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Sul Rapporto ISPI 2025 di Gian Luigi Betti

La Redazione, 19 Giugno 202524 Giugno 2025
Il mondo secondo il Rapporto ISPI 2025: dominio, crisi e fallimento dell’ordine liberale
Gian Luigi Betti

Che tu possa vivere in tempi interessanti

Il Rapporto ISPI 2025, curato da Alessandro Colombo e Paolo Magri, getta uno sguardo lucido su un mondo attraversato da crisi globali e da profondi mutamenti negli equilibri geopolitici. Dopo la vittoria nella Guerra fredda, gli Stati Uniti si sono ritrovati padroni incontrastati del sistema internazionale. Ma anziché costruire un ordine stabile e cooperativo, hanno scelto di dispiegare la loro supremazia finanziaria, economica e militare per esercitare un dominio globale di natura neocoloniale.

All’ombra delle bandiere ideologiche del liberismo, Washington ha imposto un nuovo sistema di vassallaggio planetario, servendosi anche di strumenti apparentemente neutri come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Hanno sfruttato il lavoro povero del Sud globale, trasformato il dollaro in una moneta di speculazione e ricatto, e dettato regole ferree a quelli che chiamano “alleati” – in particolare gli europei, ridotti fin dal secondo dopoguerra a ruoli subalterni sotto stretta sorveglianza.

Tutto questo è stato mascherato dalla retorica trionfalistica della “fine della storia”: la promessa di un mondo finalmente libero e pacificato sotto la bandiera della democrazia e del mercato. Ma, come accadde già a Napoleone e poi a Hitler, il mondo si è rivelato un boccone troppo grande da digerire. La tanto vagheggiata pace universale si è rivelata una Pax Americana nel senso più oscuro del termine, ricordando il passo di Tacito: «Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant» – dove fanno il deserto, lo chiamano pace.

Le crisi attuali – il confronto tra Stati Uniti, Russia, Cina, BRICS e il “resto del mondo” (con l’Unione Europea assente ingiustificata) – e le guerre in aumento di cui raramente si comprende il senso, testimoniano almeno due verità fondamentali. Primo: gli Stati Uniti non governano più il mondo, e il principale responsabile di questa perdita di egemonia è proprio l’eccesso di ambizione imperiale. Hanno peccato di gola nel momento decisivo e ora soffrono di un’indigestione di potere mal gestito. E, quel che è peggio, non sembrano aver imparato nulla: continuano ad annaspare, incapaci di riconoscere i propri errori, ormai privi della legittimità necessaria a guidare l’ordine globale.

Secondo: il cosiddetto “mercato”, in realtà un capitalismo monopolistico e predatorio, contiene in sé i germi dell’autodistruzione. Le guerre non sono eccezioni ma conseguenze sistemiche: esiti logici di un modello che genera instabilità, competizione sfrenata e disuguaglianze intollerabili.

Il Rapporto ISPI 2025 rappresenta una lettura preziosa per comprendere la profondità di questo passaggio storico. Ancor più utile se affiancato a un altro testo dello stesso Alessandro Colombo: Il suicidio della pace. Perché l’ordine internazionale liberale ha fallito (1989–2024) (Cortina, 2025), una riflessione potente e radicale sull’illusione di un ordine liberale universale, e sulla miopia strategica che ha accompagnato la fase unipolare americana.

Scheda del Rapporto ISPI 2025 L’ora della verità
Scheda del libro di Alessandro Colombo: Il suicidio della pace
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