Il grave errore di Meloni sullo spread/A.Volpi

FONTE
*Post Facebook del 16/05/2025
L’Antidiplomatico
Sinistrainrete
Published: 22 May 2025
Created: 17 May 2025

di Alessandro Volpi*

Voglio tornare, in maniera più articolata, sulle dichiarazioni della presidente Meloni relative allo spread sceso sotto i 100 punti che indicherebbe, a detta di Meloni, una maggiore affidabilità del debito italiano rispetto al debito tedesco. Si tratta, a mio parere, di un errore molto grave, e decisamente preoccupante. Provo a spiegarmi meglio. Da gennaio ad aprile del 2025, in Europa sono stati emessi titoli di Stato per circa 600 miliardi di euro, un record storico.

E’ evidente che i vari paesi hanno bisogno di risorse e che i loro debiti trovano compratori anche perché il debito americano appare meno sicuro e meno attrattivo. È altrettanto evidente che un’emissione così massiccia genera una forte concorrenza tra i vari Stati nel trovare compratori e dunque può determinare un aumento dei rendimenti da offrire e degli interessi da pagare. A fine anno si stima che il totale delle emissioni dei vari Stati europei arriverà a sfiorare i 1000 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 230 miliardi relativi ai titoli che la Bce ha comprato negli anni passati e che ora rimette in vendita.

Dunque, siamo di fronte a una cifra enorme, in cui peserà molto anche il debito tedesco, ritenuto in assoluto il più sicuro e pertanto il più pericoloso in termini di concorrenza agli altri debiti nazionali. Naturalmente, non bisogna affatto trascurare le emissioni di titoli americani, che saranno pari a circa 9000 miliardi di dollari – nove volte il debito emesso in Europa! – e quello di altri paesi del mondo. Tutto questo per dire che il collocamento del debito durante i prossimi anni non sarà affatto semplice, al di là del rapporto tra offerta e domanda di titoli, e i costi del suo collocamento rischiano di salire molto.

In tale panorama l’Italia dovrebbe collocare, nel 2025, circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo del totale europeo, e dovrà farlo senza fidare sui canali usati negli ultimi anni: non saranno più possibili infatti ingenti acquisti della Banca d’Italia, decisivi nel recente passato, e neppure quelli della Bce, che, come detto, anzi venderà anche titoli italiani, contribuendo a deprezzarli. Non saranno possibili neppure acquisti troppo ingenti da parte delle banche e delle assicurazioni italiane, già imbottite di debito italiano.

Accanto agli acquisti delle “famiglie” italiane, sarà molto probabile l’esigenza di un intervento di grandi investitori esteri – i fondi di gestione del risparmio in primis – per una percentuale più ampia rispetto agli anni precedenti che potrebbero arrivare a incidere fino al 40% del totale degli acquisti. Una simile condizione comporterebbe due conseguenze. La prima è rappresentata da un rialzo dei rendimenti, soprattutto per le brevi e le medie scadenze, ritornando verso il 4%.

La seconda è riconducibile alla maggiore dipendenza del nostro debito dai già ricordati grandi fondi, a cominciare da BlackRock, che saranno così ancora più in grado di condizionare le scelte di politica economica italiana: più privatizzazioni, più previdenza e sanità private, più asset strategici ceduti.

La superficialità di Meloni, alla luce di ciò, è decisamente allarmante.


*Post Facebook del 16/05/2025

La via cinese alla democrazia

La “teoria della triplice rivoluzione” cinese e l’analisi marxista MR 2025/1
Questa è una sintesi fatta con ChatGPT del documento che abbiamo tradotto dalla rivista on line Monthly Review per 42rosso.
Vedi LINK al testo inglese e a quello italiano
TITOLO REDAZIONALE

Il testo fonte di questa sintesi è disponibile


edizione originale inglese su Montlhy Review

traduzione italiana su 42rosso

 Sintesi complessiva : Teoria della Triplice Rivoluzione

La Teoria della Triplice Rivoluzione costituisce una concezione integrale e dinamica del passaggio storico dal capitalismo al comunismo, articolata in tre dimensioni fondamentali – rivoluzione sociale, rivoluzione politica e rivoluzione ideologica – che si intrecciano nel lungo processo di Rivoluzione Transitoria. Essa fornisce una chiave interpretativa per comprendere il pensiero marxista in modo completo, specialmente nel contesto contemporaneo della Cina socialista.

🔹 Capitolo I – Rivoluzione Sociale: la trasformazione della base economica

Il primo pilastro riguarda la trasformazione delle forze produttive e dei rapporti di produzione. Il capitalismo, pur avendo sviluppato le forze produttive su scala globale, mantiene relazioni di produzione contraddittorie fondate sulla proprietà privata e sull’accumulazione del capitale.

  • Il compito della rivoluzione sociale è superare la proprietà privata, il lavoro salariato e la legge del valore come meccanismi regolatori dell’economia.
  • Si afferma un’economia collettiva, pianificata e pubblica, basata sulla proprietà comune e sulla distribuzione secondo il lavoro (prima fase), poi secondo i bisogni (fase comunista).
🔹 Capitolo II – Rivoluzione Politica: trasformazione della sovrastruttura statale

Il secondo asse della rivoluzione è politico: non si esaurisce nel rovesciamento del vecchio potere statale, ma implica la trasformazione dell’intera sovrastruttura politica.

  • Dopo la presa del potere da parte della classe operaia, si avvia un processo che porta all’estinzione dello Stato, del partito come strumento di dominio di classe e della divisione di classe stessa.
  • Al loro posto emergono nuove forme di autogoverno, partecipazione diretta, e amministrazione sociale basata sulla democrazia dei produttori.
🔹 Capitolo III – Rivoluzione Ideologica: liberazione della coscienza umana

La terza dimensione della rivoluzione è spirituale e culturale: il cambiamento delle strutture materiali non è sufficiente senza la trasformazione della coscienza sociale.

  • Occorre superare l’egoismo, il materialismo volgare e l’individualismo morale tipici della coscienza borghese.
  • Si sviluppa una coscienza comunista fondata su altruismo, razionalità scientifica e collettivismo morale. L’essere umano si emancipa anche nel pensiero, diventando pienamente libero e cosciente.
🔹 Capitolo IV – La Rivoluzione Transitoria: processo storico complesso

La Rivoluzione Transitoria è il processo storico unitario che integra le tre dimensioni rivoluzionarie e le realizza in forma concreta. È caratterizzata da:

  1. Sviluppo delle forze produttive che elimina le divisioni storiche tra città/campagna, lavoro manuale/intellettuale, industria/agricoltura.
  2. Superamento dei privilegi economici (proprietà privata, meccanismo di mercato) e affermazione della giustizia collettiva.
  3. Trasformazione delle strutture politiche: scomparsa di classi, Stato e partiti, sostituiti da amministrazioni pubbliche democratiche e auto-organizzate.
  4. Elevazione della coscienza sociale: dalla distruzione di pregiudizi borghesi (egoismo, irrazionalità, individualismo) all’affermazione di una nuova etica comunista e scientifica.

La Rivoluzione Transitoria culmina nella Repubblica Sociale, forma di passaggio tra Stato e non-Stato, e nella nascita di una Unione di cittadini liberi.

🔹 Conclusione

La Teoria della Triplice Rivoluzione si presenta come una categoria generale e sistemica, in grado di tenere insieme:

  • la dimensione temporale (continuità e transizione storica),
  • la dimensione spaziale (trasformazione articolata delle varie sfere sociali),
  • la coerenza logica (relazione dialettica tra struttura ed espressione sovrastrutturale),
  • l’approccio integrato (rivoluzione come processo unitario e multilivello).

Questa teoria rafforza l’orientamento marxista in chiave contemporanea e cinese, sottolineando che solo attraverso una trasformazione integrale – sociale, politica e ideologica – è possibile realizzare pienamente il comunismo. Il soggetto rivoluzionario rimane la classe operaia, ma con una visione allargata che coinvolge l’intero popolo lavoratore nel grande progetto del socialismo con caratteristiche cinesi.

Cortocircuito psichiatrico

FONTE Facebook Paola Boschin

Il Gayo senatore Scalfarotto è  andato con il compagno in Ucraina  a Kiev.   Anni e anni a lottare contro i pregiudizi e l’omotransfobia e poi si fa  fotografare a fianco di una scritta di un carrarmato  che dice  

“Russi froci”

Quando vorrete spiegare ai vostri figli il significato delle  parole  CIALTRONE, IPOCRITA , COMICO fategli vedere la foto di Scalfarotto.

Tanto per farsi una risata

FONTE Facebook Alessandro Volpi 19-5-25
TITOLO redazionale

Chiacchiere. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le economie del Vecchio Continente non crescono: il Pil reale salirà dell’1,1 nell’Unione e dello 0,9 nell’eurozona quest’anno, per arrivare, rispettivamente all’1,5 e all’1,4 nel 2026. Dunque, non ci saranno effetti veri, provenienti dagli investimenti pubblici, mentre peserà l’incertezza dei dazi. Peraltro, è significativo che l’area euro faccia peggio del resto dell’Europa a dimostrazione del pessimo uso della moneta unica. L’Italia, al di là dei proclami, cresce meno della media europea, registrando lo 0,7 quest’anno e lo 0,9 il prossimo: una crescita inferiore a quella tedesca, che sarà dell’1,1% e di larga parte dell’Europa, e legata quasi solo al Pnrr. Il dato rilevante in termini politici e sociali, infatti, è un altro. Mancano i consumi interni, contratti dall’impoverimento delle retribuzioni e dall’esigenza di aumentare il risparmio. Mi sembra utile notare in tal senso che, nel nostro paese, l’aumento del risparmio è “forzato” dalla necessità di avere risorse disponibili in caso di necessità data la sempre più evidente ritirata del Welfare. In altre parole, una quota rilevante del reddito italiano delle fasce medio basse della popolazione viene sottratto necessariamente ai consumi, con un peggioramento della qualità della vita, perché la riduzione delle coperture sanitarie e previdenziali pubbliche obbliga, chi lo può fare, a risparmiare. In tal modo crescono in maniera drammatica le disuguaglianze. Quanto servirebbe, davvero, una forza popolare della Sinistra.

Finanza e genocidio

FONTE Facebook 11-5-25
Alessandro Volpi
Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.

Finanza e genocidio. E’ noto che una parte dei risparmi mondiali, soprattutto in “Occidente”, è indirizzata da grandi società di consulenza, il cui compito è quello di valutare non solo la redditività ma anche l’eticità degli investimenti verso cui indirizzare tali risparmi. In altre parole, per poter qualificare come “etici” gli investimenti, esistono alcuni parametri definiti proprio da queste grandi società: tra tali parametri figurano la violazione dei diritti umani, l’uccisione delle popolazioni, il blocco degli aiuti. In altre parole, le imprese, le banche e altri soggetti finanziari che hanno a che fare con tali crimini non possono ricevere finanziamenti “etici”. Il fatto davvero gravissimo è costituito dalla decisione di alcune di queste società di valutazione come Morgan Stanley e Morningstar di rimuovere molti di tali crimini dalla lista delle “violazioni etiche” per continuare a indirizzare il risparmio gestito verso il finanziamento di imprese e banche israeliane. Si è trattato, in pratica, di cancellare quanto avviene a Gaza, derubricandolo a operazioni ordinarie, per mantenere il bollino etico ad investimenti altrimenti non più possibili. Con buona pace della convinzione di chi si affida ai criteri Esg per avere la coscienza a posto. Che amarezza.

Alessandro Volpi 11-5-25


ESG (Environmental, Social, Governance)

I criteri ESG (Environmental, Social, Governance) sono parametri utilizzati per valutare la sostenibilità e l’impatto etico di un’impresa. Questi criteri vengono sempre più adottati nel settore finanziario per determinare l’accesso ai finanziamenti e agli investimenti a condizioni agevolate2.

Ecco una panoramica dei tre pilastri ESG:

  • Ambientale (Environmental): riguarda l’impatto dell’azienda sull’ambiente, inclusa la gestione delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni e la transizione energetica.
  • Sociale (Social): si riferisce alle condizioni di lavoro, l’inclusione, il rispetto dei diritti umani e il coinvolgimento nelle comunità locali.
  • Governance (Governance): comprende la trasparenza nella gestione aziendale, le politiche anti-corruzione e la struttura di controllo interno.

Le imprese che integrano i criteri ESG nelle loro strategie possono ottenere vantaggi finanziari, come tassi d’interesse agevolati, accesso semplificato al credito e priorità nell’assegnazione di fondi pubblici e comunitari. Inoltre, un buon rating ESG può migliorare la reputazione aziendale e attrarre investitori interessati alla sostenibilità.


FONTE Facebook 11-5-25 Alessandro Volpi Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.

IL DIVINO GIULIVO

L’attacco continuo delle destre agli intellettuali “sinistri” e “sinistrati” assume toni sempre più farseschi.
Riportiamo di seguito alcuni interventi su Facebook che denunciano la campagna in corso.
FONTE Facebook Enrico Rossi 10-5-25
FONTE Facebook Pierluigi Sullo 10-5-25
TITOLI REDAZIONALI

L’opera buffa al Niccolini

Enrico Rossi

Buongiorno.
Al teatro Niccolini di Firenze si sono adunati per parlare di cultura i fratelli d’Italia.
È già questa affermazione ha un vago sapore di ossimoro, di un accostamento incongruente.
A due passi dal duomo di Firenze, nelle strade dove i partigiani combatterono contro i nazifascisti per liberare la città, sui marciapiedi dove sono incastonate le pietre di inciampo per ricordare le vittime della deportazione nei campi di sterminio, gli eredi di Mussolini e di Almirante hanno messo in mostra il loro revanscismo, il loro desiderio di rivincita sulla cultura democratica e antifascista.
Hanno iniziato, per preparare l’evento, qualche settimana fa, chiedendo di intitolare una strada al filosofo Giovanni Gentile: un intellettuale di primo piano del Novecento ma anche “filosofo del fascismo”, aderente alla Repubblica Sociale, che non si dissociò mai dalle leggi razziali e dai crimini del regime.
L’operazione non è riuscita per la giusta e ferma opposizione della sindaca, Sara Funaro, e del centro sinistra che governa la città.
Ma i fratelli d’Italia sono andati avanti ugualmente, affidandosi, con grande sprezzo del pericolo, all’intervento del ministro della cultura Alessandro Giuli.
Egli, in nome della “pacificazione” e della rivalutazione della identità culturale nazionale ha prima criticato la scelta del Comune e poi si è scatenato in una serie di attacchi funamboleschi e sguaiati ad esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo.
Nel mirino sono finiti, con nome e cognome: l’ intellettuale Tommaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena -rimosso dall’incarico di presidente della Fondazione Ginori per essere un avversario di questo governo-; l’attore Elio Germano, per avere interpretato magistralmente Enrico Berlinguer e averne rilanciato la figura col film “La grande ambizione”; e la comica Geppi Cucciari per avere ironizzato sull’oratoria prolissa e arzigogolata del ministro.
Alessandro Giuli, è un intellettuale della nuova destra, conservatore, revisionista e post fascista che propone una lettura della storia d’Italia intenzionata a ridurre le differenze tra fascismo e antifascismo nel nome di una cultura nazional-identitaria, egemone e alternativa a quella antifascista e democratica che ha caratterizzato dal dopoguerra gran parte della cultura italiana.
In realtà si può stare tranquilli.
I discorsi acrobatici ed esibizionistici del ministro Giuli e i suoi viaggi al Vittoriale per rendere omaggio a D’Annunzio, vate nazionale e precursore del fascismo, non otterranno grandi effetti sulla cultura italiana e sull’opinione pubblica.
Purtroppo, molto più danno ha fatto invece la separazione, per responsabilità della sinistra, tra la politica e gli intellettuali e la cultura in generale. Ed è su questo che bisognerebbe lavorare, con pazienza e tempi lunghi, per costruire il rinnovamento reale del Paese.
Dell’evento fiorentino, è degno di nota soprattutto l’intervento di Ignazio Benito La Russa, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato, il quale ha invitato a disertare il voto per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza.
Anzi, in posa da eroe, ha proprio detto che lui farà propaganda per l’astensionismo.
Verrebbe quasi da ringraziarlo e da sperare che sia coerente con i suoi annunci e non perda giorno per invitare gli italiani a restare a casa.
Sono sicuro che ne trarrà vantaggio la nostra campagna referendaria e che, anche grazie a La Russa, una valanga di italiani si convincerà della necessità di votare.
Enrico Rossi 10-5-25


Pierluigi Sullo

Il ministro della cultura, diciamo così, Giuli, quello che veste come un elegantone del 1910, ha detto che “la sinistra” non ha più intellettuali, solo comici. Ce l’aveva in particolare con Elio Germano, uno tra i migliori attori italiani. Ora, tutti a dire “ma al governo non ci sono mica i fascisti, sono un’altra cosa”. Sarà vero, ma cosa c’è di più fascista per il disprezzo nei confronti degli intellettuali? E poi da che pulpito: Giuli sarebbe un adoratore del sole, un pagano, proprio come i nazisti negli anni trenta. Perciò, più che fascisti al governo, si dovrebbe parlare di nazisti al governo.
Dopo di che, tutto dipende da cosa intenda il ministro per “sinistra”. Se si tratta del Pd e dintorni, si sbaglia, lì nessuno fa il comico, sono tutti tristi e ripetitivi. Quasi tutti, Pierluigi Bersani è molto spiritoso. E quanto agli intellettuali “di sinistra” intesi come docenti e simili, c’è il precedente del giuramento al regime, negli anni trenta, quando tutti, o quasi, giurarono, e quindi il trasformismo e la viltà non sono una novità.
Però ci sono, oltre agli attori, molti scrittori non comici e anzi drammatici che forse non sono di sinistra in quel senso, ma certo sono avversari del neoregime e dei ministri arroganti e ignoranti, e quasi sempre tragicamente comici, come Giuli, Lollobrigida, Valditara (secondo cui nelle scuole si deve insegnare solo la storia dell’occidente, non essendo affatto chiaro cosa sia, l'”occidente”), il ministro ambientalnucleare e così via (non cito Salvini e il celebre chiodo perché è troppo facile).
Per fortuna in Italia si possono ancora fare film come quelli che Elio Germano interpreta magnificamente. E ricorderei a Giuli, che non sa nulla, che un “comico” indubbiamente di sinistra ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, si chiamava Dario Fo.
Pierluigi Sullo 10-5-25


L’attacco continuo delle destre agli intellettuali “sinistri” e “sinistrati” assume toni sempre più farseschi. Riportiamo di seguito alcuni interventi su Facebook che denunciano la campagna in corso. FONTE Facebook Enrico Rossi 10-5-25 FONTE Facebook Pierluigi Sullo 10-5-25 TITOLI REDAZIONALI

La bella e la bestia

FONTE Facebook 9-5-25
Lorenzo Tosa
TITOLI redazionali

quando la bestia non diventerà mai principe

Ci ha dovuto pensare Geppi Cucciari, una comica, per fare quello che in un Paese appena decente avrebbe dovuto fare il Presidente del Senato: sensibilizzare i cittadini italiani – e i giovani in particolare – sul diritto e dovere di andare a votare.
Lo ha fatto con un monologo semplicemente straordinario ad “Amici” sul Referendum e sul senso stesso della democrazia.
Che è anche la risposta più bella, giusta, potente che si potesse dare a Ignazio Benito Maria La Russa.
“Su qualsisia argomento abbiamo le idee chiarissime. Poi ci capita di dover uscire di casa per votare per qualcosa di importante e ci asteniamo.
Vi chiedo: chi ha visto il film Paola Cortellesi ‘C’è ancora domani?’ Quasi tutti fortunatamente. Era il 1946, l’Italia usciva da un periodo che secondo qualcuno ha fatto ‘cose buone’, ma non fatevi fregare: non ha fatto cose buone.
Quando fu scritta la Costituzione un senatore disse che le donne non potevano giudicare anche per motivi fisiologici, ovvero il ciclo. Adesso… non è vero, ma se anche fosse vero, voi uomini per non capire una mazza che scusa avete? E poi: da quando c’è la Democrazia noi donne finalmente possiamo votare, schierarci, destra, sinistra, centro.
Ecco, la democrazia è come un condominio, spesso hai vicini insopportabili, un casino, ma almeno non c’è un prepotente che decide per tutti. Anche non votare è una scelta, però è più una questione di principio, sotto la bandiera tricolore a volte sembra esserci un motto ‘Fatti i ca**i tuoi’, ma se te li fai sempre e comunque prima o poi qualcuno si farà i tuoi e deciderà al posto tuo: su cose piccole, medie e grandi.
Per questo, siccome siete quelli del futuro, dite la vostra senza paura. Affermate che potete farlo, ne avete diritto. In un mondo di conoscenti e di impiegati della democrazia, siate folli e siate amici”.
Immensa.
Se fossi in La Russa, dopo un discorso del genere, non mi farei vedere fino al 10 giugno. E possibilmente oltre.


FONTE Facebook 9-5-25 Lorenzo Tosa TITOLI redazionali

VOTA SI AI REFERENDUM

Tante sono le ragioni per andare a votare ai referendum dell’8-9 giugno 2025.
Basterebbe il fatto che Ignazio La Russa ha detto di non andare a votare.


Tante sono le ragioni per andare a votare ai referendum dell’8-9 giugno 2025.Basterebbe il fatto che Ignazio La Russa ha detto di non andare a votare.