Dal suicidio imperiale al disaccoppiamento impossibile

I mutamenti nell’ordine globale si intrecciano con le scelte strategiche delle grandi potenze. Negli articoli analizzati — firmati da Shlomo Ben-Ami, Joschka Fischer e Lorenzo Lamperti — emerge un quadro di tensione crescente: gli Stati Uniti, più che affrontare una minaccia esterna come la Cina, sembrano avviati su una traiettoria di autodistruzione interna, alimentata da pulsioni imperialiste e isolazioniste. Al contrario, Pechino, consapevole dei propri limiti e della complessità delle catene globali, adotta una diplomazia di apertura verso Asia ed Europa. La dinamica tra il “suicidio imperiale” americano e il “disaccoppiamento impossibile” cinese traccia i confini di un’epoca segnata dall’incertezza e dalla ridefinizione delle alleanze.
SINTESI by ChatGPT

In un mondo in rapida trasformazione, gli Stati Uniti sembrano avviati su una traiettoria di declino autoindotto, più che vittime di una sfida esterna. Shlomo Ben-Ami e Joschka Fischer, nei loro interventi su Domani, denunciano come le scelte imperialiste e isolazioniste — soprattutto nella versione trumpiana — abbiano accelerato l’erosione della leadership americana, isolandola sia sul piano politico sia su quello economico.
Parallelamente, come evidenzia Lorenzo Lamperti su Il Manifesto, la Cina adotta una strategia di apertura verso Asia ed Europa, consapevole che il disaccoppiamento totale dall’Occidente è impraticabile a causa delle profonde interdipendenze globali.
Il quadro che emerge non è quello di una nuova “guerra fredda” lineare, ma di una complessa riconfigurazione multipolare, in cui il suicidio imperiale americano e l’impossibile disaccoppiamento cinese disegnano un futuro denso di incertezze e opportunità.

SEGUE:
Schede sintetiche : Breve esposizione analitica dei testi : Sintesi coordinata
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Quel putiniano di Tucidide. La Guerra del Peloponneso e noi

SINTESI
Un articolo ironico e provocatorio di Emanuele Maggio, “Quel putiniano di Tucidide. La Guerra del Peloponneso e noi”
scritto per La Fionda e pubblicato su Sinistrainrete
IMMAGINE di ChatGPT

di Emanuele Maggio

Un articolo rigoroso nell’analisi e scritto in chiave ironica. Da leggere per intero (non è lungo).

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📰 Sunto dell’articolo

Emanuele Maggio rilegge in chiave geopolitica e ironica la Guerra del Peloponneso di Tucidide, paragonando i protagonisti del mondo antico (Atene e Sparta) alle superpotenze attuali (Stati Uniti e Russia).

  • Atene = Stati Uniti: democratica, ricca, mercantile, imperialista, e promotrice (a parole) della libertà. La sua Lega Delio-Attica è paragonata alla NATO, un’alleanza espansiva e ideologica.
  • Sparta = Russia: oligarchica, disciplinata, statalista, potenza terrestre e conservatrice. Si presenta come difensore dell’autonomia contro l’imperialismo ateniese (americano).

Tucidide, lontano da ogni propaganda, vede la vera causa della guerra non nell’attacco spartano, ma nell’espansionismo ateniese. Allo stesso modo, Maggio suggerisce che l’espansione NATO e le sanzioni economiche (come il “decreto megarese” ateniese) abbiano provocato la Russia.

  • L’UE è dipinta come Anfizionia di Delfi: organismo simbolico, privo di reale autonomia, succube della pressione ateniese/statunitense.
  • Come Sparta si alleò con Persia e Macedonia per battere Atene, la Russia si avvicina alla Cina, che qui rappresenta la Persia: una potenza orientale determinante nel conflitto globale.

⚔️ Morale storica

Come la Guerra del Peloponneso segnò l’autodistruzione della Grecia, uno scontro globale tra NATO e Russia (col coinvolgimento della Cina) rischia di condurre all’autodistruzione dell’Occidente.

🧠 Spunti finali

  • Gli USA, pur divisi tra Trump e il “deep state”, agiscono da decenni con coerenza strategica: isolare e dividere Russia, Europa e Cina.
  • Si profila una spartizione elitaria delle risorse e del potere, mentre i veri sconfitti sono i popoli europei e ucraini.
  • Dietro lo scontro ideologico, si cela un equilibrio geopolitico precario, dove tatticismi imperiali rischiano di compromettere la stabilità globale.

La nuova bolla finanziaria del riarmo

SINTESI
La nuova bolla finanziaria del riarmo
di Alessandro Volpi
Pubblicato su Sinistrainrete

Occhiello

Volpi analizza come il riarmo europeo, sotto l’egida della Commissione von der Leyen, stia creando una gigantesca bolla speculativa nel settore delle armi, con gravi implicazioni per il welfare e il tessuto sociale, promuovendo una economia di guerra che mina la convivenza collettiva.
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Sintesi schematica

  1. Mercato delle armi
    • Aumento dei titoli azionari delle aziende produttrici di armi, con performance record di varie imprese europee.
    • Investimenti massicci da grandi fondi (BlackRock, Vanguard, etc.) e banche, generando una bolla speculativa nell’industria bellica.
  2. Ruolo della BCE e politiche monetarie
    • La Banca Centrale Europea sostiene il riarmo, riducendo i tassi di interesse e incentivando l’acquisto di titoli di aziende belliche.
    • Queste misure si traducono in un’assenza di mobilitazione simile per altre esigenze sociali come la sanità e l’istruzione.
  3. Mobilizzazione dei risparmi
    • La Commissione Europea propone di “mobilitare” i risparmi dei cittadini europei per finanziare armamenti, creando strumenti di investimento accessibili.
    • Rischio di una “monocultura” armata, riducendo i fondi disponibili per altri settori e servizi pubblici.
  4. Strumenti finanziari e speculazione
    • Crescita degli ETF (Exchange-Traded Funds) legati all’industria delle armi, che permettono ai fondi di garantire una facile entrata di capitali dalle masse.
    • La complessità del settore finanziario rende difficile tracciare il destino dei risparmi, creando rischi per investitori comuni.
  5. Tensioni politiche e debito
    • Dilemmi sul finanziamento del riarmo tra approcci di debito comune europeo rispetto a debiti nazionali, evidenziando divergenze tra vari leader politici.
    • Il ruolo degli Stati Uniti come principali fornitori di armamenti per l’Europa, portando a un rilancio delle tensioni geopolitiche.
  6. Conclusione
    • Il riarmo europeo, sebbene giustificato come risposta alle minacce esterne, rappresenta un’opportunità di speculazione finanziaria che rischia di erodere il tessuto sociale e il welfare europeo.
    • Apprensione riguardo alla direzione presa dall’Europa, con una chiara preferenza per gli investimenti militari a scapito di altre necessità sociali.