Il denaro non era mai apparso tanto volgare come da quando i cosiddetti tycoons si sono impadroniti del potere facendosi eleggere a suon di miliardi. Hanno usato lo strumento democratico – il diritto al voto – per distruggere la democrazia. Una bella trovata che è andata a segno grazie agli strappi che il fragile tessuto democratico ha subito per lunghi anni sotto gli occhi disattenti delle varie forze democratiche incaricate di tutelarlo. È quel che si dice usare il bene per fare il male, cioè, snaturare uno strumento benefico a scopi malefici. A questo siamo. Con la seconda elezione di Trump dopo il suo assalto a Capitol Hill, si è oltrepassato ogni misura con il beneplacito di un mondo ormai talmente assuefatto al peggio da scambiarlo addirittura per il male minore o addirittura per un Jolly che ci può salvare dalle sabbie mobili dell’Ucraina e del Medio Oriente. L’aspetto più rivoltante dei multimiliardari attuali non è solo la smisurata sproporzione fra la loro opulenza e la scarsità di mezzi dei moltissimi ultimi della terra, ma il cattivo gusto di cui si circondano in termini di beni materiali, frequentazioni, atteggiamenti, stile di vita… E l’incentivo a perseverare diabolicamente su questa linea della volgarità lo ricevono proprio da coloro che per reddito ne sono lontani anni luce, ma che, per visione del mondo, gli sono vicinissimi. Se dei figuri impresentabili come Trump possono diventare padroni del mondo, niente vieta che lo possa diventare anche un qualunque balordo che cerca di far tesoro della sua lezione di vita. Essi, i loschi figuri, rappresentano i suoi modelli di riferimento, il suoi sogni di riscatto economico e sociale. La mostruosità pare bella. L’ostentazione sfacciata del denaro e del potere, la negazione dei diritti umani e civili, la violenza verbale e la censura contro i dissidenti … anziché essere motivo di condanna sono segni distintivi del potere e pertanto, apprezzati anche da chi il potere non ce l’ha, ma ambisce ad averlo per usarlo esattamente nello stesso modo. Contro gli abusi legittimati dallo strapotere del denaro la balbettante democrazia si piega. Trump, non ce lo scordiamo, è figlio di Berlusconi, non viceversa!. L’Italia può vantare due innovazioni: il fascismo e un miliardario a capo dello stato democratico. Il fascismo è considerato, a tutt’oggi, il prodotto italiano più esportato al mondo. Si potrebbe pensare che sia un bene il fatto che oggi, a differenza dell’alta borghesia di un tempo, i nuovi ricchi mostrino con protervia, senza nessun pudore, la loro vera natura così da poter attivare gli anticorpi sociali per contrastarli… Se la logica direbbe di sì, la realtà suggerisce di no invitandoci alla prudenza. L’intelligenza e il buon gusto della vecchia classe borghese ormai tramontata (vedi una per tutte la famiglia Agnelli) erano serviti a nobilitare in parte il vil denaro riscattandone elegantemente l’immagine offuscata dall’uso eticamente discutibile imposto dal libero mercato. Oggi le maschere sono cadute e il denaro è un re che mostra senza veli e senza pudore la sua oscena nudità. E lo fa perché lo può fare. Lo fa perché chi lo possiede è riuscito a convincere la gente che lo sterco del diavolo è oro zecchino e che la corsa all’oro è l’unica cosa per cui vale la pena di vivere. Se i potenti non avessero ben fiutato la capitolazione della morale pubblica, non avrebbero gettato la maschera. Sarebbe stato meglio? Chissà, forse sì, non perché l’ipocrisia sia un valore apprezzabile, ma perché la sua presenza è la prova che esiste una visione morale riconosciuta e condivisa che ora non c’è più.
Anna Maria Guideri 06-07-2025