Corri alla coppina, corri

FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25
TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

di Cinzia Zanfini Nuovo

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, un pensionato si sveglia e sa che dovrà correre più di una casalinga o non raggiungerà il banco surgelati e il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, una mamma si sveglia e sa che dovrà correre più del pensionato o i suoi bambini rimarranno senza il Barattolino Sammontana in offerta.

Ogni mattina alla Cooppina di via Reginaldo Giuliani, come sorge il sole, non importa che tu sia pensionato o mamma, l’importante è che cominci a correre…
….altrimenti col cazzo che riesci a prendere il Barattolino Sammontana in offerta.

Fine del mio apologo.

Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25


FONTE Facebook Cinzia Zanfini Nuovo 6-6-25 TITOLO redazionale : Corri alla coppina, corri

The Iron Man

FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25
TITOLO redazionale

Riuscirà Trump a riportare gli Usa ad essere una potenza industriale?

Trump ha una politica industriale? Da stamani alle 6, secondo quanto stabilito da un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, incurante dei ricorsi e delle pronunce dei tribunali, sono entrati in vigore dazi del 50% sull’alluminio e sull’acciaio importanti negli Stati Uniti. Si tratta di un segnale tutt’altro che banale. Gli Usa importano ogni anno acciaio e alluminio per circa 114 miliardi di dollari, pari ad un quarto del fabbisogno interno; i principali esportatori sono Canada, Messico, Brasile e Corea del Sud. L’idea di Trump è quella di riportare la produzione dell’acciaio negli Stati Uniti, utilizzando i dazi come elemento decisivo, soprattutto per le realtà produttive presenti in aree limitrofe. In questo senso, ha favorito l’accordo fra Nippon Steel e  Cleveland Cliffs per trasferire in terra americana le produzioni giapponesi. E’ un tentativo ambizioso, e forse pericoloso, per la stessa economia americana ma che non è liquidabile nei termini della pura follia come fanno troppi commentatori nostrani. Magari, sarebbe ora di capire che la reindustrializzazione americana è un obiettivo vero per Trump, insieme all’incasso federale garantito dai dazi, e che non si ferma, come nel caso europeo, alle sole “politiche” del riarmo. Aggiungerei ancora due considerazioni. La prima. Dopo l’annuncio dei dazi, i titoli di Cleveland Cliffs si sono impennati, con grande giubilo di BlackRock, Vanguard e State Street, che possiedono circa il 25% della società e dunque su questo terreno possono coltivare un rasserenamento delle tese relazioni con il presidente, in particolare dopo la “liquidazione” di Musk. La seconda. i dazi colpiscono anche tutto ciò che contiene acciaio, e questa non è una buona notaia per i produttori italiani che esportano in Usa molti beni contenenti acciaio. Ma, tanto, il governo Meloni è amico di Trump. Siamo davvero in una situazione paradossale: una grande parte dei media preannuncia il disastro di Trump, non provando neppure a capire le ragioni, secondo il modello Rampini, Mieli, Parenzo (mi scuso per il riferimento a loro ma occupano ore e ore di trasmissioni), e il governo Meloni, al contrario, manifesta una fiducia cieca nel magnate.

Alessandro Volpi 4-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 4-6-25 TITOLO redazionale

Capitalismo magico

FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25
IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798.
TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

La crisi americana e la speculazione.

I credit default swap sono assicurazioni contro il rischio di insolvenza di un titolo; in realtà sono soprattutto strumenti speculativi. In questa fase i credit default swap che dovrebbero proteggere contro il rischio di fallimento del debito federale degli Stati Uniti stanno costando sempre di più, a riprova del fatto che si è aperta una speculazione sulla possibilità di un default americano. Si tratta di una ipotesi impensabile fino a qualche anno fa ma che ora, di fronte all’enormità del debito Usa, alla debolezza del dollaro e all’estrema difficoltà con cui la Federal Reserve potrebbe stampare dollari per coprire quel debito, appare meno lunare e quindi alimenta un’ondata speculativa. Questa ondata contribuirà al già forte rialzo dei tassi di interesse che il debito americano deve pagare per attrarre compratori e questo implica due conseguenze. La prima. La concorrenza del debito Usa, con il decennale che può arrivare al 5%, obbligherà i paesi più indebitati, come l’Italia, a pagare tassi di interessi più alti, con un incremento di questa voce della spesa pubblica, a cui peraltro contribuisce la folle idea di escludere dal Patto di stabilità il debito pubblico contratto per il riarmo; un’idea sempre più coltivata da governi “socialisti”, a cui si è aggiunta una belluina Danimarca. Peraltro, questa concorrenza dei tassi di interesse americani peserà sull’intero comparto delle obbligazioni, con cui si finanziano imprese e banche, che molto probabilmente scaricheranno questo costo sui loro clienti e sui consumatori. La seconda. L’ingigantimento della spesa Usa per interessi renderà, come ha già dichiarato Trump, ancora più necessari, per incrementare le entrate federali,  i dazi che, è probabile, colpiranno in primis gli europei. La speculazione ha costi sociali altissimi, ma non esiste ancora una visione politica popolare che la voglia smontare. Al capitalismo degli stregoni occorre dare una risposta forte.

Alessandro Volpi 3-6-25


FONTE Facebook Alessandro Volpi 3-6-25 IMMAGINE Quadro “Vuelo de brujas” (in italiano: Il volo delle streghe), realizzato da Francisco Goya nel 1798. TITOLO redazionale “Capitalismo magico”

Silenzi assordanti

FONTE Facebook Guglielmo Abbondati 2-6-25
TITOLO redazionale

Lui è Nahid Miah, 35 anni, originario del Bangladesh lavorava al distributore di benzina Toil ad Ardea da quattro anni, dopo aver lavorato come cameriere a Roma nella zona di Conca d’oro e in una stazione di servizio a viale Marconi. La mattina di martedì 27 maggio, Nahid è stato accoltellato al cuore da un uomo che, arrivato al distributore Toil in sella a una moto, coperto da un casco integrale e vestito completamente di nero, si è poi dileguato con il ‘bottino’ di 570 euro in contanti. Oggi è stato arrestato il presunto responsabile, un diciottenne, italianissimo, che durante l’interrogatorio in caserma ha confessato. Nahid lascia la moglie e due bambini. Ma la stampa e la propaganda giustizialista questa volta mute. Chissà perchè

🤔

Baci e abbracci

FONTE Facebook Enrico Rossi 31-5-25
TITOLO redazionale

Buongiorno.

Le parole non fermano il genocidio ma intanto Francia, Canada e Inghilterra  in un comunicato congiunto affermano la loro “opposizione ferma all’estensione delle operazioni militari israeliane a Gaza” e annunciano “misure concrete” -“il livello di sofferenza a Gaza è intollerabile”- , come la revisione dell’accordo commerciale Ue-Israele.

Ieri Macron si è scagliato contro “l’embargo umanitario” a Gaza e si è spinto a dire che il riconoscimento dello Stato palestinese non è “solo un dovere morale, ma un’esigenza politica”, appena Hamas rilascerà gli ostaggi.

Persino la Germania, in cui il sostegno allo Stato ebraico è profondamente radicato, si riserva di decidere se approvare o meno nuove forniture di armi a Israele in base a una valutazione della situazione umanitaria a Gaza.

Resta invece in silenzio del governo italiano che non annuncia nessuna iniziativa. Meloni sta nell’ internazionale nera con Trump e il criminale di guerra Netanyahu. L’Italia L’Italia non ha una politica estera autonoma: si allinea. È la serva silenziosa degli Stati Uniti.

Meloni tace anche sulla sentenza della Cassazione sui campi lager dei migranti in Albania che rinvia la decisione sui trattamenti dei detenuti richiedenti asilo alla Corte di Giustizia della Unione Europea.

Ancora una volta tutto si ferma, ratificando che il governo per mera propaganda e odio contro i migranti ha gettato via un miliardo.

In ultimo non si può che tirare un sospiro di sollievo per il fatto che Elon Musk, il grande amico di Meloni e Salvini, abbia rinunciato al suo ruolo nel governo degli USA.

Colpisce una notizia riportata dal NYT secondo cui   Musk, durante la campagna presidenziale del 2024, mentre sosteneva la rielezione di Donald Trump, avrebbe fatto uso frequente di ketamina, ecstasy, funghi allucinogeni e Adderall, al punto che l’abuso di ketamina avrebbe causato problemi alla vescica.

Meloni e Salvini hanno inasprito la politica del governo italiano contro le droghe leggere, adottando un approccio proibizionista fino a vietare la cannabis light e a prevedere pesanti misure contro chi ne fa uso anche a livello personale.

Però i due esponenti del governo italiano fanno a gara per accaparrarsi l’amicizia di un potente drogato e di tendenza neonazista anche in questa abitudine ad assumere pesanti droghe eccitanti, che furono assai presenti nella vita quotidiana della leadership del Terzo Reich

La verità è che Meloni, che finora veniva considerata, anche da certa stampa e da certi commentatori, una grande statista, si sta rivelando nei fatti un pericoloso capo di governo privo di un pensiero e di una politica estera degna dell’Italia, capace solo di inginocchiarsi davanti ai potenti della destra estrema anche quando sono palesemente sotto l’effetto di droghe pesanti.

L’Italia meloniana affonda nel ridicolo e nella vergogna.

Enrico Rossi, 31-5-25

Pane Nero a Sinistra

𝗟𝗘 𝗔𝗣𝗣𝗔𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗖𝗛𝗘 𝗦𝗖𝗢𝗡𝗩𝗢𝗟𝗦𝗘𝗥𝗢 𝗟❜𝗜𝗦𝗢𝗟𝗔 𝗗𝗜 𝗔𝗟𝗜𝗖𝗨𝗗𝗜.
Alicudi è una sperduta isoletta nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia che fu protagonista di eventi straordinari tra il 1902 e il 1905.
La vita di numerosi abitanti dell’isola venne sconvolta da visioni reali di persone volanti che svanivano alla vista trasformandosi in corvi, animali onirici e…fantasmi.
Pensarono di essere in presenza di eventi paranormali e provarono anche a convivere con queste apparizioni, considerandole parte di una maledizione con la quale dover convivere.
La reale natura del fenomeno emerse solo dopo tre anni quando venne identificata la causa delle misteriose apparizioni.
Si scoprì che la farina di segale con la quale producevano il pane era stata infestata da un fungo parassita, il claviceps purpurea che, se ingerito, può provocare forti allucinazioni perché produce naturalmente l’acido lisergico, il principio attivo alla base del LSD.
Quando il consumo di pane nero venne interdetto, le allucinazioni collettive ebbero fine.
FONTE Facebook
SEGUE La storia continua di GLB


Alicudi Reloaded: La sinistra lisergica e il pane nero del pensiero

C’erano una volta Alicudi, il pane nero e i corvi che si trasformavano in fantasmi. Non era una distopia di Philip K. Dick né un episodio dimenticato di Stranger Things, ma la Sicilia degli inizi del Novecento, dove gli isolani, ignari consumatori di segale contaminata da claviceps purpurea (detta popolarmente Segale cornuta), videro volare uomini e udire voci da mondi paralleli. Poi si scoprì che era LSD naturale: niente demoni, solo allucinazioni da carboidrati psichedelici.

Ebbene, a più di un secolo di distanza, pare che la stessa farina visionaria sia giunta sui banchi della “sinistra” italiana. Perché altrimenti non si spiegherebbe come alcuni si dichiarino ancora “progressisti”, “pacifisti” e “socialisti”, mentre:

  • Abbracciano politiche economiche liberiste con l’entusiasmo di Milton Friedman dopo un happy hour.
  • Invocano la pace, ma votano per il riarmo, con la stessa disinvoltura con cui si prenota una vacanza su Booking.
  • Giustificano la morte di civili a Gaza, perché “Hamas ha iniziato” (citazione non verificata, attribuita solo ad una minoranza, ma altamente plausibile in contesti lisergici, cmq meno profumi e più olio di gomito).
  • Chiedono più guerra contro la Russia, nonostante la strategia sia fallita peggio di un talent show con Salvini cantante.
  • Sognano gli Stati Uniti come faro democratico, dopo decenni passati a denunciare il loro imperialismo, con lo stesso spirito coerente di chi scrive “NO NATO” sui social dal Wi-Fi della base NATO.
  • Boicottano Russia e Cina, ma si lamentano se poi il made in Italy costa come un Rolex.
  • Parlano di democrazia mentre sostengono governi da democratura, con l’entusiasmo di chi confonde Orwell con Instagram.

Insomma, più che una corrente politica, pare una corrente psichedelica. Non una visione, ma un trip prolungato. Altro che gramscismo, qui siamo al gramscidèllico.

Sorge spontanea una domanda: dove acquistano il loro pane nero, questi strateghi del corto circuito cerebrale? È la nuova filiera bio del pensiero confuso? Una partnership PD–Psilocybina? O magari una start-up finanziata dal Pentagono per testare nuove forme di coerenza quantistica?

In fondo, Alicudi ci ha insegnato una cosa: le allucinazioni non durano per sempre, basta cambiare farina. E forse, anche stavolta, servirebbe sospendere la dieta a base di retorica neoliberale, finto progressismo e bombardamenti umanitari, prima che il Parlamento si trasformi in un rave festival e la Costituzione venga riscritta su cartine da rolling paper.

Nel dubbio, controllate la dispensa. E se trovate della segale troppo nera, magari è ora di tornare a pensare… sobriamente.

GLB 27-5-25


Il grave errore di Meloni sullo spread/A.Volpi

FONTE
*Post Facebook del 16/05/2025
L’Antidiplomatico
Sinistrainrete
Published: 22 May 2025
Created: 17 May 2025

di Alessandro Volpi*

Voglio tornare, in maniera più articolata, sulle dichiarazioni della presidente Meloni relative allo spread sceso sotto i 100 punti che indicherebbe, a detta di Meloni, una maggiore affidabilità del debito italiano rispetto al debito tedesco. Si tratta, a mio parere, di un errore molto grave, e decisamente preoccupante. Provo a spiegarmi meglio. Da gennaio ad aprile del 2025, in Europa sono stati emessi titoli di Stato per circa 600 miliardi di euro, un record storico.

E’ evidente che i vari paesi hanno bisogno di risorse e che i loro debiti trovano compratori anche perché il debito americano appare meno sicuro e meno attrattivo. È altrettanto evidente che un’emissione così massiccia genera una forte concorrenza tra i vari Stati nel trovare compratori e dunque può determinare un aumento dei rendimenti da offrire e degli interessi da pagare. A fine anno si stima che il totale delle emissioni dei vari Stati europei arriverà a sfiorare i 1000 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i circa 230 miliardi relativi ai titoli che la Bce ha comprato negli anni passati e che ora rimette in vendita.

Dunque, siamo di fronte a una cifra enorme, in cui peserà molto anche il debito tedesco, ritenuto in assoluto il più sicuro e pertanto il più pericoloso in termini di concorrenza agli altri debiti nazionali. Naturalmente, non bisogna affatto trascurare le emissioni di titoli americani, che saranno pari a circa 9000 miliardi di dollari – nove volte il debito emesso in Europa! – e quello di altri paesi del mondo. Tutto questo per dire che il collocamento del debito durante i prossimi anni non sarà affatto semplice, al di là del rapporto tra offerta e domanda di titoli, e i costi del suo collocamento rischiano di salire molto.

In tale panorama l’Italia dovrebbe collocare, nel 2025, circa 350 miliardi di euro, pari a un terzo del totale europeo, e dovrà farlo senza fidare sui canali usati negli ultimi anni: non saranno più possibili infatti ingenti acquisti della Banca d’Italia, decisivi nel recente passato, e neppure quelli della Bce, che, come detto, anzi venderà anche titoli italiani, contribuendo a deprezzarli. Non saranno possibili neppure acquisti troppo ingenti da parte delle banche e delle assicurazioni italiane, già imbottite di debito italiano.

Accanto agli acquisti delle “famiglie” italiane, sarà molto probabile l’esigenza di un intervento di grandi investitori esteri – i fondi di gestione del risparmio in primis – per una percentuale più ampia rispetto agli anni precedenti che potrebbero arrivare a incidere fino al 40% del totale degli acquisti. Una simile condizione comporterebbe due conseguenze. La prima è rappresentata da un rialzo dei rendimenti, soprattutto per le brevi e le medie scadenze, ritornando verso il 4%.

La seconda è riconducibile alla maggiore dipendenza del nostro debito dai già ricordati grandi fondi, a cominciare da BlackRock, che saranno così ancora più in grado di condizionare le scelte di politica economica italiana: più privatizzazioni, più previdenza e sanità private, più asset strategici ceduti.

La superficialità di Meloni, alla luce di ciò, è decisamente allarmante.


*Post Facebook del 16/05/2025

Tanto per farsi una risata

FONTE Facebook Alessandro Volpi 19-5-25
TITOLO redazionale

Chiacchiere. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, le economie del Vecchio Continente non crescono: il Pil reale salirà dell’1,1 nell’Unione e dello 0,9 nell’eurozona quest’anno, per arrivare, rispettivamente all’1,5 e all’1,4 nel 2026. Dunque, non ci saranno effetti veri, provenienti dagli investimenti pubblici, mentre peserà l’incertezza dei dazi. Peraltro, è significativo che l’area euro faccia peggio del resto dell’Europa a dimostrazione del pessimo uso della moneta unica. L’Italia, al di là dei proclami, cresce meno della media europea, registrando lo 0,7 quest’anno e lo 0,9 il prossimo: una crescita inferiore a quella tedesca, che sarà dell’1,1% e di larga parte dell’Europa, e legata quasi solo al Pnrr. Il dato rilevante in termini politici e sociali, infatti, è un altro. Mancano i consumi interni, contratti dall’impoverimento delle retribuzioni e dall’esigenza di aumentare il risparmio. Mi sembra utile notare in tal senso che, nel nostro paese, l’aumento del risparmio è “forzato” dalla necessità di avere risorse disponibili in caso di necessità data la sempre più evidente ritirata del Welfare. In altre parole, una quota rilevante del reddito italiano delle fasce medio basse della popolazione viene sottratto necessariamente ai consumi, con un peggioramento della qualità della vita, perché la riduzione delle coperture sanitarie e previdenziali pubbliche obbliga, chi lo può fare, a risparmiare. In tal modo crescono in maniera drammatica le disuguaglianze. Quanto servirebbe, davvero, una forza popolare della Sinistra.

Finanza e genocidio

FONTE Facebook 11-5-25
Alessandro Volpi
Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.

Finanza e genocidio. E’ noto che una parte dei risparmi mondiali, soprattutto in “Occidente”, è indirizzata da grandi società di consulenza, il cui compito è quello di valutare non solo la redditività ma anche l’eticità degli investimenti verso cui indirizzare tali risparmi. In altre parole, per poter qualificare come “etici” gli investimenti, esistono alcuni parametri definiti proprio da queste grandi società: tra tali parametri figurano la violazione dei diritti umani, l’uccisione delle popolazioni, il blocco degli aiuti. In altre parole, le imprese, le banche e altri soggetti finanziari che hanno a che fare con tali crimini non possono ricevere finanziamenti “etici”. Il fatto davvero gravissimo è costituito dalla decisione di alcune di queste società di valutazione come Morgan Stanley e Morningstar di rimuovere molti di tali crimini dalla lista delle “violazioni etiche” per continuare a indirizzare il risparmio gestito verso il finanziamento di imprese e banche israeliane. Si è trattato, in pratica, di cancellare quanto avviene a Gaza, derubricandolo a operazioni ordinarie, per mantenere il bollino etico ad investimenti altrimenti non più possibili. Con buona pace della convinzione di chi si affida ai criteri Esg per avere la coscienza a posto. Che amarezza.

Alessandro Volpi 11-5-25


ESG (Environmental, Social, Governance)

I criteri ESG (Environmental, Social, Governance) sono parametri utilizzati per valutare la sostenibilità e l’impatto etico di un’impresa. Questi criteri vengono sempre più adottati nel settore finanziario per determinare l’accesso ai finanziamenti e agli investimenti a condizioni agevolate2.

Ecco una panoramica dei tre pilastri ESG:

  • Ambientale (Environmental): riguarda l’impatto dell’azienda sull’ambiente, inclusa la gestione delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni e la transizione energetica.
  • Sociale (Social): si riferisce alle condizioni di lavoro, l’inclusione, il rispetto dei diritti umani e il coinvolgimento nelle comunità locali.
  • Governance (Governance): comprende la trasparenza nella gestione aziendale, le politiche anti-corruzione e la struttura di controllo interno.

Le imprese che integrano i criteri ESG nelle loro strategie possono ottenere vantaggi finanziari, come tassi d’interesse agevolati, accesso semplificato al credito e priorità nell’assegnazione di fondi pubblici e comunitari. Inoltre, un buon rating ESG può migliorare la reputazione aziendale e attrarre investitori interessati alla sostenibilità.


FONTE Facebook 11-5-25 Alessandro Volpi Con una nota redazionale sui criteri ESG da adottare per la valutazione dei piani di finanziamenti alle imprese.