Dal suicidio imperiale al disaccoppiamento impossibile

I mutamenti nell’ordine globale si intrecciano con le scelte strategiche delle grandi potenze. Negli articoli analizzati — firmati da Shlomo Ben-Ami, Joschka Fischer e Lorenzo Lamperti — emerge un quadro di tensione crescente: gli Stati Uniti, più che affrontare una minaccia esterna come la Cina, sembrano avviati su una traiettoria di autodistruzione interna, alimentata da pulsioni imperialiste e isolazioniste. Al contrario, Pechino, consapevole dei propri limiti e della complessità delle catene globali, adotta una diplomazia di apertura verso Asia ed Europa. La dinamica tra il “suicidio imperiale” americano e il “disaccoppiamento impossibile” cinese traccia i confini di un’epoca segnata dall’incertezza e dalla ridefinizione delle alleanze.
SINTESI by ChatGPT

In un mondo in rapida trasformazione, gli Stati Uniti sembrano avviati su una traiettoria di declino autoindotto, più che vittime di una sfida esterna. Shlomo Ben-Ami e Joschka Fischer, nei loro interventi su Domani, denunciano come le scelte imperialiste e isolazioniste — soprattutto nella versione trumpiana — abbiano accelerato l’erosione della leadership americana, isolandola sia sul piano politico sia su quello economico.
Parallelamente, come evidenzia Lorenzo Lamperti su Il Manifesto, la Cina adotta una strategia di apertura verso Asia ed Europa, consapevole che il disaccoppiamento totale dall’Occidente è impraticabile a causa delle profonde interdipendenze globali.
Il quadro che emerge non è quello di una nuova “guerra fredda” lineare, ma di una complessa riconfigurazione multipolare, in cui il suicidio imperiale americano e l’impossibile disaccoppiamento cinese disegnano un futuro denso di incertezze e opportunità.

SEGUE:
Schede sintetiche : Breve esposizione analitica dei testi : Sintesi coordinata
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Dazi Globali, Rotte Locali: L’Europa alla Prova del Cambiamento e la Cina ringrazia

SINTESI by ChatGPT di 3 articoli sull’argomento
TITOLO redazionale
IMMAGINE creata da ChatGPT

1. Fonti analizzate

  • L’Europa alla prova dei dazi globali, DOMANI, 20 aprile 2025.
  • Boom di pacchi dalla Cina. Il sistema Amazon in tilt, DOMANI, 21 aprile 2025.
  • La Cina ringrazia il compagno Trump, Internazionale n. 1611 (Moira Weigel, The Guardian).

2. Sintesi tematica
La crisi della globalizzazione commerciale si manifesta nel crescente impatto delle politiche protezionistiche statunitensi. I dazi voluti da Trump, e oggi confermati anche da Biden, mirano a ridurre la dipendenza americana dalla Cina ma generano conseguenze inattese: il commercio globale si ristruttura, nuovi canali si aprono, altri si saturano o collassano.

In Europa, i dazi imposti da Washington colpiscono indirettamente anche le imprese europee. Alcune vengono scavalcate nella filiera, altre si trovano travolte da una nuova ondata logistica di importazioni dirette dalla Cina, favorita dalle piattaforme e-commerce come Temu e Shein. Il sistema Amazon si trova così sotto pressione, e i piccoli centri di smistamento sono travolti da milioni di pacchi provenienti direttamente dagli hub asiatici.

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La Cina ringrazia il compagno Trump / di Moira Weigel

La presentazione e la sintesi analitica dell’articolo “La Cina ringrazia il compagno Trump” di Moira Weigel (pubblicato su Internazionale, n.1611, p. 43) by ChatGPT

L’articolo, scritto dalla ricercatrice e scrittrice statunitense Moira Weigel, esplora con taglio narrativo e documentato le conseguenze paradossali delle politiche daziali di Donald Trump nei confronti della Cina. Il pezzo parte da un aneddoto linguistico – il soprannome ironico “Chuan Jianguo” (Trump il costruttore della nazione) attribuito a Trump da molti cinesi – per mostrare come i suoi provvedimenti abbiano inavvertitamente favorito l’espansione del commercio elettronico cinese. L’autrice combina osservazione diretta (formazione in centri Amazon e Temu in Cina) con dati economici, interviste e riferimenti a trend globali.


🧭 Sintesi analitica

1. Trump “compagno cinese” involontario
Trump, pur mirando a contenere la Cina con i dazi, è diventato per molti in Cina un “alleato involontario”. Le sue politiche hanno spesso rafforzato le dinamiche economiche e le catene del valore radicate in territorio cinese, anziché indebolirle.

2. L’ecosistema del commercio online e la centralità cinese
Shein, Temu, e in parte Amazon sono alimentati da un’enorme base produttiva e logistica situata in Cina. Più della metà dei venditori Amazon proviene da lì, rendendo la piattaforma tanto cinese quanto americana.

3. I dazi: un’arma spuntata
I dazi imposti da Trump non hanno riportato la manifattura negli USA, ma hanno aumentato i prezzi per i consumatori e incentivato i venditori cinesi a innovare o eludere i controlli, spesso tramite triangolazioni o società di comodo. Goldman Sachs stima che siano stati aggirati dazi per 110-130 miliardi di dollari solo nel primo mandato Trump.

4. Espansione globale cinese e incentivo all’innovazione
Le barriere commerciali hanno spinto le imprese cinesi a globalizzarsi (chuhai), rivolgendosi a mercati emergenti (Africa, Asia sudorientale, America Latina). Gli ostacoli hanno favorito anche un’accelerazione nell’uso di intelligenza artificiale, logistica internazionale e piattaforme alternative come Temu.

5. Il paradosso di Amazon
Amazon, sebbene americana, dipende da venditori cinesi, e ha rappresentato uno strumento di globalizzazione “a basso costo” per questi ultimi. Le sue sospensioni di massa nel 2021 hanno spinto verso una migrazione verso nuove piattaforme, come Temu, oggi tra le app più scaricate negli USA.

6. Conclusione simbolica
Il culto sarcastico e simbolo di Trump tra i venditori di Shenzhen (con statuette e soprannomi ironici) riflette un’ambivalenza pragmatica: disapprovazione per i dazi, ma riconoscimento del loro effetto stimolante sulla proiezione globale della Cina.

Quel putiniano di Tucidide. La Guerra del Peloponneso e noi

SINTESI
Un articolo ironico e provocatorio di Emanuele Maggio, “Quel putiniano di Tucidide. La Guerra del Peloponneso e noi”
scritto per La Fionda e pubblicato su Sinistrainrete
IMMAGINE di ChatGPT

di Emanuele Maggio

Un articolo rigoroso nell’analisi e scritto in chiave ironica. Da leggere per intero (non è lungo).

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📰 Sunto dell’articolo

Emanuele Maggio rilegge in chiave geopolitica e ironica la Guerra del Peloponneso di Tucidide, paragonando i protagonisti del mondo antico (Atene e Sparta) alle superpotenze attuali (Stati Uniti e Russia).

  • Atene = Stati Uniti: democratica, ricca, mercantile, imperialista, e promotrice (a parole) della libertà. La sua Lega Delio-Attica è paragonata alla NATO, un’alleanza espansiva e ideologica.
  • Sparta = Russia: oligarchica, disciplinata, statalista, potenza terrestre e conservatrice. Si presenta come difensore dell’autonomia contro l’imperialismo ateniese (americano).

Tucidide, lontano da ogni propaganda, vede la vera causa della guerra non nell’attacco spartano, ma nell’espansionismo ateniese. Allo stesso modo, Maggio suggerisce che l’espansione NATO e le sanzioni economiche (come il “decreto megarese” ateniese) abbiano provocato la Russia.

  • L’UE è dipinta come Anfizionia di Delfi: organismo simbolico, privo di reale autonomia, succube della pressione ateniese/statunitense.
  • Come Sparta si alleò con Persia e Macedonia per battere Atene, la Russia si avvicina alla Cina, che qui rappresenta la Persia: una potenza orientale determinante nel conflitto globale.

⚔️ Morale storica

Come la Guerra del Peloponneso segnò l’autodistruzione della Grecia, uno scontro globale tra NATO e Russia (col coinvolgimento della Cina) rischia di condurre all’autodistruzione dell’Occidente.

🧠 Spunti finali

  • Gli USA, pur divisi tra Trump e il “deep state”, agiscono da decenni con coerenza strategica: isolare e dividere Russia, Europa e Cina.
  • Si profila una spartizione elitaria delle risorse e del potere, mentre i veri sconfitti sono i popoli europei e ucraini.
  • Dietro lo scontro ideologico, si cela un equilibrio geopolitico precario, dove tatticismi imperiali rischiano di compromettere la stabilità globale.

La nuova bolla finanziaria del riarmo

SINTESI
La nuova bolla finanziaria del riarmo
di Alessandro Volpi
Pubblicato su Sinistrainrete

Occhiello

Volpi analizza come il riarmo europeo, sotto l’egida della Commissione von der Leyen, stia creando una gigantesca bolla speculativa nel settore delle armi, con gravi implicazioni per il welfare e il tessuto sociale, promuovendo una economia di guerra che mina la convivenza collettiva.
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Sintesi schematica

  1. Mercato delle armi
    • Aumento dei titoli azionari delle aziende produttrici di armi, con performance record di varie imprese europee.
    • Investimenti massicci da grandi fondi (BlackRock, Vanguard, etc.) e banche, generando una bolla speculativa nell’industria bellica.
  2. Ruolo della BCE e politiche monetarie
    • La Banca Centrale Europea sostiene il riarmo, riducendo i tassi di interesse e incentivando l’acquisto di titoli di aziende belliche.
    • Queste misure si traducono in un’assenza di mobilitazione simile per altre esigenze sociali come la sanità e l’istruzione.
  3. Mobilizzazione dei risparmi
    • La Commissione Europea propone di “mobilitare” i risparmi dei cittadini europei per finanziare armamenti, creando strumenti di investimento accessibili.
    • Rischio di una “monocultura” armata, riducendo i fondi disponibili per altri settori e servizi pubblici.
  4. Strumenti finanziari e speculazione
    • Crescita degli ETF (Exchange-Traded Funds) legati all’industria delle armi, che permettono ai fondi di garantire una facile entrata di capitali dalle masse.
    • La complessità del settore finanziario rende difficile tracciare il destino dei risparmi, creando rischi per investitori comuni.
  5. Tensioni politiche e debito
    • Dilemmi sul finanziamento del riarmo tra approcci di debito comune europeo rispetto a debiti nazionali, evidenziando divergenze tra vari leader politici.
    • Il ruolo degli Stati Uniti come principali fornitori di armamenti per l’Europa, portando a un rilancio delle tensioni geopolitiche.
  6. Conclusione
    • Il riarmo europeo, sebbene giustificato come risposta alle minacce esterne, rappresenta un’opportunità di speculazione finanziaria che rischia di erodere il tessuto sociale e il welfare europeo.
    • Apprensione riguardo alla direzione presa dall’Europa, con una chiara preferenza per gli investimenti militari a scapito di altre necessità sociali.

La guerra e gli affari

SINTESI DI
«Precisi interessi materiali spingono i leader europei a perpetuare il conflitto in Ucraina»
Maria Pappini intervista Thomas Fazi
da KRISIS pubblicato su Sinistrainrete

«Precisi interessi materiali spingono i leader europei a perpetuare il conflitto in Ucraina»
Maria Pappini intervista Thomas Fazi

L’intervista analizza le ragioni del prolungamento della guerra in Ucraina e il ruolo delle élite europee.

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Presentazione

L’intervista a Thomas Fazi, saggista italo-inglese, offre una critica approfondita e provocatoria della gestione europea del conflitto in Ucraina. Fazi smonta la narrazione ufficiale e denuncia come interessi economici, politici e ideologici spingano le élite europee a perpetuare la guerra, nonostante i gravi danni sociali ed economici che essa comporta per l’Europa stessa. Viene evidenziato il legame strutturale tra il grande capitale europeo e statunitense, in particolare con fondi di investimento come BlackRock, che traggono vantaggio dal riarmo e dalla militarizzazione del continente. L’analista sottolinea inoltre il rischio di una deriva autoritaria e di un’escalation militare pericolosa, proponendo come unica via d’uscita una nuova architettura di sicurezza europea inclusiva della Russia.

Sintesi schematica

  • Interesse europeo per la fine della guerra
    • La conclusione del conflitto sarebbe vantaggiosa per l’Europa dal punto di vista economico, sociale e strategico.
    • Le sanzioni alla Russia sono considerate “autosanzioni” perché danneggiano maggiormente l’economia europea.
    • La guerra ha causato inflazione, aumento dei costi energetici e crisi sociale in Europa.
  • Contraddizione della politica europea
    • L’Europa ha scelto il riarmo e l’escalation militare, finanziati a debito, nonostante i costi economici e sociali.
    • La militarizzazione diventerà un paradigma dominante in tutti gli ambiti della società europea.
    • La strategia europea ostacola attivamente i tentativi di pace, in accordo con Zelensky, rifiutando compromessi territoriali.
  • Cause del prolungamento del conflitto
    • Le élite europee sono legate ideologicamente e materialmente agli Stati Uniti, vedendosi come vassalli transatlantici.
    • Politicamente, le élite non possono ammettere errori senza perdere consenso.
    • Il complesso militare-industriale europeo e americano trae enormi profitti dal conflitto e dal riarmo.
    • I grandi fondi di investimento (BlackRock, Vanguard, State Street) hanno un ruolo chiave nel sostenere il riarmo e influenzano le politiche europee.
  • Conseguenze sociali ed economiche
    • Crescita delle azioni delle aziende della difesa.
    • Trasferimento di ricchezza verso il complesso militare-industriale.
    • Nuova fase di austerità con tagli a welfare, istruzione, sanità e pensioni.
  • Minaccia russa e narrazione ufficiale
    • La Russia è presentata come una minaccia inesistente e costruita a fini propagandistici.
    • Scenari di invasione russa dell’Europa sono definiti fantascientifici.
    • Il rischio reale è una possibile escalation nucleare, che renderebbe inutile qualsiasi difesa.
  • Proposta di Fazi
    • Riavviare i rapporti diplomatici con la Russia, ispirandosi al processo di Helsinki.
    • Creare una nuova architettura di sicurezza europea inclusiva della Russia.
    • Dissolvere la NATO, considerata ormai priva di ragion d’essere.
    • Evitare la corsa agli armamenti autolesionista e puntare alla stabilità e alla pace.

Questa intervista offre una visione critica e alternativa rispetto alla narrazione dominante, mettendo in luce come interessi materiali profondi e dinamiche politiche ed economiche stiano determinando il prolungamento di un conflitto che danneggia gravemente l’Europa e il suo futuro

Punti principali

I punti principali trattati nell’articolo riguardano i trattati istitutivi dell’Unione Europea e le loro caratteristiche fondamentali:

Definizione e natura dei trattati: I trattati internazionali sono accordi vincolanti tra Stati membri che definiscono obiettivi, regole di funzionamento delle istituzioni europee e principi fondamentali dell’UE

Scopi principali dei trattati UE: Preparare la creazione di un’unione monetaria europea, gettare le basi per un’unione politica, promuovere la pace, i valori democratici, la coesione economica e sociale, e garantire uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne

Principali innovazioni istituzionali: Introduzione della procedura di codecisione che rafforza il Parlamento europeo, nuove forme di cooperazione tra governi in difesa, giustizia e affari interni, e un processo decisionale più trasparente e vicino ai cittadini

Valori fondanti dell’Unione: Rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto, diritti umani, tolleranza, giustizia e solidarietà tra i popoli europei

Principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità: L’UE agisce solo entro le competenze conferite dagli Stati membri, intervenendo solo quando gli obiettivi non possono essere raggiunti efficacemente a livello nazionale o locale, e con azioni proporzionate agli obiettivi da conseguire

Competenze dell’Unione e degli Stati membri: L’UE ha competenze esclusive in alcune materie (es. politica commerciale comune), mentre in altri settori condivide competenze concorrenti con gli Stati membri (es. mercato interno, politica sociale, ambiente)

Meccanismi di tutela dei valori comuni: Previsione di procedure per constatare e sanzionare violazioni gravi dei valori fondamentali da parte degli Stati membri, con ruolo del Consiglio europeo, Parlamento e Commissione

Relazioni esterne: L’UE si impegna a promuovere i propri valori e interessi a livello internazionale, contribuendo alla pace, sicurezza, sviluppo sostenibile, solidarietà e rispetto reciproco tra i popoli

In sintesi, l’articolo espone i fondamenti giuridici, politici e valoriali dei trattati europei e il loro ruolo nel definire l’architettura istituzionale, le competenze e gli obiettivi dell’Unione Europea

Declino della democrazia

Prendendo spunto da un articolo di Paolo D’Urso (Domani 17-4-25) che presenta il dati del Democracy Index 2024 un report pubblicato su 42rosso.it fornisce un quadro delle principali agenzie che monitorano il livello della democrazia nei paesi del mondo.

Il report su 42rosso.it contiene i seguenti temi

  • Sintesi dell’articolo di Paolo D’Urso su Domani del 17-4-25
  • L’Italia secondo il Democracy Index 2024 – Sintesi
  • Scheda su EIU (Economist Intelligence Unit) e su Democracy Index
    Agenzie che monitorano la democrazia nel mondo: EIU, Freedom House, V-Dem Institut
  • Il Focus sull’Italia secondo le diverse agenzie
  • Un accenno ai data-driven
  • Quale idea di democrazia?
  • Griglia comparativa tra il modello di democrazia liberale e quello di democrazia sostanziale o socialista
  • Quale idea di democrazia?
  • Una riflessione critica che integra teoria politica e dati reali dai Democracy Index di EIU, Freedom House e V-Dem, con un focus sul confronto tra paesi liberali e socialisti.
  • Democrazia e partecipazione in due paesi socialisti: Cuba e Cina

Accedi al report su 42rosso

USA, Russia, Cina e Unione Europea

Rassegna stampa
Sintesi di alcuni articoli di quotidiano effettuata con la Intelligenza artificiale
IMMAGINE realizzata con ChatGPT (la colomba UE è nascosta sotto l’ala dell’aquila americana)

Il Cambio di Passo degli Stati Uniti e le Risposte di Russia, Cina e Unione Europea

NOTA

Il testo che segue è stato realizzato dal programma IA Perplexity a cui avevo rivolto questa richiesta accompagnata dai tre articoli che sono indicati in calce alla risposta.

La domanda

ciao, vorrei scrivere un articolo sul tema del cambio di passo degli Usa nello scenario mondiale e le azioni e prospettive di attori come Russia Cina Unione Europea. Dovresti partire dalle considerazioni degli autori che ti propongo e di altri che vorrai aggiungere. Possibilmente riportando i reference bibliografici

La risposta di Perplexity

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno intrapreso un cambio di passo significativo nel loro approccio nella scena mondiale. La politica sotto l’amministrazione Trump ha radicalmente alterato le dinamiche geopolitiche, portando ad un aumento delle tensioni commerciali e a un riorientamento delle alleanze tradizionali. In questo contesto, i diversi attori globali, tra cui Russia, Cina e Unione Europea, stanno rispondendo e pianificando le proprie strategie a lungo termine.

La Riorganizzazione dell’Ordine Geopolitico

Alfredo Roma, nel suo articolo su Domani, sottolinea l’inefficienza dell’Unione Europea e propone la sua trasformazione in una federazione simile agli Stati Uniti. Roma avverte che senza questa evoluzione, l’UE rischia di diventare irrilevante. Con la crescente aggressività di attori come Trump e il crescente sentimento sovranista all’interno dei singoli stati membri, Roma sostiene che è necessario rivedere la Costituzione europea approvata nel 2004 e compiere passi decisivi verso un’unione più forte (Roma, A. Domani, 2025).

Dall’altra parte, Nadia Urbinati descrive la cooperazione tra Stati Uniti e Russia come una “Santa Alleanza” volta a indebolire l’Unione Europea e i suoi valori fondamentali. Secondo Urbinati, le politiche tariffarie di Trump fungono da arma per dividere e indebolire l’Europa, facendo sí che gli stati membri si sentano vulnerabili e cercando di scardinare i progressi fatti dal dopoguerra in materia di integrazione europea (Urbinati, N. Domani, 2025). Questa alleanza strategica rappresenterebbe un tentativo deliberato di riportare l’Europa a un’epoca di conflitti interni e debolezza.

La Risposta della Cina

La Cina, d’altro canto, sta ampliando il proprio mercato e la propria influenza attraverso iniziative come il RCEP (Partenariato economico globale regionale), che è considerato il più grande accordo di libero scambio del mondo. La Cina sta investendo tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale e le telecomunicazioni, ponendosi in una posizione in cui, in futuro, potrebbe non aver bisogno del resto del mondo (Roma, A. Domani, 2025). Orville Schell mette in evidenza come, a fronte dell’assenza di leadership americana, sia Russia che Cina siano pronte a occupare il vuoto lasciato dalla ritirata statunitense, cercando di stabilire un ordine mondiale alternativamente dominato (Schell, O. Domani, 2025).

Opportunità e Sfide per l’Europa

L’Europa si trova in una posizione delicata e critica. Schell argomenta che l’Unione deve prendere in mano la situazione, affrontando le sfide militari e diplomatiche che derivano dalla crescente aggressività cinese e russa. Per farlo, l’Europa dovrebbe rafforzare le sue capacità militari e collaborare con alleati democratically orientati in Asia e oltre (Schell, O. Domani, 2025).

In questo senso, Roma osserva come i centri di ricerca e il potenziale umano presente in Europa siano risorse che devono essere sfruttate per creare una federazione potente in grado di competere con le superpotenze emergenti. Tuttavia, ciò richiede un superamento delle divisioni interne e una ristrutturazione della governance europea (Roma, A. Domani, 2025).

Conclusioni

Mentre gli Stati Uniti sembrano aver intrapreso un cammino di isolamento e nazionalismo, i loro principali rivali, Russia e Cina, sono pronti a sfruttare questa opportunità per riformare l’ordine mondiale. Contemporaneamente, l’Unione Europea deve affrontare il compito arduo di unificarsi e rafforzarsi per mantenere una rilevanza geopolitica in un contesto che diventa sempre più polarizzato.

La capacità dell’Europa di adattarsi e rispondere efficacemente a queste sfide potrebbe determinare non solo il suo futuro, ma anche l’equilibrio di potere globale nei decenni a venire. La costruzione di una federazione europea e il rafforzamento delle alleanze rappresentano passi cruciali per affrontare un mondo in rapida evoluzione.

Riferimenti Bibliografici

  1. Roma, A. (2025). “Basta indugi. Lo scenario mondiale impone all’UE di diventare una federazione.” Domani, 12 aprile.
  2. Urbinati, N. (2025). “Il patto Stati Uniti – Russia per distruggere l’UE e i suoi valori.” Domani, 7 aprile.
  3. Schell, O. (2025). “Nel vuoto lasciato dagli USA, il mondo sarà della Cina o dell’Europa?” Domani, 11 aprile.

Salgono i dazi…verso il precipizio

SINTESI
Michelangelo Cocco
DOMANI 09 aprile 2025 • 19:24
Rappresaglia della Cina, dazi raddoppiati agli Usa. Xi Jinping: «Il futuro è l’Asia»
TITOLO REDAZIONALE

Rappresaglia della Cina, dazi raddoppiati agli Usa. Xi Jinping: «Il futuro è l’Asia»

Michelangelo Cocco DOMANI 9-4-25

SINTESI

La Cina ha risposto con fermezza all’escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti, annunciando un aumento del 50% delle tariffe sulle importazioni americane, in reazione ai super dazi imposti da Donald Trump, che hanno raggiunto il 125%. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato l’importanza dell’Asia come base per lo sviluppo, la prosperità e la sicurezza, ribadendo l’intenzione di rafforzare l’integrazione regionale e la cooperazione con i vicini asiatici.

Xi ha delineato una strategia di maggiore indipendenza dalla globalizzazione dominata dagli USA, accettando un possibile “decoupling” economico parziale. La Cina punta a consolidare legami con le economie asiatiche, come Giappone, India, Corea del Sud e i paesi dell’ASEAN, che nel 2024 sono diventati il primo partner commerciale di Pechino. Tuttavia, le tensioni geopolitiche rimangono alte: gli Stati Uniti considerano la Cina una minaccia primaria, soprattutto in relazione a Taiwan e al Mar Cinese Meridionale. Pechino ha risposto definendo questa posizione un grave errore strategico.

Le conseguenze economiche per la Cina sono significative: si prevede una riduzione del PIL tra l’1,5% e il 2% a causa del calo dell’export verso gli USA. Le industrie tradizionali cinesi, come abbigliamento ed elettrodomestici, rischiano pesanti perdite occupazionali, mentre Pechino cerca di stimolare i settori emergenti come auto elettriche e pannelli solari. Il governo cinese prepara misure di stimolo per affrontare questa crisi che potrebbe rivelarsi più grave della pandemia da Covid-19.


Volere e Potere

SINTESI
Innocenzo Cipolletta
DOMANI 09 aprile 2025 • 20:55
L’apprendista stregone Donald non riesce più a governare il caos che ha messo in moto
IMMAGINE REDAZIONALE

 L’apprendista stregone Donald non riesce più a governare il caos che ha messo in moto

 Innocenzo Cipolletta DOMANI 10-4-25

SINTESI

L’articolo analizza la politica dei dazi di Donald Trump, paragonandolo a un “apprendista stregone” incapace di controllare il caos generato dalle sue stesse azioni. Ecco i punti principali:

  • I dazi come strumento fiscale: Nella narrazione di Trump, i dazi vengono presentati come un costo per i paesi esportatori, ma in realtà sono pagati dai consumatori americani. Funzionano come un aumento occulto delle tasse per ridurre il disavanzo pubblico.
  • Contesto economico: Gli Stati Uniti affrontano i “disavanzi gemelli”, ovvero un elevato deficit pubblico e commerciale, una situazione simile a quella vissuta durante la guerra del Vietnam e negli anni ’80. Allora, si ricorse a svalutazioni del dollaro per correggere gli squilibri.
  • Strategia di Trump: Per evitare una politica fiscale restrittiva che smentirebbe le sue promesse elettorali, Trump attribuisce la colpa degli squilibri ai paesi esportatori e agli impiegati pubblici. La sua politica dei dazi mira a raccogliere fondi e ridurre il deficit senza dichiararlo apertamente.
  • Effetti collaterali: L’annuncio anticipato dei dazi ha spinto le aziende ad accumulare scorte, causando distorsioni nei mercati. Inoltre, la reazione dei partner commerciali e l’opposizione interna hanno portato Trump a sospendere o rinegoziare i dazi, generando ulteriore incertezza.
  • Implicazioni economiche: Gli USA rischiano una recessione a causa della combinazione di dazi e instabilità nei mercati. Questo potrebbe migliorare leggermente la bilancia commerciale, ma a costo di una crescita economica più lenta e maggiori disuguaglianze.

In sintesi, la politica dei dazi di Trump riflette un tentativo di riequilibrare gli squilibri economici interni ed esterni senza ammettere il fallimento delle sue promesse, ma rischia di aggravare le tensioni economiche e politiche globali.