il gatto e il cane hanno le corna?

TITOLO REDAZIONALE
Una pacata meditazione di Alberto Giovannetti
FONTE
Facebook 8-12-24

Sono seduto sul divano in salone, sorseggio un the e sono molto pensieroso…
Ho un’amante e non voglio che mia moglie lo scopra, ho paura che prima o poi dirò accidentalmente il suo nome nel sonno.
Così ho comprato un gatto e gli ho dato il nome della mia amante, così almeno avrò una scusa se mai mi dovesse scappare.
Questa mattina mia moglie ha portato a casa un cane di nome Claudio.
Sono seduto sul divano in salone, a sorseggiare un altro the, e ora sono ancora più pensieroso…

Alberto Giovannetti 8-12-24

se un son grilli un si vogliono

TITOLO REDAZIONALE
Una riflessione seria di Antonio Floridia sui voti e la politica dei 5 stelle
Fonte Facebook 7-12-24

GRILLO, ORAMAI, E’ FUORI DI TESTA…L’ultima sua trovata – la lettera di “referenze” per Conte inviata a Schlein, può essere anche divertente, ma dimostra che Grillo non ha capito proprio niente. A volte capita, un personaggio politico esercita un ruolo, anche importante, e Grillo a suo modo lo ha fatto, ma non si rende proprio conto di quello che effettivamente è successo Altro che regalare voti al PD!! E’ stato il PD a regalare MILIONI di voti al M5S: dapprima nel 2013 (quando Bersani pagò il costo di un sostegno troppo lungo a Monti, e Grillo si avvantaggiò di una grande e molto sospetta copertura mediatica, proprio per azzoppare quella pericolosa coppia di bolscevichi che erano Bersani e Vendola); poi soprattutto nel 2018. e qui Grillo deve solo ringraziare Renzi e le sue politiche; e ancora, in misura minore, nel 2022. Nel frattempo il M5S ha perso sì molti voti, ma sono voti di gente che aveva dei precedenti a destra e che a destra è tornata, già nel 2019, con Salvini e poi con la Meloni. Nell’immediato, non credo proprio che Grillo possa seriamente danneggiare Conte: anzi, – secondo le regole del mercato mediatico, più se ne parla meglio è, …e infatti il M5S è cresciuto nei sondaggi delle ultime settimane. I problemi del M5S sono altri. Più passa il tempo, più appare chiaro che la vera testa pensante del primo M5S fu Gianroberto Casaleggio con la sua ideologia tecno-futurista e antipolitica. Quella vecchia identità si è persa ed è irrecuperabile, e ora il M5S ha il problema di definire cosa vuole essere: definirsi “progressisti indipendenti” mi sembra, per ora, solo una soluzione verbale

Antonio Floridia, 7-12-24

brevi cenni sull’oggi

Spartaco Marchiani Torricini da Facebook ci sintetizza la non rosea situazione 6-12-24

In Francia Macron pur di restare al potere è disposto a cambiare governo ogni 3 settimane.

In Corea del sud parlano di possibile pena di morte per il presidente.

Negli Stati uniti, un vecchio satrapo dopo avere graziato il figlio, si vocifera che voglia graziare anche Fauci (Fonte Corriere della Sera, non la verità).

Intanto nel mondo , in guerre più o meno dichiarate madri figli ragazzini muoiono come mosche.

La soluzione è semplicissima, l’Europa Spenderà mezzo miliardo di euro per armarsi fino ai denti.

E’ anche una cosa logica, quando non ci saranno più ospedali, meglio un fungo atomico che invecchiare.

Ps Presto la Siria tornerà finalmente un paese integralista grazie alla collaborazione israelo americana.

Spartaco Marchiani Torricini, 6-12-24

BERLINGUER NON TI VOGLIO BENE

da Facebook un interessante dibattito sul film di Andrea Segre: Berlinguer – la grande ambizione

Luca Ribechini Berlinguer non ti voglio bene

Scandalo? Vilipendio? Bestemmia?
Calma, non sto mettendo in discussione la levatura morale del compianto Enrico, di fronte alla quale i politici attuali sembrano per lo più omiciattoli.
Ma un politico si valuta anche e soprattutto per quello che fa nell’interesse della collettività ed è per questo che non sono andato e non andrò a vedere “La grande ambizione”, nonostante la solita grande interpretazione di Elio Germano.
“Piccola ambizione”, avrebbe dovuto intitolarsi, il film, se, come si dice, il cuore del racconto è il tentativo appassionato di Berlinguer di realizzare il Compromesso Storico e promuovere una sostanziale adesione ai dettami della socialdemocrazia.
Sono i fatti a testimoniare il fallimento di quella che negli anni successivi sarebbe stata definita “Terza Via”: un sistema che si illudeva di poter attutire gli sconquassi sociali e ambientali inevitabili e intrinseci nel modello economico capitalista.
Senza capire, o facendo finta di non capire, che un sistema che si basa sulla crescita continua e quindi sullo sfruttamento illimitato delle risorse umane e naturali non potrà mai essere controllato dalla politica.
Se una “Terza Via” era ed è possibile, fra capitalismo di stato e capitalismo liberista, essa si fonda sulla capacità (anche intellettuale) di concepire un modello economico e sociale che metta al centro le persone e l’ambiente anziché il profitto, il consumismo, la produttività, la competizione eletta a sistema, anche fra gli stati.
E siccome questo è tuttora possibile, checché se ne dica, l’altro motivo per cui non andrò a vedere il film è che a quanto pare la gente spesso ne esce con la lacrimuccia, rimpiangendo i bei tempi che furono, con i politici onesti e le piazze piene.
Lasciamolo perdere, il passato.
A meno che non ci serva per imparare dagli errori e non ripeterli.

Paola Pacini

Credo che dovreste andare, è un film pulito, che non dà adito a nostalgie e non giudica. Cosa è stato lo sappiamo, purtroppo, non possiamo sapere come sarebbe andata (le prime bandiere rosse insieme a quelle della dc le abbiamo viste in piazza il 9 marzo del ’78), ma certo oggi sappiamo che questo paese era marcio fin da prima, dalla decisione assoluta di non fare i conti col passato fascista.
Nel film la lacrimuccia scappa alle immagini del funerale, perché la morte di berlinguer, 6 anni dopo moro, è stata comunque un grande dolore collettivo, anche per noi che eravamo stati dall’altra parte, contro quel compromesso.

Stefania Campatelli

Ho visto il film e per quanto mi riguarda dei politici dell’epoca rimpiango la qualità oratoria e l’impegno, Il compromesso una strada senza direzione e senza senso

Stefano Cosmai

Io riporterei il tutto al contesto storico in cui certe proposte vennero messe in campo. Consideriamo innanzitutto che gli USA non avrebbero mai accettato un governo comunista in Italia così come prima non lo accettarono in Grecia. La proposta del compromesso storico nacque dalla situazione del pericolo terrorista in cui si trovava il Paese, un terrorismo spesso guidato dai servizi segreti nostri e di altri paesi, e dalla consapevolezza che fosse indispensabile trovare nuove vie per riuscire almeno ad influenzare politicamente la vita del Paese. O era interesse dei lavoratori rinunciarci e inseguire un fantasioso “sol dell’avvenire”?
Alla morte di Berlinguer il compromesso storico era già tramontato e si cercavano nuove vie per rimanere influenti e importanti nella vita del Paese.
La presa di distanza dall’URSS e la “terza via” erano le armi che il PCI aveva in mano e che intelligentemente tentò di usare. Fosse vissuto più a lungo Berlinguer non ci sarebbe mai stata la Bolognina.
Purtroppo la politica non può essere fatta esclusivamente di ideali ma anche di strategia.

Luca Ribechini

Guarda Stefano, è proprio la strategia che è mancata e manca tuttora in gran parte.
Uscire dalla dittatura del Mercato non è solo un ideale, è l’unica misura sensata che può risultare efficace.
Certo, serve un’idea di società completamente diversa da quella mutuata dal modello consumistico occidentale.
E’ qui, al di là del contesto storico, che servono coraggio e lucidità.
Non certo solo afflati idealistici.

Stefano Cosmai

Ma non credo che il PCI volesse accettare tale dittatura. Aveva messe in campo strategie che per gradi dovevano portare a tale risultato. Non possiamo neanche immaginare che avremmo potuto superare la dittatura del mercato così da un giorno all’altro. Purtroppo siamo sempre stati un Paese a sovranità molto limitata e nel quale mai sarebbe stata accettata una guida comunista. So che può apparire non bello, io stesso avevo dei dubbi ma a distanza ormai di anni, dopo essere venuto a conoscenza di tante realtà all’epoca negate, capisco la ricerca di nuovi mezzi per essere influenti. Sono completamente d’accordo sulla necessità di cambiare totalmente il sistema attuale, ma non è una cosa che puoi fare con un colpo di bacchetta ma solo gradualmente. Il fatto è che con la morte del PCI sono morte anche tutti gli ideali e le lotte che esso, bene o male portava avanti.

Luca Ribechini

Stefano Cosmai Non è morto nulla di ciò che meritava di sopravvivere.

Stefano Belardi

Stefano Cosmai All’epoca della Bolognina, sia l’ipotesi del compromesso storico che il ” pericolo” del terrorismo di sinistra erano già dietro le spalle. Nello smantellamento di ciò che restava dell’ideale comunista, penso che abbia influito molto di più la Caduta del Muro, come estremo simbolo del dichiarato fallimento del comunismo di stampo sovietico. Forse con Berlinguer sarebbe stato diverso, quel che è certo è che i successori, e in prima fila Occhetto e D’Alema, chiusero per sempre ( almeno questa era la loro intenzione) la storia del Partito Comunista Italiano, aprendo la strada ai vari surrogati e alla versione deforme del socialismo craxiano. Ad oggi, purtroppo, non si riesce a ricomporre quel che resta di quella storia di Gramsci e di Togliatti, sia nel senso dell’unità a sinistra ( escluso naturalmente il PD democristiano) sia nel senso della sostanza programmatica.

Max Cybergodz

A parte che, per quanto mi riguarda, Berlnguer non è per niente compianto, per il resto sono sostanzialmente d’accordo

Robenza Surya

Tutto passa attraverso il tritacarne del consumismo (anche la cinematografia). E penso che stiamo perdendo il senso dell’etica. Solo su questo, secondo me, dovrebbe basarsi un buon governo. Ed è per questo che ho un buon ricordo di Berlinguer.

Susanna Cappellini

Il passato è invece molto importante, non fosse altro appunto che per non ripetere gli errori già fatti. Tutto va però contestualizzato, all’ epoca la posizione di Berlinguer era illuminata, era a capo di un Partito di grande peso e in un’eventuale alleanza popolare avrebbe potuto dettare le sue condizioni.
Ben altra storia la tragica nascita del PD, fusione a freddo che ha distrutto un grande patrimonio etico e politico, con conseguenze perniciose ancora oggi. E questo è il presente.

Lucia Malvisi

Ho notato, ripensando a quel periodo che c’era una specie di ingenuità. Come potevano noi cambiati con tutti contro? USA, URSS ecc. ?

Stefania Filippi

Alla fine sono andata a vedere il film: mi è piaciuto perché un bel documentario fatto bene,senza pendenze di nessun genere ma che ti ricorda il Vilma in cui siamo cresciuti e soprattutto ti ricorda la recente storia del nostro paese.

Stefania Filippi

Dove è vero a volte ti viene da pensare era meglio..ma con una più attenta riflessione ti rendi vo to lo spessore politico e culturale di quei personaggi tutti e dove capisci cosa abbiamo rischiato .

Stefania Filippi

Quindi lo xo soglio perché un bel e tranquillo documentario storico.

IL GRANDE EQUIVOCO

Carlo Cini propone le considerazioni di Alfredo Facchini Facebook 4-12-24

Nel nostro sgangherato Paese sono ormai 17 anni che è in piedi un “Grande equivoco”, che ha finito per intorbidare irrimediabilmente il dibattito pubblico. Quale? Quello di spacciare il Pd come un partito di Sinistra.
Un equivoco che si è trasformato in un raggiro ai danni del suo elettorato, in particolare quello più genuino.
È una tesi troppo faziosa? Stiamo all’attualità per verificarne l’attendibilità.
Neanche una settimana fa a Bruxelles il Pd contribuisce all’elezione di Ursula Von Der Leyen alla guida della Commissione Europea, senza i suoi Si non sarebbe stata rieletta, vota un commissario italiano di Fratelli d’Italia, anche in questo caso decisivi i consensi del Pd, sottoscrive l’Agenda Draghi 2 che raccomanda una massiccia campagna di riarmo per sconfiggere Putin, controfirma nuovi pacchetti di miliardi e armi per Kiev fino alla vittoria, avalla l’uso dei
missili a lungo raggio e delle mine antiuomo contro la Russia, giudica illegittime le votazioni in Georgia, tace sul Genocidio in atto a Gaza.
Ufficialmente dal 27 novembre il Pd governa in Europa assieme alla Meloni.
È sufficiente per affermare che non c’è una sola cosa di Sinistra?
Il Pd, incarnato dal suo gruppo dirigente, è tecnicamente un partito di stampo liberale, con venature progressiste.
Libero mercato, riduzione del ruolo dello Stato, privatizzazioni, meritocrazia, protezione dello Stato di diritto, diritti civili, tolleranza e inclusione, sostenibilità ambientale.
Il Paese dei balocchi per un moderato benestante.
La Sinistra, cara Elly, è un altro film. Basterebbe leggersi il programma con cui il Nuovo Fronte Popolare ha vinto le elezioni in Francia.
Per dire: salario minimo mensile a 1.600 €, limiti di prezzo per alimenti essenziali, elettricità, gas e benzina, abrogazione dell’età pensionabile a 64 anni, investimenti nella transizione verde e nei servizi pubblici, tassa sui superprofitti delle aziende e patrimoniale per i super ricchi. Riarmo si, ma civico.
Si tratta ovviamente non del superamento del Capitalismo, ma di una rottura frontale con l’ordine economico costituito. Con quattro decenni di ortodossia economica neoliberista.
Ecco perché un partito pro-business come quello di Elly Schlein non può dirsi mai di Sinistra.
Del resto era tutto già scritto per <<chi ha visto nascere nel 2007 il Partito Democratico con il discorso di Walter Veltroni al Lingotto, tutto costruito sulla centralità dell’impresa e della competizione individuale nella società>>. (Jacobinitalia)
Nel Pantheon diessino c’erano le personalità più diverse fra loro – da Gobetti a Gandhi, da Bobbio a Bob Dylan – tutti tranne, come osserva il professor Canfora, <<socialisti e comunisti. Il partito viene chiamato democratico per devozione a John Kennedy – una specie di feticcio nella testa di questi signori – e rinuncia a tutta la storia del movimento socialista mondiale: il programma dei socialisti tedeschi, quello di Erfurt del 1898, quello di Heidelberg del 1925, quello di Bad Godesberg del 1959. Tutto questo viene considerato come vecchiume da dimenticare. Grazie alle scelte dissennate dei dirigenti del Pd, non molto preparati, oggi siamo all’idolatria verso l’europeismo, un concetto privo di contenuto. È l’unico pensiero che naviga in queste teste, ma non vuol dire nulla>>.
Insomma Pd e Sinistra non possono stare nella stessa frase. Mai. Non è una battuta brutale. Dispiace per la gente che lo vota o per tradizione o perché è il male minore. Meno per quelli che lo fanno per convinzione.
Polemizzare talvolta è sterile, ma dire la verità non è inutile.

Alfredo Facchini

Caos quotidiano

Corrado Cirio da Facebook 4-12-24

I jadisti attaccano in Siria. A sostegno di Assad intervengono gli aerei russi. Arrivano anche dall’Iraq le milizie scite. Gli aerei americani attaccano le milizie scite.
Intanto la “tregua” tra Israele e Libano è finita prima di cominciare.
A Gaza continua il genocidio.
La Corea del Sud dichiara la legge marziale contro la sua opposizione parlamentare accusata di essere troppo filo corea del nord.
In Georgia il partito al governo ottiene il 53% dei voti (il secondo è all’11%,) ma il parlamento europeo senza alcuna prova non riconosce il risultato, spingendo la gente a rivoltarsi in piazza a cercare una seconda Maidan, dopo averci provato in Serbia e tra qualche giorno in Romania.
Alla guerra in Ucraina ogni giorno vengono aggiunti cadaveri a migliaia, con la Nato che chiede agli Ucraini di chiamare alle armi i diciottenni, e tenta l’escalation dei missili a lunga gittata.
Il generale Rob (comando Nato) invita gli europei a fare urgenti preparativi di guerra.
L’unica ragione vera di tutto ciò è l’agitarsi di un mondo in declino che non sa trattare, ma solo usare caos e violenza.
Il declino dell’impero americano si prospetta bagnato di sangue altrui.

Corrado Cirio 4-12-24

PATRIARCATO

Una riflessione di Anna Maria Guideri
segue sullo stesso argomento un articolo di Martino Dettori e il successivo intervento di A.M.Guideri


ovvero, alla ricerca del potere perduto …

Elly Schlein, nel suo libro La nostra parte pubblicato nel 2022 all’indomani della sua elezione a Segretaria del PD, affronta il tema del patriarcato dedicandogliun capitolodi venti pagine.
Di questo complesso fenomeno sociale e culturale ripercorre alcune tappe recenti, remote e personali in varie occasioni, come le proteste femministe contro Donald Trump allora al suo primo mandato presidenziale, contro le discriminazioni delle minoranze di diverso orientamento sessuale, per poi risalire al colonialismo e a tutte le forme di oppressione e di emarginazione. C’è un filo nero – scrive Schlein – che unisce tutti i tipi di violenza e porta il marchio del patriarcato. Quindi, il patriarcato, non si limita solo al dominio dell’uomo sulla donna, ma si estende a tutte le realtà sociali e culturali mirando al controllo del pianeta e di tutto ciò che contiene: il clima, la natura e tutti gli esseri viventi. È, la sua, una visione totalitaria che ci destina a sottostare a schemi e stereotipi che dovrebbero essere caduti in disuso, ma che purtroppo sono ancora tremendamente presenti. Un potere, il patriarcato, che tende a plasmare la società per renderla conforme ai propri modelli in funzione dei propri interessi.

Leggi tutto “PATRIARCATO”

Non abbiamo più paura della bomba?

Corrado Cirio su Facebook 22-11-24

Nella più totale indifferenza dei media italiani , che hanno derubricato la cosa a notiziola tra tante, ieri in Ucraina è stato utilizzato per la prima volta nella storia dai russi un missile balistico intercontinentale ipersonico a testata plurima, denominato Oreshnik.
L’uso di tale arma -questa volta con testate cinetiche-è stato accompagnato dall’annuncio di Putin che la Russia si ritiene in guerra con le nazioni che forniscono agli ucraini missili e assistenza per colpire in profondità il territorio russo. Il riferimento è esplicitamente diretto in particolare alla Gran Bretagna, che ha fornito gli storm shadow che hanno colpito ieri il comando russo del fronte nord, provocando a detta dello stesso Putin “morti e feriti”.
Tale arma ha dimostrato al di là di ogni dubbio che la Russia è in grado di colpire senza alcuna possibilità di opposizione entro 12.000 chilometri qualsiasi obbiettivo, rilasciando un elevato numero (le immagini sembrano indicare 36) di testate singole.
Se è comprensibile la continua ricerca di innalzare il livello dello scontro da parte degli ucraini, ormai alla disperazione per le continue sconfitte sul fronte, è incomprensibile la sottovalutazione del crescente rischio di inarrestabile estensione del conflitto da parte soprattutto di inglesi e francesi, ed il silenzioso assenso da parte di paesi come il nostro che sono comunque coinvolti nell’escalation. L’evanescente leadership americana ha con tutta evidenza perso il controllo della situazione.
Il messaggio che porta con sè l’Oreshnik è chiarissimo: al prossimo utilizzo degli storm shadow in territorio russo verrà colpita in qualche modo l’Inghilterra.
Se qualcuno è così folle da pensare che si tratti di vuote minacce, o di bluff, è da temersi fortemente quello che succederà nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi.

Corrado Cirio