CRUDELIA ME-LON

(sull’aria di Crudelia De Mon)
FONTE
TESTO Anna Maria Guideri
IMMAGINE da Facebook Ilario Poggesi 25-12-24

Io sono Crudelia, Crudelia ME-LON
arringo la folla dall’alto balcon …
io di Benito son l’incarnazion …
Crudelia, Crudelia ME-LON.

Io sono Crudelia, Crudelia ME-LON,
se alzo la voce, lo fo per passion
e dei migranti fo l’epurazion …
Crudelia, Crudelia ME-LON.

Io li spedisco tutti in Albania
e giuro che non torneranno qua,
se poi qualcuno muor, non vado nel pallon:
sono o non sono Crudelia ME-LON?

Io sogno il fascismo, fascismo mondial,
la democrazia per me è un grande mal
e mi fa schifo la Costituzion …
mi chiamo Crudelia ME-LON!

Io vittima son, io vittima son
della sinistra che rompe i coglion …
Se la sinistra fotto, provo eccitazion:
mi chiamo Crudelia ME-LON

A volte mi travesto da angioletto
e sfodero il sorriso d’occasion,
ma se m’arrabbio allor io semino il terror:
mi chiamo Crudelia ME-LON!

La stampa mi sfotte, ce l’hanno con me.
ma ai giornalisti io dico: tiè!
Dei comunisti io non ho paura,
ricorro alla censura perché son
Crudelia, Crudelia ME-LON!

E devo affrontar la calamità
di legalizzare le diversità;
pe’ i gay vorrei la santa inquisizion …
mi chiamo Crudelia ME-LON!

La più potente dell’Europa son …
se la sinistra fa l’opposizion
in nome dell’amor, le sparo col cannon:
mi chiamo Crudelia ME-LON!

Fascista io son, fascista io son,
mi chiamo Crudelia, Crudelia ME-LON!
Fascista io son, fascista io son …
mi chiamo Crudelia, Crudelia ME-LON!

Anna Maria Guideri 24-12-2024

Buoni libri e buon Natale

TITOLO REDAZIONALE
La nostra carissima libraia Cinzia Zanfini ci aggiorna con i suoi ricordi in libreria
FONTE Facebook 24 -12-24

Buon Natale a una GC* del mio cuore.

Questa primavera il Festival di Letteratura Working Class si è tenuto a metà del mese di aprile ma sono stati due giorni davvero caldissimi e sul piazzale di GKN si doveva rincorrere l’ombra. Tra gli spettatori c’era un’anziana signora che si è sistemata su una seggiolina e non si è mai lamentata per il caldo o perché aveva sete. Questa signora è la Maestra Sonia una nostra storica GC, e per anni è stata maestra elementare a Barberino del Mugello. L’ho conosciuta più di trent’anni fa quando ancora insegnava e frequentava il settore ragazzi. Acquistava molti libri per bambini da portare a scuola e li pagava di tasca sua. Era (ed è ancora) una di quelle insegnanti che credono fermamente nel valore della Scuola Pubblica. Acquistava anche molti libri per fare regali ai nipoti e ai parenti. Per lei regalare un libro è una cosa importante. Insomma sono trascorsi gli anni e quando arriva in libreria (adesso deve farsi accompagnare dalla figlia o dai nipoti) è sempre una festa. Quando qualche anno fa c’è stato il terremoto a Barberino di Mugello noi l’abbiamo chiamata per sentire come stava. Ed è stata la prima cliente alla quale abbiamo telefonato subito dopo il lockdown quando, prima di tutti gli altri, noi librai abbiamo ripreso a lavorare. I suoi nipoti nel frattempo sono cresciuti e sono giovani molto in gamba. La Maestra Sonia, compagna di provata fede, è spesso presente a iniziative politiche. Quando non la vediamo in libreria ci allarmiamo e, siccome in questo periodo non l’avevamo vista, ho mandato un whatsapp a suo nipote Pietro per accertami che tutto fosse a posto.
La Maestra Sonia ha avuto un piccolo incidente e si sta rimettendo. Mi dispiace di non averle potuto dire di persona della mia pensione. Ma tanto ci vedremo in giro alle iniziative di Arci Toscana o di Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze.
Alla Maestra Sonia faccio i miei più sinceri auguri per una pronta guarigione e per un Felice Natale e per un Nuovo Anno di Resistenza ✊🏻
*GC = Gentile Cliente.

Cinzia Zanfini Nuovo 24-12-24 #vitadalibraia

Lo scontro di civiltà 23.12.24

Aggiornamento sullo scontro in corso tra il democratico Occidente ed il perfido Oriente.
Nota n.1
FONTE Facebook Franco Bortolotti 23-12-24

ultime di Trump:

1) Il canale di Panama è mio, l’abbamo pagato noi (gli Usa) e devono rendercelo.

2) la Groenlandia deve essere mia. E’ troppo importante per lasciarla ai danesi; per questo ho scelto un miliardario (il fondatore di PayPal) per trattare con i danesi

3) Esercito, scuola, università: caccerò da lì tutti i transgender, e vieterò le mutilazioni genitali ai bambini (credevate che fossero in SUdan o in SOmalia, eh eh ?).

Per oggi basta così…

Franco Bortolotti 23-12-24

La Sorpresa di Natale di Gino Benvenuti

Un racconto di Gino Benvenuti
FONTE Giorno per giorno, 2018

-Tra quattro giorni sarà Natale e quest’anno cade di Lunedì- pensò il direttore Soldini dopo essere tornato in taxi, a causa della pesante ed imprevista nevicata, nella sede principale della banca da lui diretta.

Seduto in poltrona, appena finito di fare il consueto incontro con il suo vice nella filiale a lui più lontana, si mise subito al lavoro per verificare 1’ organizzazione del piccolo rinfresco che tutti gli anni si teneva alla vigilia delle feste di Natale tra gli impiegati di questa piccola banca molto legata al territorio. L’appuntamento quest’anno fu previsto per Sabato mattina alle ore 9 nella sala delle conferenze in maniera da permettere a tutti di ritirarsi in tempo utile per le varie spese e gli impegni familiari. Rilesse il proprio discorso dell’anno precedente e pensò di trascrivere alcuni nuovi periodi.

-Faccio bene ad aggiungere queste cose importanti- commentò nel rileggere le due frasi che aveva precedentemente annotato con cura su un foglietto -anche se non ci sono state particolari novità rispetto all’anno scorso sarebbe sconveniente riproporlo uguale- precisò dopo averlo riletto ad alta voce nella sua stanza.

Fece recapitare il testo alla segretaria che in brevissimo tempo glielo riconsegnò dattiloscritto.

Leggi tutto “La Sorpresa di Natale di Gino Benvenuti”

Il dolce di Natale by Sandra Vegni

Un altro giorno, un altro raccontino
Carla Cristini, Il dolce di Natale
FONTE Facebook 22-12-24

A casa mia il Natale era la festa a cui tutta la famiglia dedicava una lenta ed accurata preparazione. A noi figlie il ruolo di assistenti in tutte le attività. A mio padre era riservato l’allestimento del presepe e dell’albero: predisponeva su un tavolo un’arcata per sorreggere il cielo stellato, disegnato sulla carta azzurra con le stelle dorate, e modellava con il cartone colline e pianure, compresa la vallata del fiume. Poi, a tempo perso, ricavava casette e torri da rotoli di carta igienica e cartoncino di vecchie cartellette dell’ufficio. Per l’albero le lucine, a formare la catena, venivano collegate con il nastro per elettricisti tutti gli anni, previa conferma del loro funzionamento. Pronte alla Vigilia di Natale, le palline dovevano correre nelle nostre mani per finire sui rami dell’abete, comprato ogni anno con la zolla avvolta nella iuta. Spesso le palline correvano così veloci che si sbriciolavano a terra in un batter d’occhio. Comunque, albero e presepe erano pronti, nel loro splendore, il ventiquattro sera.
A mia madre, era riservato, oltre alla sartoria dei nostri vestiti, il settore culinario che comprendeva un menù consolidato nel tempo, con poche variazioni ammesse anche sui dolci. Anzi sul dolce. Sì, perché mia madre un dolce sapeva fare e quello era: il ciambellone! Con le quattro uova del contadino, si separavano gli albumi, che mia madre montava a neve con due forchette in pochissimi secondi, impresa a me mai riuscita, mentre i tuorli si mescolavano con lo zucchero prima di aggiungere la farina. Arancia e limone venivano grattugiati dal babbo, come se la grattugia fosse un arnese troppo pericoloso ed impegnativo per il genere femminile; la qual cosa valeva anche per il parmigiano. Lievito e burro, sciolto nel latte e raffreddato, completavano la preparazione con l’aggiunta delicata della neve di albumi.
Dato che non avevamo una tortiera con il buco centrale, anzi non avevamo una tortiera di qualsiasi tipo, mia madre usava un tegame in allumino ben unto di burro e nel mezzo una tazza senza manico.
Questo era il dolce che doveva competere con panettone e pandoro, così insipidi per i nostri gusti.
– Mah – diceva mia madre – saranno anche buoni, ma questi canditi…
– Questo pandoro è tutto burro e non ha consistenza…
L’unico dolce ben accetto era il panforte e, tra i biscotti, i mitici ricciarelli. Solo loro potevano essere all’altezza del suo ciambellone!
Con il passare degli anni e la sempre crescente diffusione di diverse varietà di dolciumi, anche mia madre cercò di provare a variare.
– Oggi sperimento un nuovo dolce!
Fui felice di questo annuncio; soltanto per avere una novità, ero disposta a gustare qualsiasi sapore nuovo. Quando lo vidi sfornato, rigirato dal tegame sul vassoio, mi sembrò gradevole per la vista e l’olfatto: quattro grandi fette di ananas caramellate esalavano un profumo esotico. Non c’era più il buco nel mezzo e al centro di ogni fetta un mucchietto di pinoli, di cui andavo matta.
Aspettai la fine del pranzo, che a Natale aveva tempi lunghissimi. Forse per gli antipasti: rigorosamente di fegatini e burro e acciughe. Forse per i due primi: tortellini in brodo e tagliatelle con ragù. Forse per i secondi: arrosto di pollo e coniglio e roastbeef, che a casa mia si chiamava “il magro”. Patate arrosto a volontà. Finalmente il dolce: mia madre lo affetta e fa un bell’effetto nel piattino; il primo morso e…mi accorgo che il dolce nuovo altro non è che il ciambellone travestito con l’ananas!

Sandra Vegni 22-12-24

Natale 2024 – Guerre di religione

TITOLO REDAZIONALE
FONTE Ilario Poggesi Facebook 17-12-24

“Babbo Natale non esiste” ha detto un parroco durante l’omelia.
L’ha detto subito prima di offrire il corpo di Cristo, morto 1991 anni fa, in comodi e pratici dischetti bianchi.
C’erano anche parecchi bambini alla messa…
Quando le vocazioni sono “nate male”…

Ilario Poggesi 17-12-24

Festa di Natale by Gino

I racconti di un fiato di Gino Benvenuti
FONTE Border Line Luglio 2019

Come tutti gli anni, si ripete un rito con tante persone impegnate a dipingere un Natale che non c’è, con la complicità delle televisioni che trasmettono immagini di Babbi Natale, corpulenti e barbuti, libranti per i cieli su slitte dai sonagli rumorosi trainate da renne, che sono sempre le stesse e forse avrebbero bisogno anche di un po’ di riposo, reclames accattivanti, bambini sorridenti e non so cosa ci sia da sorridere specialmente per quelli che si nutrono con un dollaro al giorno, grazie a questo mondo perennemente fondato sulla guerra, ed inondato da messaggi di una bontà umana smentita da episodi di razzismo e di esclusione sociale che la negano tutti i giorni dell’anno con il risultato di far apparire queste feste come un armistizio, di tre o quattro giorni, dove si possa celare sotto il tappeto, tutto lo schifo sociale scambiando complimenti ed effusioni, salvo poi affilare le armi dopo l’Epifania quanto tutte quelle donne magre ed orribili rientreranno nelle loro sedi sempre più stanche, perché i comignoli oggi sono sempre più stretti o dirittura sbarrati da griglie metalliche che impediscono questa distribuzione di doni, al contrario di chi, approfittando del rilassamento inevitabile, disattende scorrettamente questa tregua e con un clic del suo computer sposta ingenti somme di danaro da un posto all’altro del globo provocando per molti sicuramente disperazione, perché è facile capire come la fortuna di uno, si basa sulle disgrazie di tanti a cui non basteranno stelle luccicanti, né languidi bagliori lunari su cieli stellati o canzoni suggestive o gli auguri del vicino o pranzi succulenti, per digerire questa iattura e bestemmieranno così tanto per cui non basterà un anno per redimersi, offendendo proprio colui che si vorrebbe paradossalmente festeggiare, ma non c’è molto da meravigliarsi di questa incongruenza perché sono quasi duemila anni che parte dei suoi seguaci lo hanno sconfessato ed umiliato nella pratica.

    Gino Benvenuti

    Il racconto è tratto dal volume

    Border line : racconti / Gino Benvenuti ; prefazione di Roberto Mapelli. – Milano : Punto rosso, ©2019. – 292 p. ; 21 cm. – [ISBN] 978-88-8351-233-9.

    Comunicare è sempre un problema

    La nostra cara libraia Cinzia Zanfini ci offre anche oggi il gusto di veraci esperienze col pubblico
    TITOLO REDAZIONALE
    FONTE Facebook 8-12-24

    Qualcuno dei colleghi si infastidisce un po’ quando i GC* per chiederci un libro ci mettono il cellulare davanti alla faccia. Diciamo che non è proprio elegante ma ormai chi arriva in libreria al posto del bigliettino scritto a mano memorizza tutto sullo smartphone. In genere i clienti arrivano, sanno già quello che vogliono e mostrano uno screenshot della cover o la pagina del nostro sito. I più preparati ti danno pure l’EAN. E questo aiuta, specialmente quando ci sono corsi di lingua che si assomigliano tutti, oppure quando richiedono i manuali per concorsi o i libri di Diritto.
    E se forse ad alcuni non sembra bello vedersi un cellulare davanti alla faccia per quanto mi riguarda non provo troppo fastidio. Però una cosa mi manca, mi manca molto e sono i begli strafalcioni che facevano i nostri GC che magari avevano letto o sentito per radio un titolo e ricordavano vagamente. In genere si trattava di errori linguistici o di associazioni di idee. Resterà sempre nel mio cuore la richiesta fattami, molti anni fa da un GC pimpantissimo quanto distratto.
    Io: – Buongiorno, come posso aiutarla? –
    GC: – Ce lo avete “Il vomito” di Sartre? –
    Io (senza perdere il mio aplomb): – No, abbiamo solo “La nausea”. Il vomito è una conseguenza.-
    Il cliente resosi conto del lapsus cominciò a ridere come un matto.
    E mi mancano clienti come il giovanotto che, per far colpo sulla donzella che lo accompagnava mi chiese “Avete i dolori del giovane Welter?”
    Ho subito immaginato a un disastroso incontro di pugilato, a un rovinoso ko.
    Un gioco di parole bellissimo, degno di Bartezzaghi. Mi dispiace non averlo pensato io.
    Tutto questo per dirvi, cari GC, che gli smartphone sono un formidabile ausilio, ma tolgono tanto al nostro rapporto. Tolgono le parole, gli sguardi, i sorrisi e quella spontaneità e quella imperfezione per la quale tanto vi amiamo.
    *GC = Gentile Cliente.

    Cinzia Zanfini 8-12-24 #vitadalibraia