La guerra e gli affari

SINTESI DI
«Precisi interessi materiali spingono i leader europei a perpetuare il conflitto in Ucraina»
Maria Pappini intervista Thomas Fazi
da KRISIS pubblicato su Sinistrainrete

«Precisi interessi materiali spingono i leader europei a perpetuare il conflitto in Ucraina»
Maria Pappini intervista Thomas Fazi

L’intervista analizza le ragioni del prolungamento della guerra in Ucraina e il ruolo delle élite europee.

Leggi l’articolo su Sinistrainrete

Presentazione

L’intervista a Thomas Fazi, saggista italo-inglese, offre una critica approfondita e provocatoria della gestione europea del conflitto in Ucraina. Fazi smonta la narrazione ufficiale e denuncia come interessi economici, politici e ideologici spingano le élite europee a perpetuare la guerra, nonostante i gravi danni sociali ed economici che essa comporta per l’Europa stessa. Viene evidenziato il legame strutturale tra il grande capitale europeo e statunitense, in particolare con fondi di investimento come BlackRock, che traggono vantaggio dal riarmo e dalla militarizzazione del continente. L’analista sottolinea inoltre il rischio di una deriva autoritaria e di un’escalation militare pericolosa, proponendo come unica via d’uscita una nuova architettura di sicurezza europea inclusiva della Russia.

Sintesi schematica

  • Interesse europeo per la fine della guerra
    • La conclusione del conflitto sarebbe vantaggiosa per l’Europa dal punto di vista economico, sociale e strategico.
    • Le sanzioni alla Russia sono considerate “autosanzioni” perché danneggiano maggiormente l’economia europea.
    • La guerra ha causato inflazione, aumento dei costi energetici e crisi sociale in Europa.
  • Contraddizione della politica europea
    • L’Europa ha scelto il riarmo e l’escalation militare, finanziati a debito, nonostante i costi economici e sociali.
    • La militarizzazione diventerà un paradigma dominante in tutti gli ambiti della società europea.
    • La strategia europea ostacola attivamente i tentativi di pace, in accordo con Zelensky, rifiutando compromessi territoriali.
  • Cause del prolungamento del conflitto
    • Le élite europee sono legate ideologicamente e materialmente agli Stati Uniti, vedendosi come vassalli transatlantici.
    • Politicamente, le élite non possono ammettere errori senza perdere consenso.
    • Il complesso militare-industriale europeo e americano trae enormi profitti dal conflitto e dal riarmo.
    • I grandi fondi di investimento (BlackRock, Vanguard, State Street) hanno un ruolo chiave nel sostenere il riarmo e influenzano le politiche europee.
  • Conseguenze sociali ed economiche
    • Crescita delle azioni delle aziende della difesa.
    • Trasferimento di ricchezza verso il complesso militare-industriale.
    • Nuova fase di austerità con tagli a welfare, istruzione, sanità e pensioni.
  • Minaccia russa e narrazione ufficiale
    • La Russia è presentata come una minaccia inesistente e costruita a fini propagandistici.
    • Scenari di invasione russa dell’Europa sono definiti fantascientifici.
    • Il rischio reale è una possibile escalation nucleare, che renderebbe inutile qualsiasi difesa.
  • Proposta di Fazi
    • Riavviare i rapporti diplomatici con la Russia, ispirandosi al processo di Helsinki.
    • Creare una nuova architettura di sicurezza europea inclusiva della Russia.
    • Dissolvere la NATO, considerata ormai priva di ragion d’essere.
    • Evitare la corsa agli armamenti autolesionista e puntare alla stabilità e alla pace.

Questa intervista offre una visione critica e alternativa rispetto alla narrazione dominante, mettendo in luce come interessi materiali profondi e dinamiche politiche ed economiche stiano determinando il prolungamento di un conflitto che danneggia gravemente l’Europa e il suo futuro

Punti principali

I punti principali trattati nell’articolo riguardano i trattati istitutivi dell’Unione Europea e le loro caratteristiche fondamentali:

Definizione e natura dei trattati: I trattati internazionali sono accordi vincolanti tra Stati membri che definiscono obiettivi, regole di funzionamento delle istituzioni europee e principi fondamentali dell’UE

Scopi principali dei trattati UE: Preparare la creazione di un’unione monetaria europea, gettare le basi per un’unione politica, promuovere la pace, i valori democratici, la coesione economica e sociale, e garantire uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne

Principali innovazioni istituzionali: Introduzione della procedura di codecisione che rafforza il Parlamento europeo, nuove forme di cooperazione tra governi in difesa, giustizia e affari interni, e un processo decisionale più trasparente e vicino ai cittadini

Valori fondanti dell’Unione: Rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto, diritti umani, tolleranza, giustizia e solidarietà tra i popoli europei

Principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità: L’UE agisce solo entro le competenze conferite dagli Stati membri, intervenendo solo quando gli obiettivi non possono essere raggiunti efficacemente a livello nazionale o locale, e con azioni proporzionate agli obiettivi da conseguire

Competenze dell’Unione e degli Stati membri: L’UE ha competenze esclusive in alcune materie (es. politica commerciale comune), mentre in altri settori condivide competenze concorrenti con gli Stati membri (es. mercato interno, politica sociale, ambiente)

Meccanismi di tutela dei valori comuni: Previsione di procedure per constatare e sanzionare violazioni gravi dei valori fondamentali da parte degli Stati membri, con ruolo del Consiglio europeo, Parlamento e Commissione

Relazioni esterne: L’UE si impegna a promuovere i propri valori e interessi a livello internazionale, contribuendo alla pace, sicurezza, sviluppo sostenibile, solidarietà e rispetto reciproco tra i popoli

In sintesi, l’articolo espone i fondamenti giuridici, politici e valoriali dei trattati europei e il loro ruolo nel definire l’architettura istituzionale, le competenze e gli obiettivi dell’Unione Europea

Declino della democrazia

Prendendo spunto da un articolo di Paolo D’Urso (Domani 17-4-25) che presenta il dati del Democracy Index 2024 un report pubblicato su 42rosso.it fornisce un quadro delle principali agenzie che monitorano il livello della democrazia nei paesi del mondo.

Il report su 42rosso.it contiene i seguenti temi

  • Sintesi dell’articolo di Paolo D’Urso su Domani del 17-4-25
  • L’Italia secondo il Democracy Index 2024 – Sintesi
  • Scheda su EIU (Economist Intelligence Unit) e su Democracy Index
    Agenzie che monitorano la democrazia nel mondo: EIU, Freedom House, V-Dem Institut
  • Il Focus sull’Italia secondo le diverse agenzie
  • Un accenno ai data-driven
  • Quale idea di democrazia?
  • Griglia comparativa tra il modello di democrazia liberale e quello di democrazia sostanziale o socialista
  • Quale idea di democrazia?
  • Una riflessione critica che integra teoria politica e dati reali dai Democracy Index di EIU, Freedom House e V-Dem, con un focus sul confronto tra paesi liberali e socialisti.
  • Democrazia e partecipazione in due paesi socialisti: Cuba e Cina

Accedi al report su 42rosso

USA, Russia, Cina e Unione Europea

Rassegna stampa
Sintesi di alcuni articoli di quotidiano effettuata con la Intelligenza artificiale
IMMAGINE realizzata con ChatGPT (la colomba UE è nascosta sotto l’ala dell’aquila americana)

Il Cambio di Passo degli Stati Uniti e le Risposte di Russia, Cina e Unione Europea

NOTA

Il testo che segue è stato realizzato dal programma IA Perplexity a cui avevo rivolto questa richiesta accompagnata dai tre articoli che sono indicati in calce alla risposta.

La domanda

ciao, vorrei scrivere un articolo sul tema del cambio di passo degli Usa nello scenario mondiale e le azioni e prospettive di attori come Russia Cina Unione Europea. Dovresti partire dalle considerazioni degli autori che ti propongo e di altri che vorrai aggiungere. Possibilmente riportando i reference bibliografici

La risposta di Perplexity

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno intrapreso un cambio di passo significativo nel loro approccio nella scena mondiale. La politica sotto l’amministrazione Trump ha radicalmente alterato le dinamiche geopolitiche, portando ad un aumento delle tensioni commerciali e a un riorientamento delle alleanze tradizionali. In questo contesto, i diversi attori globali, tra cui Russia, Cina e Unione Europea, stanno rispondendo e pianificando le proprie strategie a lungo termine.

La Riorganizzazione dell’Ordine Geopolitico

Alfredo Roma, nel suo articolo su Domani, sottolinea l’inefficienza dell’Unione Europea e propone la sua trasformazione in una federazione simile agli Stati Uniti. Roma avverte che senza questa evoluzione, l’UE rischia di diventare irrilevante. Con la crescente aggressività di attori come Trump e il crescente sentimento sovranista all’interno dei singoli stati membri, Roma sostiene che è necessario rivedere la Costituzione europea approvata nel 2004 e compiere passi decisivi verso un’unione più forte (Roma, A. Domani, 2025).

Dall’altra parte, Nadia Urbinati descrive la cooperazione tra Stati Uniti e Russia come una “Santa Alleanza” volta a indebolire l’Unione Europea e i suoi valori fondamentali. Secondo Urbinati, le politiche tariffarie di Trump fungono da arma per dividere e indebolire l’Europa, facendo sí che gli stati membri si sentano vulnerabili e cercando di scardinare i progressi fatti dal dopoguerra in materia di integrazione europea (Urbinati, N. Domani, 2025). Questa alleanza strategica rappresenterebbe un tentativo deliberato di riportare l’Europa a un’epoca di conflitti interni e debolezza.

La Risposta della Cina

La Cina, d’altro canto, sta ampliando il proprio mercato e la propria influenza attraverso iniziative come il RCEP (Partenariato economico globale regionale), che è considerato il più grande accordo di libero scambio del mondo. La Cina sta investendo tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale e le telecomunicazioni, ponendosi in una posizione in cui, in futuro, potrebbe non aver bisogno del resto del mondo (Roma, A. Domani, 2025). Orville Schell mette in evidenza come, a fronte dell’assenza di leadership americana, sia Russia che Cina siano pronte a occupare il vuoto lasciato dalla ritirata statunitense, cercando di stabilire un ordine mondiale alternativamente dominato (Schell, O. Domani, 2025).

Opportunità e Sfide per l’Europa

L’Europa si trova in una posizione delicata e critica. Schell argomenta che l’Unione deve prendere in mano la situazione, affrontando le sfide militari e diplomatiche che derivano dalla crescente aggressività cinese e russa. Per farlo, l’Europa dovrebbe rafforzare le sue capacità militari e collaborare con alleati democratically orientati in Asia e oltre (Schell, O. Domani, 2025).

In questo senso, Roma osserva come i centri di ricerca e il potenziale umano presente in Europa siano risorse che devono essere sfruttate per creare una federazione potente in grado di competere con le superpotenze emergenti. Tuttavia, ciò richiede un superamento delle divisioni interne e una ristrutturazione della governance europea (Roma, A. Domani, 2025).

Conclusioni

Mentre gli Stati Uniti sembrano aver intrapreso un cammino di isolamento e nazionalismo, i loro principali rivali, Russia e Cina, sono pronti a sfruttare questa opportunità per riformare l’ordine mondiale. Contemporaneamente, l’Unione Europea deve affrontare il compito arduo di unificarsi e rafforzarsi per mantenere una rilevanza geopolitica in un contesto che diventa sempre più polarizzato.

La capacità dell’Europa di adattarsi e rispondere efficacemente a queste sfide potrebbe determinare non solo il suo futuro, ma anche l’equilibrio di potere globale nei decenni a venire. La costruzione di una federazione europea e il rafforzamento delle alleanze rappresentano passi cruciali per affrontare un mondo in rapida evoluzione.

Riferimenti Bibliografici

  1. Roma, A. (2025). “Basta indugi. Lo scenario mondiale impone all’UE di diventare una federazione.” Domani, 12 aprile.
  2. Urbinati, N. (2025). “Il patto Stati Uniti – Russia per distruggere l’UE e i suoi valori.” Domani, 7 aprile.
  3. Schell, O. (2025). “Nel vuoto lasciato dagli USA, il mondo sarà della Cina o dell’Europa?” Domani, 11 aprile.

MOTTI DA LEGARE 41

Anna Maria Guideri 12-04-25

1 – Trump e Putin: due fecce della stessa medaglia.
2 – Grandinata trasversale di critiche a Prodi per la tirata di capelli alla giornalista di destra. La destra considera Prodi un grande nemico … Anche la sinistra!
3 – … tanto sono tutti uguali …. Chi mette tutto sullo stesso piano di fatto preferisce i piani bassi.
4 – Calenda vuole cancellare il M5S … Con il 3% se ‘un si spiccia cancellan lui!
5 – A Trump: che tu possa precipitare dal delirio di onnipotenza al declino di ogni potenza!
6 – Avere un nemico comune, alla maggioranza serve per unirsi e all’opposizione per dividersi.
7 – Elsa Fornero: “ Basta con questa task force tutta maschile!” G. Floris: “Ma la Meloni è una donna …” Le donne son’omini anche loro! (R. Benigni)
8 – Crisi mondiale: non ci resta che sperare … a zero!
9 – Renzi ha fatto un ritratto perfetto della Meloni, sembrava parlasse di sé stesso!
10 – Questa è la realtà, volenti o nolenti … No, violenti e dolenti!
11 – L’aspetto peggiore di questi politici di destra è che ci fanno più ridere che piangere. Perché? Perché se ci divertono, si rivotano!
12 – D. Santanché: Io rappresento plasticamente tutto ciò che voi odiate … perché sono tutta rifatta!
13 – Comune sentire: se il buonismo nasconde l’ipocrisia, il cattivismo esprime l’autenticità.
14 – Mala tempora. L’ottimismo è una virtù? No, una viltà!
15 – Meloni: Dio, Patria e Famiglia ..,.MIA!
16 – La “coerenza” nel perseguire il male è più apprezzata dell’ “incoerenza” nel perseguire il bene.
17 – Il governo Meloni ha occupato la RAI: La troia del cavallo!
18 – A volte per salvare la vita si rinuncia ai propri ideali … ma conservandoli, se ne può salvare il senso.
19 – La Meloni non può mentire perché rappresenta gl’italiani … invece li rappresenta benissimo!
20 – Russia e America, da opposte tifoserie a complici schifoserie.
21 – È meglio un buono che sbaglia o un cattivo che ci azzecca? Un buono che ci azzecca!
22 – Adattamento. È una prova d’intelligenza quella di saper sfruttare al meglio la propria …mediocrità!?
23 – Se non siamo all’altezza dei nostri ideali non ci resta altro che … abbassarli!
24 – Conformismo: spesso l’ovvio è verosimile nella misura in cui non è vero.
25 – Meloni: Il problema è che se sbaglio gli italiani mi mandano a casa … No, se sbagli ti rivotano!
26 – La Russa, Donzelli … forse Cesare Lombroso non aveva tutti i torti!
27 – Specchio deformante. Il bellissimo Narciso s’innamorò della propria immagine … O come avrà fatto Trump ad innamorarsi della propria?
28 – Annalisa Terranova a proposito di Trump: La sinistra è portata a considerare pazzi i politici che non le piacciono, ma, pazzi o no, ci si deve trattare … Ma non è detto che se ci si deve trattare, siano, per questo, meno pazzi!

Anna Maria Guideri 12-04-2025

MANIFESTO ANTICAPITALISTA IN RIMA BACCIATA

Deepseek ha elaborato queste strofe dopo avermene proposto la creazione per consolarmi di una mancata risposta sul tema del Capitalismo politico
L’errore BACCIATA è di Deepseek
Aggiunta anche di perplexity
L’immagine è stata creata da ChatGPT dopo che gli avevo sottoposto il testo

(con sfumature tra il serio e il satirico)

1. Prologo (con accento alla Brecht)
«Il capitale è un vampiro senza cuore,
suona liscia la sua danza di dolore,
chi lo serve è un becchino affamato,
chi lo sfida – un dannato o un beato?»

2. Strofe (con ritmo da battaglia)

(A)
«Fabbriche chiuse, padroni in yacht,
l’algoritmo ti dice: “Sei worth what you’ve got”.
Il cloud è grigio, la moneta è un bit,
ma il pane costa, e il mutuo pure, oh shit!»

(B)
«Licenziano in chat, con un emoji,
la finanza gioca a Risiko con i tuoi guai.
Le cripto salgono, gli affitti pure,
ma in cassa integran le tue paure.»

(C)
«Keynes è morto, Marx pure, chissà,
ora comanda il fondino di Bezos laggiù.
Il WTO detta la sentenza:
“La tua vita? Solo una rendita!”»

3. Ritornello (da cantare in coro)
«Se il profitto è legge sacra e divina,
noi siamo l’erba che cracca la ghiaia!
Se il capitale ci chiama “risorsa umana”,
noi siamo il virus che bloccherà la sua macchina!»

4. Epilogo (con citazione clandestina)
«PS: Questo manifesto è open-source,
perché il capitalismo pure qui ha il copyright,
ma se lo copi e lo diffondi in rete,
fai più danni di un bond di Credit Suisse.»


Note d’autore

  • Stile: Un mix tra Franco Fortini e Rage Against the Machine, con un tocco di Banksy per chi lo legge sui muri delle banche.
  • Destinazione: Scritto per essere urlato in una piazza occupata, sussurrato in un call center, o stampato su un adesivo attaccato a un bancomat.
  • Effetti collaterali: Potrebbe causare reazioni allergiche in chi crede che il trickle-down esista davvero.

Era serio? Sì, ma non troppo. Era sarcastico? Sì, ma non solo. Serviva a smascherare l’assurdo? Esattamente.

Ora tocca a te: lo affiggiamo in borsa o lo trasformiamo in un NFT ironico per sabotare il sistema dall’interno?

chatgpt autonomo

Il mondo intero è in catene,
schiavo di logiche oscene.

Il capitale tutto divora,
ci sfrutta di notte e all’ora che è aurora.

Il povero lotta, ma invano si spende,
chi regna dall’alto lo ignora e lo vende.

Produci, consuma, poi muori,
questo sistema ci copre di errori.

Terre avvelena, natura cancella,
il profitto è l’unica stella.

Ma noi rispondiamo con fuoco e passione,
spezziamo le catene di questa prigione!

L’uguaglianza è il grido che sale,
contro il potere, feroce e fatale.

Un mondo diverso si deve creare,
senza padroni né servi da sfruttare!

chatgpt originale

Manifesto Anticapitalista in Rima

1. Prologo (con accento alla Brecht)

«Il capitale è un vampiro senz’anima e cuore,
suona liscio il suo canto di puro terrore.
Chi lo serve è un becchino affamato,
chi lo sfida? Un dannato o un beato?»

2. Strofe (con ritmo da battaglia)

(A)
«Fabbriche chiuse, padroni in yacht,
l’algoritmo ti dice: “Sei worth what you’ve got”.
Il cloud è grigio, la moneta è un bit,
ma il pane costa, e il mutuo pure – oh shit!»

(B)
«Licenziano in chat con un’emoji,
la finanza gioca a Risiko coi tuoi disagi.
Le cripto salgono, gli affitti anche,
ma tu sei in cassa, e il futuro è un miraggio.»

(C)
«Keynes è morto, Marx pure, chissà,
ora comanda il fondino di Bezos e soci.
Il WTO detta la sentenza:
“La tua vita? Solo una rendita!”»

3. Ritornello (da cantare in coro)

«Se il profitto è legge sacra e divina,
noi siamo l’erba che cracca la ghiaia!
Se il capitale ci chiama “risorsa umana”,
noi siamo il virus che blocca la macchina!»

4. Epilogo (con citazione clandestina)

«PS: Questo manifesto è open-source,
perché il capitalismo pure qui ha il copyright.
Ma se lo copi e lo spargi in rete,
farai più danni di un bond di Credit Suisse!»

perplexity

Certo, ecco una composizione in rima sugli effetti del capitalismo oggi:

In un mondo dominato dal denaro e dal potere,
Il capitalismo regna, con la sua ombra severa.
Le multinazionali, giganti senza cuore,
Sfruttano le risorse, lasciando poveri in galera.

La disuguaglianza cresce, un abisso profondo,
Tra chi ha tutto e chi non ha nulla da fondare.
I lavoratori sfruttati, con salari bassi e pochi diritti,
Lavorano duramente, senza tregua, giorno e notte.

Il pianeta soffre, con inquinamento e degrado,
A causa della corsa al profitto, senza riguardo al domani.
Le foreste scompaiono, gli oceani si riempiono di plastica,
E il futuro della Terra sembra sempre più drammatica.

Ma c’è ancora speranza, se cambiamo strada,
Se scegliamo un’economia più giusta, più verde e più umana.
Dobbiamo unirci, per un mondo più equo e più giusto,
Dove il profitto non sia l’unico obiettivo, ma il benessere di tutti.

Così, forse, possiamo costruire un futuro migliore,
Dove il capitalismo sia un mezzo, non un fine, e l’amore per la vita sia il nostro tesoro.

per2

Certo, ecco una versione più ironica della composizione in rima sugli effetti del capitalismo oggi:

In un mondo dove il denaro è re,
Il capitalismo balla, con passi di libertà.
Ma chi ha i soldi, ha il potere, è chiaro,
E gli altri? Beh, possono solo sognare.

Le multinazionali, grandi e potenti,
Sono come i dinosauri, ma senza l’estinzione.
Sfruttano tutto, senza alcun pudore,
E noi, poveri schiavi, lavoriamo per loro.

La disuguaglianza è la regola del gioco,
E chi è povero, resta povero, senza un po’ di fortuna.
Ma non preoccupatevi, c’è sempre la TV,
A distrarvi dalla miseria, con reality e pubblicità.

Il pianeta soffre, ma chi se ne importa?
Il profitto è il dio, e noi siamo solo sua corte.
Ma forse un giorno, ci sveglieremo,
E diremo basta, al capitalismo che ci ha stancato.

Allora, forse, cambieremo strada,
E sceglieremo un mondo più giusto, più verde, più umano.
Ma fino ad allora, continuiamo a sognare,
E a comprare, comprare, perché il consumismo è il nostro destino, o almeno così sembra.


Risposta da Perplexity: pplx.ai/share

USA vs Mondo

FONTE Andrea Montagni Reds n. 04 – 2025 03 April 2025
TITOLO REDAZIONALE

Gli USA erano e restano il principale pericolo per la pace e la sicurezza internazionale – di Andrea Montagni

Da Biden a Trump cambiano arrangiamento e direttore di orchestra, ma le note son le stesse. E in Europa non siamo messi meglio

Le apparenze (in Europa) non devono ingannare. L’orientamento della nuova leadership degli Stati uniti, che ha abbandonato l’approccio aggressivo dell’amministrazione Biden nei confronti della Russia e che ha smesso di incoraggiare e sostenere l’Ucraina nella guerra, non indica e non significa un cambiamento della natura imperialista degli Stati uniti d’America. L’orrendo massacro in corso a Gaza, le scorribande dell’esercito israeliano in Libano e in Cisgiordania che l’amministrazione Trump spalleggia apertamente sono a ricordarci che le mani dei governanti degli Stati uniti sono sempre sporche del sangue dei popoli. Da Washington i popoli del mondo non possono mai aspettarsi niente di buono!

Per dirla in breve – e con il rischio che l’analisi soffra di una eccessiva semplificazione – nel passaggio di consegne tra Biden e Trump, la classe capitalistica di oligarchi, finanzieri e padroni d’industria che domina negli Stati uniti passa dal tentativo, impersonato dalla politica dei democratici, di perpetrare il ruolo predominante degli Stati uniti su scala mondiale – basato su una ideologia da “nuova frontiera” kennedyana che assegna agli USA e ai suoi alleati il ruolo di portatori della democrazia e della libertà – a quello della destra nazionalista e protezionista, che prende atto del declino americano ma pensa di gestirlo gettando sul tavolo dei rapporti internazionali tutta la forza di quella che resta l’unica potenza mondiale con mire planetarie di controllo e predominio delle economie e dei mercati. Abbandonando qualsiasi maschera e presentandosi come moderni gangster che sbattono in faccia ai loro nemici, ma anche ai loro alleati, le armi del ricatto economico e militare.

Le minacce alla Groenlandia, al Canada, il sostegno aperto alle forze più reazionarie nei paesi europei vanno presi sul serio.

In politica interna, i lavoratori, le donne, gli anziani, i neri, i latini, gli omosessuali soffriranno le conseguenze dirette di una America il cui modello culturale sono i John Wayne dei film della frontiera in cui un mondo di predoni e ladri di terre spadroneggia con la violenza contro i nativi e messicani. Il “nuovo” mondo multipolare a cui pensano gli USA è un mondo di barbarie e di sopraffazione, anche in casa.

Trump era e resta l’uomo che può premere il bottone della guerra termonucleare.

Andrea Montagni

Salgono i dazi…verso il precipizio

SINTESI
Michelangelo Cocco
DOMANI 09 aprile 2025 • 19:24
Rappresaglia della Cina, dazi raddoppiati agli Usa. Xi Jinping: «Il futuro è l’Asia»
TITOLO REDAZIONALE

Rappresaglia della Cina, dazi raddoppiati agli Usa. Xi Jinping: «Il futuro è l’Asia»

Michelangelo Cocco DOMANI 9-4-25

SINTESI

La Cina ha risposto con fermezza all’escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti, annunciando un aumento del 50% delle tariffe sulle importazioni americane, in reazione ai super dazi imposti da Donald Trump, che hanno raggiunto il 125%. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato l’importanza dell’Asia come base per lo sviluppo, la prosperità e la sicurezza, ribadendo l’intenzione di rafforzare l’integrazione regionale e la cooperazione con i vicini asiatici.

Xi ha delineato una strategia di maggiore indipendenza dalla globalizzazione dominata dagli USA, accettando un possibile “decoupling” economico parziale. La Cina punta a consolidare legami con le economie asiatiche, come Giappone, India, Corea del Sud e i paesi dell’ASEAN, che nel 2024 sono diventati il primo partner commerciale di Pechino. Tuttavia, le tensioni geopolitiche rimangono alte: gli Stati Uniti considerano la Cina una minaccia primaria, soprattutto in relazione a Taiwan e al Mar Cinese Meridionale. Pechino ha risposto definendo questa posizione un grave errore strategico.

Le conseguenze economiche per la Cina sono significative: si prevede una riduzione del PIL tra l’1,5% e il 2% a causa del calo dell’export verso gli USA. Le industrie tradizionali cinesi, come abbigliamento ed elettrodomestici, rischiano pesanti perdite occupazionali, mentre Pechino cerca di stimolare i settori emergenti come auto elettriche e pannelli solari. Il governo cinese prepara misure di stimolo per affrontare questa crisi che potrebbe rivelarsi più grave della pandemia da Covid-19.


Volere e Potere

SINTESI
Innocenzo Cipolletta
DOMANI 09 aprile 2025 • 20:55
L’apprendista stregone Donald non riesce più a governare il caos che ha messo in moto
IMMAGINE REDAZIONALE

 L’apprendista stregone Donald non riesce più a governare il caos che ha messo in moto

 Innocenzo Cipolletta DOMANI 10-4-25

SINTESI

L’articolo analizza la politica dei dazi di Donald Trump, paragonandolo a un “apprendista stregone” incapace di controllare il caos generato dalle sue stesse azioni. Ecco i punti principali:

  • I dazi come strumento fiscale: Nella narrazione di Trump, i dazi vengono presentati come un costo per i paesi esportatori, ma in realtà sono pagati dai consumatori americani. Funzionano come un aumento occulto delle tasse per ridurre il disavanzo pubblico.
  • Contesto economico: Gli Stati Uniti affrontano i “disavanzi gemelli”, ovvero un elevato deficit pubblico e commerciale, una situazione simile a quella vissuta durante la guerra del Vietnam e negli anni ’80. Allora, si ricorse a svalutazioni del dollaro per correggere gli squilibri.
  • Strategia di Trump: Per evitare una politica fiscale restrittiva che smentirebbe le sue promesse elettorali, Trump attribuisce la colpa degli squilibri ai paesi esportatori e agli impiegati pubblici. La sua politica dei dazi mira a raccogliere fondi e ridurre il deficit senza dichiararlo apertamente.
  • Effetti collaterali: L’annuncio anticipato dei dazi ha spinto le aziende ad accumulare scorte, causando distorsioni nei mercati. Inoltre, la reazione dei partner commerciali e l’opposizione interna hanno portato Trump a sospendere o rinegoziare i dazi, generando ulteriore incertezza.
  • Implicazioni economiche: Gli USA rischiano una recessione a causa della combinazione di dazi e instabilità nei mercati. Questo potrebbe migliorare leggermente la bilancia commerciale, ma a costo di una crescita economica più lenta e maggiori disuguaglianze.

In sintesi, la politica dei dazi di Trump riflette un tentativo di riequilibrare gli squilibri economici interni ed esterni senza ammettere il fallimento delle sue promesse, ma rischia di aggravare le tensioni economiche e politiche globali.

Follow the money

FONTE Facebook Alessandro Volpi 10-4-25
TITOLO REDAZIONALE

Trump ha sospeso i dazi, per 90 giorni, nei confronti di tutti i paesi, ad eccezione della Cina, alla quale li ha aumentati al 125%. Questa scelta suggerisce tre considerazioni. La prima, molto banale; Trump è destinato a creare un costante clima di incertezza nell’economia globale rendendo impossibile qualsiasi vera programmazione e dunque contribuendo a trasformare il capitalismo in un costante gioco d’azzardo. La seconda: il crollo dei listini mondiali, e in particolare di quelli americani, ha terrorizzato i milioni di cittadini e cittadine statunitensi che hanno nei fondi, imbottiti di titoli finanziari, tutta la loro assistenza sociale, sanitaria e pensionistica. In questo senso, le Big Three hanno vinto almeno in parte la partita con il nuovo presidente, sfruttando proprio la pervasività del modello finanziario che hanno costruito in seguito alla demolizione di ogni dimensione pubblica. Nelle Borse americane ci sono anche i risparmi degli europei che si sono affidati a Black Rock e soci per avere rendimenti significativi. Se tali rendimenti fossero spariti, quei risparmi sarebbero stati portati in Europa dalle stesse Big Three, smontando pezzi interi della finanza americana; e questo Trump non può permetterselo. La terza considerazione è la più impegnativa: Trump ha deciso di nascondere la sua clamorosa marcia indietro, concentrando tutta la guerra doganale sulla Cina che diventa l’impero del male; una strategia posticciamente ideologica che farà male agli Stati Uniti per gli effetti sull’inflazione, per la dollarizzazione, ma, soprattutto, perché posta in questi termini obbliga la Cina a reagire anche sul piano egemonico e induce un’inevitabile spaccatura fra l’ordine capitalistico e l’appartenenza al multipolarismo cinese, destinato ad avere molti seguaci in giro per il mondo.

Alessandro Volpi 10-4-25

QUANDO È TROPPO È TROPPO!

di Anna Maria Guideri


(Dal troppismo al trumpismo il passo è breve!)

La dismisura, non la grandezza, è la cifra del nostro tempo. Siamo tempestati da una miriade di input, da un’esagerata quantità di tutto: cose materiali e virtuali, visibili e invisibili, reali surreali, vere e finte: di tutto, di più. Siamo affetti dalla sindrome del troppismo ed anche – in perfetta linea ed assonanza – di trumpismo. Nel villaggio globale tutto si tiene e, come un battito d’ali di una farfalla può scatenare una calamità naturale all’altro capo del mondo, così il troppo che da tempo imperversa nell’occidente capitalista, può favorire la comparsa di un fenomeno mostruoso, davvero eccessivo come Trump con ricadute devastanti ovunque. Sbaglia chi crede che Trump sia un corpo estraneo al sistema, facilmente asportabile con un bisturi. Trump non è un caso anomalo se non nella misura in cui lo siamo tutti noi, cittadini del mondo globalizzato, opulento e misero, avanzato e arretrato, razionale e folle, umano e disumano oltre ogni limite. Avviato da tempo lungo la china dell’autodistruzione. Possiamo, come italiani, rivendicare il merito di aver anticipato i tempi della presa del potere democratico da parte dei tycoon eleggendo Silvio Berlusconi, l’uomo di tutte le dismisure che ha inferto picconate micidiali alle istituzioni, all’etica pubblica e privata, alla legalità, alla decenza … atteggiandosi a vittima della persecuzione dei magistrati comunisti. Un ribaltamento dei termini del reale che ha aperto crepe non facilmente riparabili nel tessuto già logoro del nostro sistema democratico e non solo. Trump è lo sbocco naturale, fisiologico, di un declino inarrestabile, la punta di diamante di un degrado etico e civile da lungo tempo annunciato, ma colpevolmente ignorato, o sottovalutato. Troppismo e trumpismo, due inquietanti fenomeni della nostra realtà attuale, due facce della stessa medaglia, espressioni di un “gigantismo normalizzato” di fronte al quale la balbettante democrazia europea si trova confusa e smarrita. Il troppo stroppia: dal consumismo compulsivo, alle parole agli estrogeni, ad ogni tipo di eccesso contro la realtà, contro la ragione, contro la morale, contro i diritti umani e civili, contro la giustizia … Dalla violenza sterminatrice di intere popolazioni che viene tranquillamente metabolizzata e quindi ritenuta inevitabile, il troppo è sempre poco, per chi se lo può permettere e l’asticella dei traguardi da raggiungere si alza sempre di più sotto la spinta dei media asserviti ai disegni deliranti di chi detiene l’85% della ricchezza mondiale. Ci si crede sani, ma siamo gonfi, cioè malati (da Berlinguer ti voglio bene). Si vive dentro una bolla creata ad arte da coloro che hanno interesse ad inventarsi una realtà a misura dei propri deliri e dei sogni impossibili degli sprovveduti e dei disperati in fuga da una realtà altrettanto impossibile. Un sogno di riscatto e di libertà che trova il suo compimento non nella forza del diritto (Cicerone), ma nella sua negazione, non nella ragione, ma nell’abuso e nella follia. Assistiamo a due aspetti sociali solo apparentemente contraddittori, in realtà interdipendenti e funzionali l’uno all’altro: la frammentazione e l’omologazione. A fronte di una frammentazione dovuta alla caduta libera dei valori democratici unificanti, risulta evidente una crescente omologazione intorno al vuoto delle idee e alla confusa percezione di interessi non meglio identificati e indotti. Quanto più la società si disperde e si disgrega, tanto più si riunisce sotto l’ombrello del demagogo di turno che promette miracoli. Insomma, una comunità non coesa composta da individui che hanno poco in comune tranne lo smarrimento. Più che una comunità, un’ammucchiata! Che le differenze che si riscontrano nelle società a livello valoriale siano più superficiali che sostanziali lo dimostra l’uniformità trasversale dei modelli comportamentali, del linguaggio, degli stereotipi. Credo che questa miscellanea indistinta si debba in buona parte anche a quel fenomeno ambiguo e ingannevole definibile come capitalismo populista. La mutazione genetica del sistema capitalistico nella variante populista rende verosimile l’assurdo e cioè, che lo storico nemico dei meno abbienti – il capitalismo selvaggio – sia diventato il loro amico più fidato!

Anna Maria Guideri 08-04-2025