Corri alla coppina, corri

FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25
TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

di Cinzia Zanfini Nuovo

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, un pensionato si sveglia e sa che dovrà correre più di una casalinga o non raggiungerà il banco surgelati e il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, una mamma si sveglia e sa che dovrà correre più del pensionato o i suoi bambini rimarranno senza il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, non importa che tu sia pensionato o mamma, l’importante è che cominci a correre…
….altrimenti col cazzo che riesci a prendere il Barattolino Sammontana in offerta.

Fine del mio apologo.

Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25


FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25 TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

Genocidio o semplice massacro?

IMMAGINE realizzata by ChatGPT

Tu che dici amico mio? Ritieni appropriato il termine genocidio o sarebbe più opportuno parlare di semplice eccidio?

E’ veramente piacevole affrontare una discussione semantica di fronte ad una buona tazza di tea, vecchio mio.

To be, or not to be “stronzi”: that is the question

La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas Mohammad Deif 

il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha condannato le azioni criminali di Israele e del governo Netanyahu.
Lo ha fatto con parole di inusitata durezza.
“Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano.
È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. S’impone subito il cessate il fuoco.
In qualunque caso è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.
E ancora:
“I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi ed è grave l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese, così come è illegale l’occupazione di territori di un altro Paese, che non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale”.

Per fortuna c’è che riesce a mantenere il giusto distacco e discetta se trattasi di genocidio o di solo sterminio.


IMMAGINE realizzata by ChatGPT

The Iron Man

FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25
TITOLO redazionale

Riuscirà Trump a riportare gli Usa ad essere una potenza industriale?

Trump ha una politica industriale? Da stamani alle 6, secondo quanto stabilito da un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, incurante dei ricorsi e delle pronunce dei tribunali, sono entrati in vigore dazi del 50% sull’alluminio e sull’acciaio importanti negli Stati Uniti. Si tratta di un segnale tutt’altro che banale. Gli Usa importano ogni anno acciaio e alluminio per circa 114 miliardi di dollari, pari ad un quarto del fabbisogno interno; i principali esportatori sono Canada, Messico, Brasile e Corea del Sud. L’idea di Trump è quella di riportare la produzione dell’acciaio negli Stati Uniti, utilizzando i dazi come elemento decisivo, soprattutto per le realtà produttive presenti in aree limitrofe. In questo senso, ha favorito l’accordo fra Nippon Steel e  Cleveland Cliffs per trasferire in terra americana le produzioni giapponesi. E’ un tentativo ambizioso, e forse pericoloso, per la stessa economia americana ma che non è liquidabile nei termini della pura follia come fanno troppi commentatori nostrani. Magari, sarebbe ora di capire che la reindustrializzazione americana è un obiettivo vero per Trump, insieme all’incasso federale garantito dai dazi, e che non si ferma, come nel caso europeo, alle sole “politiche” del riarmo. Aggiungerei ancora due considerazioni. La prima. Dopo l’annuncio dei dazi, i titoli di Cleveland Cliffs si sono impennati, con grande giubilo di BlackRock, Vanguard e State Street, che possiedono circa il 25% della società e dunque su questo terreno possono coltivare un rasserenamento delle tese relazioni con il presidente, in particolare dopo la “liquidazione” di Musk. La seconda. i dazi colpiscono anche tutto ciò che contiene acciaio, e questa non è una buona notaia per i produttori italiani che esportano in Usa molti beni contenenti acciaio. Ma, tanto, il governo Meloni è amico di Trump. Siamo davvero in una situazione paradossale: una grande parte dei media preannuncia il disastro di Trump, non provando neppure a capire le ragioni, secondo il modello Rampini, Mieli, Parenzo (mi scuso per il riferimento a loro ma occupano ore e ore di trasmissioni), e il governo Meloni, al contrario, manifesta una fiducia cieca nel magnate.

Alessandro Volpi 4-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25 TITOLO redazionale

Capitalismo magico

FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25
IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798.
TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

La crisi americana e la speculazione.

I credit default swap sono assicurazioni contro il rischio di insolvenza di un titolo; in realtà sono soprattutto strumenti speculativi. In questa fase i credit default swap che dovrebbero proteggere contro il rischio di fallimento del debito federale degli Stati Uniti stanno costando sempre di più, a riprova del fatto che si è aperta una speculazione sulla possibilità di un default americano. Si tratta di una ipotesi impensabile fino a qualche anno fa ma che ora, di fronte all’enormità del debito Usa, alla debolezza del dollaro e all’estrema difficoltà con cui la Federal Reserve potrebbe stampare dollari per coprire quel debito, appare meno lunare e quindi alimenta un’ondata speculativa. Questa ondata contribuirà al già forte rialzo dei tassi di interesse che il debito americano deve pagare per attrarre compratori e questo implica due conseguenze. La prima. La concorrenza del debito Usa, con il decennale che può arrivare al 5%, obbligherà i paesi più indebitati, come l’Italia, a pagare tassi di interessi più alti, con un incremento di questa voce della spesa pubblica, a cui peraltro contribuisce la folle idea di escludere dal Patto di stabilità il debito pubblico contratto per il riarmo; un’idea sempre più coltivata da governi “socialisti”, a cui si è aggiunta una belluina Danimarca. Peraltro, questa concorrenza dei tassi di interesse americani peserà sull’intero comparto delle obbligazioni, con cui si finanziano imprese e banche, che molto probabilmente scaricheranno questo costo sui loro clienti e sui consumatori. La seconda. L’ingigantimento della spesa Usa per interessi renderà, come ha già dichiarato Trump, ancora più necessari, per incrementare le entrate federali,  i dazi che, è probabile, colpiranno in primis gli europei. La speculazione ha costi sociali altissimi, ma non esiste ancora una visione politica popolare che la voglia smontare. Al capitalismo degli stregoni occorre dare una risposta forte.

Alessandro Volpi 3-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25 IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798. TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

Il Ballo delle Macchine

IMMAGINE realizzata by ChatGPT senza indicazioni specifiche salvo la richiesta di creare una immagine appropriata al racconto
Editor GLB+

Ovvero niente Paradiso per la classe operaia

Alla fine, le macchine se la suonavano e se la cantavano da sole. Proprio così: niente più orchestrali, niente più direttori d’orchestra. La sinfonia del capitalismo era ormai un assolo di intelligenza artificiale.

Alla BMW, per esempio, la fabbrica nuova di zecca era un capolavoro di silenzio robotico. Umani? Neanche l’ombra. I nuovi operai erano umanoidi di metallo, precisi, instancabili, senza pause caffè né sindacati. Uno stringeva bulloni con delicatezza chirurgica, l’altro montava portiere come un ballerino giapponese in trance. Gli operai in carne e ossa? Spariti, evaporati, forse ricollocati a sorvegliare parcheggi automatici — per adesso.

Nell’ufficio amministrativo, l’aria condizionata era perfetta e l’umidità regolata al millesimo. Ma nessuno la respirava. Nessun impiegato, nessun plico da timbrare, nessuna scartoffia. Solo server e software che decidevano budget, licenziavano fornitori, ottimizzavano strategie aziendali. Tutto fluiva in un algoritmo sereno.

Nel frattempo, l’informazione aveva smesso di essere umana. Le notizie le scriveva l’IA, le revisionava l’IA, e l’IA intervistava… altre IA. Niente più giornalisti con la schiena storta e il taccuino sgualcito. Niente più opinionisti che si arrabattano per dire qualcosa di originale: bastava chiedere a un modello linguistico di seconda generazione, e puff! Un editoriale brillante sull’ultimo scandalo globale, completo di note a piè di pagina.

La creatività? Oh, quella stava facendo le valigie. Ricercatori automatizzati scoprivano nuove molecole, scrivevano articoli su Nature, e generavano addirittura le domande di finanziamento. Romanzi, quadri, musiche? Tutto sintetico, tutto immediato, tutto perfetto. E chi aveva ancora qualcosa da dire, spesso non aveva più a chi dirlo.

I capitalisti, dal canto loro, ridevano. Avevano tagliato ogni costo umano, trasformando il lavoro in una variabile opzionale. Producevano a pieno regime, 24 ore su 24. Solo che, a un certo punto, si trovarono davanti a un problemino: a chi vendere tutta quella roba?

Ma niente panico. La soluzione c’era, come sempre. I ricchi si chiusero in enclavi perfette: città-bolla con cupole di vetro antiproiettile, parchi verdi sintetici e servitù robotica. Fuori, c’era un’umanità frammentata, povera, sparsa, disinnescata. Non serviva più reprimerla: bastava isolarla. Netflix e cibo sintetico bastavano a tenerla tranquilla.

Lì dentro, nell’Eden delle élite, si progettavano corpi eterni, si sognavano viaggi su Marte, si giocava con l’editing genetico come con i LEGO. Il postumano era arrivato, ma non come liberazione dal capitalismo. Al contrario: era la sua versione premium, depurata dal fastidio della società.

Fu così che il mondo diventò un grande teatro automatico, dove gli attori erano scomparsi e il sipario non si chiudeva mai.

Gian Luigi Betti+

Pane Nero a Sinistra

𝗟𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗔𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗖𝗢𝗡𝗩𝗢𝗟𝗦𝗘𝗥𝗢 𝗟❜𝗜𝗦𝗢𝗟𝗔 𝗗𝗜 𝗔𝗟𝗜𝗖𝗨𝗗𝗜.
Alicudi è una sperduta isoletta nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia che fu protagonista di eventi straordinari tra il 1902 e il 1905.
La vita di numerosi abitanti dell’isola venne sconvolta da visioni reali di persone volanti che svanivano alla vista trasformandosi in corvi, animali onirici e…fantasmi.
Pensarono di essere in presenza di eventi paranormali e provarono anche a convivere con queste apparizioni, considerandole parte di una maledizione con la quale dover convivere.
La reale natura del fenomeno emerse solo dopo tre anni quando venne identificata la causa delle misteriose apparizioni.
Si scoprì che la farina di segale con la quale producevano il pane era stata infestata da un fungo parassita, il claviceps purpurea che, se ingerito, può provocare forti allucinazioni perché produce naturalmente l’acido lisergico, il principio attivo alla base del LSD.
Quando il consumo di pane nero venne interdetto, le allucinazioni collettive ebbero fine.
FONTE Facebook
SEGUE La storia continua di GLB


Alicudi Reloaded: La sinistra lisergica e il pane nero del pensiero

C’erano una volta Alicudi, il pane nero e i corvi che si trasformavano in fantasmi. Non era una distopia di Philip K. Dick né un episodio dimenticato di Stranger Things, ma la Sicilia degli inizi del Novecento, dove gli isolani, ignari consumatori di segale contaminata da claviceps purpurea (detta popolarmente Segale cornuta), videro volare uomini e udire voci da mondi paralleli. Poi si scoprì che era LSD naturale: niente demoni, solo allucinazioni da carboidrati psichedelici.

Ebbene, a più di un secolo di distanza, pare che la stessa farina visionaria sia giunta sui banchi della “sinistra” italiana. Perché altrimenti non si spiegherebbe come alcuni si dichiarino ancora “progressisti”, “pacifisti” e “socialisti”, mentre:

  • Abbracciano politiche economiche liberiste con l’entusiasmo di Milton Friedman dopo un happy hour.
  • Invocano la pace, ma votano per il riarmo, con la stessa disinvoltura con cui si prenota una vacanza su Booking.
  • Giustificano la morte di civili a Gaza, perché “Hamas ha iniziato” (citazione non verificata, attribuita solo ad una minoranza, ma altamente plausibile in contesti lisergici, cmq meno profumi e più olio di gomito).
  • Chiedono più guerra contro la Russia, nonostante la strategia sia fallita peggio di un talent show con Salvini cantante.
  • Sognano gli Stati Uniti come faro democratico, dopo decenni passati a denunciare il loro imperialismo, con lo stesso spirito coerente di chi scrive “NO NATO” sui social dal Wi-Fi della base NATO.
  • Boicottano Russia e Cina, ma si lamentano se poi il made in Italy costa come un Rolex.
  • Parlano di democrazia mentre sostengono governi da democratura, con l’entusiasmo di chi confonde Orwell con Instagram.

Insomma, più che una corrente politica, pare una corrente psichedelica. Non una visione, ma un trip prolungato. Altro che gramscismo, qui siamo al gramscidèllico.

Sorge spontanea una domanda: dove acquistano il loro pane nero, questi strateghi del corto circuito cerebrale? È la nuova filiera bio del pensiero confuso? Una partnership PD–Psilocybina? O magari una start-up finanziata dal Pentagono per testare nuove forme di coerenza quantistica?

In fondo, Alicudi ci ha insegnato una cosa: le allucinazioni non durano per sempre, basta cambiare farina. E forse, anche stavolta, servirebbe sospendere la dieta a base di retorica neoliberale, finto progressismo e bombardamenti umanitari, prima che il Parlamento si trasformi in un rave festival e la Costituzione venga riscritta su cartine da rolling paper.

Nel dubbio, controllate la dispensa. E se trovate della segale troppo nera, magari è ora di tornare a pensare… sobriamente.

GLB 27-5-25


Il grave errore di Meloni sullo spread/A.Volpi

FONTE
*Post Facebook del 16/05/2025
L’Antidiplomatico
Sinistrainrete
Published: 22 May 2025
Created: 17 May 2025

di Alessandro Volpi*

Voglio tornare, in maniera più articolata, sulle dichiarazioni della presidente Meloni relative allo spread sceso sotto i 100 punti che indicherebbe, a detta di Meloni, una maggiore affidabilità del debito italiano rispetto al debito tedesco. Si tratta, a mio parere, di un errore molto grave, e decisamente preoccupante. Provo a spiegarmi meglio. Da gennaio ad aprile del 2025, in Europa sono stati emessi titoli di Stato per circa 600 miliardi di euro, un record storico.

E’ evidente che i vari paesi hanno bisogno di risorse e che i loro debiti trovano compratori anche perché il debito americano appare meno sicuro e meno attrattivo. È altrettanto evidente che un’emissione così massiccia genera una forte concorrenza tra i vari Stati nel trovare compratori e dunque può determinare un aumento dei rendimenti da offrire e degli interessi da pagare. A fine anno si stima che il totale delle emissioni dei vari Stati europei arriverà a sfiorare i 1000 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 230 miliardi relativi ai titoli che la Bce ha comprato negli anni passati e che ora rimette in vendita.

Dunque, siamo di fronte a una cifra enorme, in cui peserà molto anche il debito tedesco, ritenuto in assoluto il più sicuro e pertanto il più pericoloso in termini di concorrenza agli altri debiti nazionali. Naturalmente, non bisogna affatto trascurare le emissioni di titoli americani, che saranno pari a circa 9000 miliardi di dollari – nove volte il debito emesso in Europa! – e quello di altri paesi del mondo. Tutto questo per dire che il collocamento del debito durante i prossimi anni non sarà affatto semplice, al di là del rapporto tra offerta e domanda di titoli, e i costi del suo collocamento rischiano di salire molto.

In tale panorama l’Italia dovrebbe collocare, nel 2025, circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo del totale europeo, e dovrà farlo senza fidare sui canali usati negli ultimi anni: non saranno più possibili infatti ingenti acquisti della Banca d’Italia, decisivi nel recente passato, e neppure quelli della Bce, che, come detto, anzi venderà anche titoli italiani, contribuendo a deprezzarli. Non saranno possibili neppure acquisti troppo ingenti da parte delle banche e delle assicurazioni italiane, già imbottite di debito italiano.

Accanto agli acquisti delle “famiglie” italiane, sarà molto probabile l’esigenza di un intervento di grandi investitori esteri – i fondi di gestione del risparmio in primis – per una percentuale più ampia rispetto agli anni precedenti che potrebbero arrivare a incidere fino al 40% del totale degli acquisti. Una simile condizione comporterebbe due conseguenze. La prima è rappresentata da un rialzo dei rendimenti, soprattutto per le brevi e le medie scadenze, ritornando verso il 4%.

La seconda è riconducibile alla maggiore dipendenza del nostro debito dai già ricordati grandi fondi, a cominciare da BlackRock, che saranno così ancora più in grado di condizionare le scelte di politica economica italiana: più privatizzazioni, più previdenza e sanità private, più asset strategici ceduti.

La superficialità di Meloni, alla luce di ciò, è decisamente allarmante.


*Post Facebook del 16/05/2025

INDIFFERENZA

Anna Maria Guideri 20-5-25

Se piangi
perché non vedi rimedi
ai mali del mondo,
possiamo ancora
rimediare.

Se non sopporti le guerre
allora puoi ancora sperare
nella pace.

Se ti disperi perché credi
che tutto sia perduto …
niente è ancora perduto.

E se ti scoraggi
perché credi di non farcela,
ce la puoi ancora fare.

Ma se non piangi,
se sopporti,
se non ti disperi …
allora hai davvero
perduto ogni speranza;
allora tutto è perduto!

Anna Maria Guideri 20-05-2025

Tanto per farsi una risata

FONTE Facebook Alessandro Volpi 19-5-25
TITOLO redazionale

Chiacchiere. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le economie del Vecchio Continente non crescono: il Pil reale salirà dell’1,1 nell’Unione e dello 0,9 nell’eurozona quest’anno, per arrivare, rispettivamente all’1,5 e all’1,4 nel 2026. Dunque, non ci saranno effetti veri, provenienti dagli investimenti pubblici, mentre peserà l’incertezza dei dazi. Peraltro, è significativo che l’area euro faccia peggio del resto dell’Europa a dimostrazione del pessimo uso della moneta unica. L’Italia, al di là dei proclami, cresce meno della media europea, registrando lo 0,7 quest’anno e lo 0,9 il prossimo: una crescita inferiore a quella tedesca, che sarà dell’1,1% e di larga parte dell’Europa, e legata quasi solo al Pnrr. Il dato rilevante in termini politici e sociali, infatti, è un altro. Mancano i consumi interni, contratti dall’impoverimento delle retribuzioni e dall’esigenza di aumentare il risparmio. Mi sembra utile notare in tal senso che, nel nostro paese, l’aumento del risparmio è “forzato” dalla necessità di avere risorse disponibili in caso di necessità data la sempre più evidente ritirata del Welfare. In altre parole, una quota rilevante del reddito italiano delle fasce medio basse della popolazione viene sottratto necessariamente ai consumi, con un peggioramento della qualità della vita, perché la riduzione delle coperture sanitarie e previdenziali pubbliche obbliga, chi lo può fare, a risparmiare. In tal modo crescono in maniera drammatica le disuguaglianze. Quanto servirebbe, davvero, una forza popolare della Sinistra.

MOTTI DA LEGARE 42

Anna Maria Guideri 18-05-25

1 – Fascismo eterno: l’orda lunga.
2 – Tecnopatia: perché si dovrebbe fare la rivoluzione se abbiamo la tecnica che può risolvere tutti i nostri problemi?
3 – C’è una tale ignoranza in giro da passare quasi del tutto inosservata.
4 – Occidente: un mondo che si autolegittima non sulla base della verità, ma della vanità.
5 – Conformismo: meno si capisce, più si fa finta di capire.
6 – Capitalismo selvaggio, guerre, razzismo, sfruttamento … La scoria maestra di vita.
7 -Guerra in Medio Oriente: bisogna stare sempre dalla parte giusta … anche quando si scopre che è quella sbagliata?
8 – L. Caracciolo: Oggi non ha più senso per la destra e per la sinistra dividersi sull’egemonia culturale … in mancanza dell’oggetto del contendere …
9 – Meloni sembra sincera … sì, come tutti i bugiardi che sono i primi a credere alle proprie bugie!
10 – Frontiere tecnologiche: anestetizzare l’umano e creare l’inumano.
11 – Cos’hanno in comune Trump e Renzi? Bin Salman!
12 – Cos’è che viene tramandato e si proietta nel futuro in perfetto stato di conservazione e a salvaguardia della nostra identità nazionale? Il fascismo!
13 – Trump fallirà? Finché c’è ignoranza c’è speranza.
14 – Il catastrofismo di alcuni intellettuali è un lusso che si possono permettere solo coloro che non hanno seri motivi di temere la catastrofe.
15 – FRATELLI TUTTI: Dal Grande Fratello di Orwell, al Grande Fratello televisivo, ai grandi Fratelli d’Italia …
16 – La democrazia è un sistema imperfetto nato dalla consapevolezza che nessuno è perfetto, con l’intento di porre rimedio alle imperfezioni più gravi.
17 – Il nuovo papa Leone XIV apre a tutti … però bisogna vedere icché c’è dentro!
18 – Il fascio non c’è più, il fascio non c’è più! F.lli d’Italia: Tranquilli, faremo di tutto per non farvene sentire la mancanza.
19 – Il populismo è la versione retorica del sentimento popolare.
20 – AFD ammira molto Meloni: siamo diventati il modello ideale della Germania neonazista.
21 – L’autoritarismo piace perché riesce a fare molte cose, se pur sbagliate. La democrazia piace meno perché impiega più tempo a fare molte cose, se pur giuste.
22 – Avere il culto del capo non significa credere che il capo non sbaglia mai, ma che ha diritto di sbagliare quanto gli pare.
23 – Poiché il fascismo non c’è e non può tornare si può essere fascisti senza destare sospetti.
24 – M. Travaglio: meglio una destra impresentabile che una sinistra forte.
25 – Bisogna colpire Trump nel suo tallone da Killer!
26 – Antifascisti immaginari: è meglio un antifascista immaginario o un fascista vero?
27 – Fra i due – antifascismi – litiganti, il fascismo gode.
28 – Il rischio più grande della democrazia è quello di passare dai diritti ai privilegi.
29 – Coerenza meloniana: essere patriota e stare con Trump che se ne frega dell’Italia.
30 – Meloni: Il problema non è il passato … se fosse passato!
31 – Aiutiamoli a casa loro. Salvini: Papa Francesco è tornato alla casa del Padre … era l’ora!
32 – Comsumismo: di solito coloro che non criticano il consumismo sono quelli che non possono consumare.
33 – Essere a-fascista e non anti-fascista è una furbata per non ostacolare la libera circolazione del pensiero … fascista!

Anna Maria Guideri 18-05-2025