più elevati dei suoi avversari per ogni sistema d’arma.


🧩 Conclusione

Gaiani mette in discussione la sostenibilità del riarmo europeo, mostrando un’asimmetria strategica ed economica: l’UE appare incapace di costruire una difesa comune efficiente sia per limiti politici che industriali, mentre i competitor (Russia, Cina) ottengono molto di più con costi significativamente inferiori. Il sogno di un’Europa militarmente autonoma rischia quindi di restare una retorica senza fondamento operativo.


Il grave errore di Meloni sullo spread/A.Volpi

FONTE
*Post Facebook del 16/05/2025
L’Antidiplomatico
Sinistrainrete
Published: 22 May 2025
Created: 17 May 2025

di Alessandro Volpi*

Voglio tornare, in maniera più articolata, sulle dichiarazioni della presidente Meloni relative allo spread sceso sotto i 100 punti che indicherebbe, a detta di Meloni, una maggiore affidabilità del debito italiano rispetto al debito tedesco. Si tratta, a mio parere, di un errore molto grave, e decisamente preoccupante. Provo a spiegarmi meglio. Da gennaio ad aprile del 2025, in Europa sono stati emessi titoli di Stato per circa 600 miliardi di euro, un record storico.

E’ evidente che i vari paesi hanno bisogno di risorse e che i loro debiti trovano compratori anche perché il debito americano appare meno sicuro e meno attrattivo. È altrettanto evidente che un’emissione così massiccia genera una forte concorrenza tra i vari Stati nel trovare compratori e dunque può determinare un aumento dei rendimenti da offrire e degli interessi da pagare. A fine anno si stima che il totale delle emissioni dei vari Stati europei arriverà a sfiorare i 1000 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 230 miliardi relativi ai titoli che la Bce ha comprato negli anni passati e che ora rimette in vendita.

Dunque, siamo di fronte a una cifra enorme, in cui peserà molto anche il debito tedesco, ritenuto in assoluto il più sicuro e pertanto il più pericoloso in termini di concorrenza agli altri debiti nazionali. Naturalmente, non bisogna affatto trascurare le emissioni di titoli americani, che saranno pari a circa 9000 miliardi di dollari – nove volte il debito emesso in Europa! – e quello di altri paesi del mondo. Tutto questo per dire che il collocamento del debito durante i prossimi anni non sarà affatto semplice, al di là del rapporto tra offerta e domanda di titoli, e i costi del suo collocamento rischiano di salire molto.

In tale panorama l’Italia dovrebbe collocare, nel 2025, circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo del totale europeo, e dovrà farlo senza fidare sui canali usati negli ultimi anni: non saranno più possibili infatti ingenti acquisti della Banca d’Italia, decisivi nel recente passato, e neppure quelli della Bce, che, come detto, anzi venderà anche titoli italiani, contribuendo a deprezzarli. Non saranno possibili neppure acquisti troppo ingenti da parte delle banche e delle assicurazioni italiane, già imbottite di debito italiano.

Accanto agli acquisti delle “famiglie” italiane, sarà molto probabile l’esigenza di un intervento di grandi investitori esteri – i fondi di gestione del risparmio in primis – per una percentuale più ampia rispetto agli anni precedenti che potrebbero arrivare a incidere fino al 40% del totale degli acquisti. Una simile condizione comporterebbe due conseguenze. La prima è rappresentata da un rialzo dei rendimenti, soprattutto per le brevi e le medie scadenze, ritornando verso il 4%.

La seconda è riconducibile alla maggiore dipendenza del nostro debito dai già ricordati grandi fondi, a cominciare da BlackRock, che saranno così ancora più in grado di condizionare le scelte di politica economica italiana: più privatizzazioni, più previdenza e sanità private, più asset strategici ceduti.

La superficialità di Meloni, alla luce di ciò, è decisamente allarmante.


*Post Facebook del 16/05/2025

La via cinese alla democrazia

La “teoria della triplice rivoluzione” cinese e l’analisi marxista MR 2025/1
Questa è una sintesi fatta con ChatGPT del documento che abbiamo tradotto dalla rivista on line Monthly Review per 42rosso.
Vedi LINK al testo inglese e a quello italiano
TITOLO REDAZIONALE

Il testo fonte di questa sintesi è disponibile


edizione originale inglese su Montlhy Review

traduzione italiana su 42rosso

 Sintesi complessiva : Teoria della Triplice Rivoluzione

La Teoria della Triplice Rivoluzione costituisce una concezione integrale e dinamica del passaggio storico dal capitalismo al comunismo, articolata in tre dimensioni fondamentali – rivoluzione sociale, rivoluzione politica e rivoluzione ideologica – che si intrecciano nel lungo processo di Rivoluzione Transitoria. Essa fornisce una chiave interpretativa per comprendere il pensiero marxista in modo completo, specialmente nel contesto contemporaneo della Cina socialista.

🔹 Capitolo I – Rivoluzione Sociale: la trasformazione della base economica

Il primo pilastro riguarda la trasformazione delle forze produttive e dei rapporti di produzione. Il capitalismo, pur avendo sviluppato le forze produttive su scala globale, mantiene relazioni di produzione contraddittorie fondate sulla proprietà privata e sull’accumulazione del capitale.

  • Il compito della rivoluzione sociale è superare la proprietà privata, il lavoro salariato e la legge del valore come meccanismi regolatori dell’economia.
  • Si afferma un’economia collettiva, pianificata e pubblica, basata sulla proprietà comune e sulla distribuzione secondo il lavoro (prima fase), poi secondo i bisogni (fase comunista).
🔹 Capitolo II – Rivoluzione Politica: trasformazione della sovrastruttura statale

Il secondo asse della rivoluzione è politico: non si esaurisce nel rovesciamento del vecchio potere statale, ma implica la trasformazione dell’intera sovrastruttura politica.

  • Dopo la presa del potere da parte della classe operaia, si avvia un processo che porta all’estinzione dello Stato, del partito come strumento di dominio di classe e della divisione di classe stessa.
  • Al loro posto emergono nuove forme di autogoverno, partecipazione diretta, e amministrazione sociale basata sulla democrazia dei produttori.
🔹 Capitolo III – Rivoluzione Ideologica: liberazione della coscienza umana

La terza dimensione della rivoluzione è spirituale e culturale: il cambiamento delle strutture materiali non è sufficiente senza la trasformazione della coscienza sociale.

  • Occorre superare l’egoismo, il materialismo volgare e l’individualismo morale tipici della coscienza borghese.
  • Si sviluppa una coscienza comunista fondata su altruismo, razionalità scientifica e collettivismo morale. L’essere umano si emancipa anche nel pensiero, diventando pienamente libero e cosciente.
🔹 Capitolo IV – La Rivoluzione Transitoria: processo storico complesso

La Rivoluzione Transitoria è il processo storico unitario che integra le tre dimensioni rivoluzionarie e le realizza in forma concreta. È caratterizzata da:

  1. Sviluppo delle forze produttive che elimina le divisioni storiche tra città/campagna, lavoro manuale/intellettuale, industria/agricoltura.
  2. Superamento dei privilegi economici (proprietà privata, meccanismo di mercato) e affermazione della giustizia collettiva.
  3. Trasformazione delle strutture politiche: scomparsa di classi, Stato e partiti, sostituiti da amministrazioni pubbliche democratiche e auto-organizzate.
  4. Elevazione della coscienza sociale: dalla distruzione di pregiudizi borghesi (egoismo, irrazionalità, individualismo) all’affermazione di una nuova etica comunista e scientifica.

La Rivoluzione Transitoria culmina nella Repubblica Sociale, forma di passaggio tra Stato e non-Stato, e nella nascita di una Unione di cittadini liberi.

🔹 Conclusione

La Teoria della Triplice Rivoluzione si presenta come una categoria generale e sistemica, in grado di tenere insieme:

  • la dimensione temporale (continuità e transizione storica),
  • la dimensione spaziale (trasformazione articolata delle varie sfere sociali),
  • la coerenza logica (relazione dialettica tra struttura ed espressione sovrastrutturale),
  • l’approccio integrato (rivoluzione come processo unitario e multilivello).

Questa teoria rafforza l’orientamento marxista in chiave contemporanea e cinese, sottolineando che solo attraverso una trasformazione integrale – sociale, politica e ideologica – è possibile realizzare pienamente il comunismo. Il soggetto rivoluzionario rimane la classe operaia, ma con una visione allargata che coinvolge l’intero popolo lavoratore nel grande progetto del socialismo con caratteristiche cinesi.

INDIFFERENZA

Anna Maria Guideri 20-5-25

Se piangi
perché non vedi rimedi
ai mali del mondo,
possiamo ancora
rimediare.

Se non sopporti le guerre
allora puoi ancora sperare
nella pace.

Se ti disperi perché credi
che tutto sia perduto …
niente è ancora perduto.

E se ti scoraggi
perché credi di non farcela,
ce la puoi ancora fare.

Ma se non piangi,
se sopporti,
se non ti disperi …
allora hai davvero
perduto ogni speranza;
allora tutto è perduto!

Anna Maria Guideri 20-05-2025

Cortocircuito psichiatrico

FONTE Facebook Paola Boschin

Il Gayo senatore Scalfarotto è  andato con il compagno in Ucraina  a Kiev.   Anni e anni a lottare contro i pregiudizi e l’omotransfobia e poi si fa  fotografare a fianco di una scritta di un carrarmato  che dice  

“Russi froci”

Quando vorrete spiegare ai vostri figli il significato delle  parole  CIALTRONE, IPOCRITA , COMICO fategli vedere la foto di Scalfarotto.

Tanto per farsi una risata

FONTE Facebook Alessandro Volpi 19-5-25
TITOLO redazionale

Chiacchiere. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le economie del Vecchio Continente non crescono: il Pil reale salirà dell’1,1 nell’Unione e dello 0,9 nell’eurozona quest’anno, per arrivare, rispettivamente all’1,5 e all’1,4 nel 2026. Dunque, non ci saranno effetti veri, provenienti dagli investimenti pubblici, mentre peserà l’incertezza dei dazi. Peraltro, è significativo che l’area euro faccia peggio del resto dell’Europa a dimostrazione del pessimo uso della moneta unica. L’Italia, al di là dei proclami, cresce meno della media europea, registrando lo 0,7 quest’anno e lo 0,9 il prossimo: una crescita inferiore a quella tedesca, che sarà dell’1,1% e di larga parte dell’Europa, e legata quasi solo al Pnrr. Il dato rilevante in termini politici e sociali, infatti, è un altro. Mancano i consumi interni, contratti dall’impoverimento delle retribuzioni e dall’esigenza di aumentare il risparmio. Mi sembra utile notare in tal senso che, nel nostro paese, l’aumento del risparmio è “forzato” dalla necessità di avere risorse disponibili in caso di necessità data la sempre più evidente ritirata del Welfare. In altre parole, una quota rilevante del reddito italiano delle fasce medio basse della popolazione viene sottratto necessariamente ai consumi, con un peggioramento della qualità della vita, perché la riduzione delle coperture sanitarie e previdenziali pubbliche obbliga, chi lo può fare, a risparmiare. In tal modo crescono in maniera drammatica le disuguaglianze. Quanto servirebbe, davvero, una forza popolare della Sinistra.

MOTTI DA LEGARE 42

Anna Maria Guideri 18-05-25

1 – Fascismo eterno: l’orda lunga.
2 – Tecnopatia: perché si dovrebbe fare la rivoluzione se abbiamo la tecnica che può risolvere tutti i nostri problemi?
3 – C’è una tale ignoranza in giro da passare quasi del tutto inosservata.
4 – Occidente: un mondo che si autolegittima non sulla base della verità, ma della vanità.
5 – Conformismo: meno si capisce, più si fa finta di capire.
6 – Capitalismo selvaggio, guerre, razzismo, sfruttamento … La scoria maestra di vita.
7 -Guerra in Medio Oriente: bisogna stare sempre dalla parte giusta … anche quando si scopre che è quella sbagliata?
8 – L. Caracciolo: Oggi non ha più senso per la destra e per la sinistra dividersi sull’egemonia culturale … in mancanza dell’oggetto del contendere …
9 – Meloni sembra sincera … sì, come tutti i bugiardi che sono i primi a credere alle proprie bugie!
10 – Frontiere tecnologiche: anestetizzare l’umano e creare l’inumano.
11 – Cos’hanno in comune Trump e Renzi? Bin Salman!
12 – Cos’è che viene tramandato e si proietta nel futuro in perfetto stato di conservazione e a salvaguardia della nostra identità nazionale? Il fascismo!
13 – Trump fallirà? Finché c’è ignoranza c’è speranza.
14 – Il catastrofismo di alcuni intellettuali è un lusso che si possono permettere solo coloro che non hanno seri motivi di temere la catastrofe.
15 – FRATELLI TUTTI: Dal Grande Fratello di Orwell, al Grande Fratello televisivo, ai grandi Fratelli d’Italia …
16 – La democrazia è un sistema imperfetto nato dalla consapevolezza che nessuno è perfetto, con l’intento di porre rimedio alle imperfezioni più gravi.
17 – Il nuovo papa Leone XIV apre a tutti … però bisogna vedere icché c’è dentro!
18 – Il fascio non c’è più, il fascio non c’è più! F.lli d’Italia: Tranquilli, faremo di tutto per non farvene sentire la mancanza.
19 – Il populismo è la versione retorica del sentimento popolare.
20 – AFD ammira molto Meloni: siamo diventati il modello ideale della Germania neonazista.
21 – L’autoritarismo piace perché riesce a fare molte cose, se pur sbagliate. La democrazia piace meno perché impiega più tempo a fare molte cose, se pur giuste.
22 – Avere il culto del capo non significa credere che il capo non sbaglia mai, ma che ha diritto di sbagliare quanto gli pare.
23 – Poiché il fascismo non c’è e non può tornare si può essere fascisti senza destare sospetti.
24 – M. Travaglio: meglio una destra impresentabile che una sinistra forte.
25 – Bisogna colpire Trump nel suo tallone da Killer!
26 – Antifascisti immaginari: è meglio un antifascista immaginario o un fascista vero?
27 – Fra i due – antifascismi – litiganti, il fascismo gode.
28 – Il rischio più grande della democrazia è quello di passare dai diritti ai privilegi.
29 – Coerenza meloniana: essere patriota e stare con Trump che se ne frega dell’Italia.
30 – Meloni: Il problema non è il passato … se fosse passato!
31 – Aiutiamoli a casa loro. Salvini: Papa Francesco è tornato alla casa del Padre … era l’ora!
32 – Comsumismo: di solito coloro che non criticano il consumismo sono quelli che non possono consumare.
33 – Essere a-fascista e non anti-fascista è una furbata per non ostacolare la libera circolazione del pensiero … fascista!

Anna Maria Guideri 18-05-2025

Finanza e genocidio

FONTE Facebook 11-5-25
Alessandro Volpi
Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.

Finanza e genocidio. E’ noto che una parte dei risparmi mondiali, soprattutto in “Occidente”, è indirizzata da grandi società di consulenza, il cui compito è quello di valutare non solo la redditività ma anche l’eticità degli investimenti verso cui indirizzare tali risparmi. In altre parole, per poter qualificare come “etici” gli investimenti, esistono alcuni parametri definiti proprio da queste grandi società: tra tali parametri figurano la violazione dei diritti umani, l’uccisione delle popolazioni, il blocco degli aiuti. In altre parole, le imprese, le banche e altri soggetti finanziari che hanno a che fare con tali crimini non possono ricevere finanziamenti “etici”. Il fatto davvero gravissimo è costituito dalla decisione di alcune di queste società di valutazione come Morgan Stanley e Morningstar di rimuovere molti di tali crimini dalla lista delle “violazioni etiche” per continuare a indirizzare il risparmio gestito verso il finanziamento di imprese e banche israeliane. Si è trattato, in pratica, di cancellare quanto avviene a Gaza, derubricandolo a operazioni ordinarie, per mantenere il bollino etico ad investimenti altrimenti non più possibili. Con buona pace della convinzione di chi si affida ai criteri Esg per avere la coscienza a posto. Che amarezza.

Alessandro Volpi 11-5-25


ESG (Environmental, Social, Governance)

I criteri ESG (Environmental, Social, Governance) sono parametri utilizzati per valutare la sostenibilità e l’impatto etico di un’impresa. Questi criteri vengono sempre più adottati nel settore finanziario per determinare l’accesso ai finanziamenti e agli investimenti a condizioni agevolate2.

Ecco una panoramica dei tre pilastri ESG:

  • Ambientale (Environmental): riguarda l’impatto dell’azienda sull’ambiente, inclusa la gestione delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni e la transizione energetica.
  • Sociale (Social): si riferisce alle condizioni di lavoro, l’inclusione, il rispetto dei diritti umani e il coinvolgimento nelle comunità locali.
  • Governance (Governance): comprende la trasparenza nella gestione aziendale, le politiche anti-corruzione e la struttura di controllo interno.

Le imprese che integrano i criteri ESG nelle loro strategie possono ottenere vantaggi finanziari, come tassi d’interesse agevolati, accesso semplificato al credito e priorità nell’assegnazione di fondi pubblici e comunitari. Inoltre, un buon rating ESG può migliorare la reputazione aziendale e attrarre investitori interessati alla sostenibilità.


FONTE Facebook 11-5-25 Alessandro Volpi Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.