Festa di Natale by Gino

I racconti di un fiato di Gino Benvenuti
FONTE Border Line Luglio 2019

Come tutti gli anni, si ripete un rito con tante persone impegnate a dipingere un Natale che non c’è, con la complicità delle televisioni che trasmettono immagini di Babbi Natale, corpulenti e barbuti, libranti per i cieli su slitte dai sonagli rumorosi trainate da renne, che sono sempre le stesse e forse avrebbero bisogno anche di un po’ di riposo, reclames accattivanti, bambini sorridenti e non so cosa ci sia da sorridere specialmente per quelli che si nutrono con un dollaro al giorno, grazie a questo mondo perennemente fondato sulla guerra, ed inondato da messaggi di una bontà umana smentita da episodi di razzismo e di esclusione sociale che la negano tutti i giorni dell’anno con il risultato di far apparire queste feste come un armistizio, di tre o quattro giorni, dove si possa celare sotto il tappeto, tutto lo schifo sociale scambiando complimenti ed effusioni, salvo poi affilare le armi dopo l’Epifania quanto tutte quelle donne magre ed orribili rientreranno nelle loro sedi sempre più stanche, perché i comignoli oggi sono sempre più stretti o dirittura sbarrati da griglie metalliche che impediscono questa distribuzione di doni, al contrario di chi, approfittando del rilassamento inevitabile, disattende scorrettamente questa tregua e con un clic del suo computer sposta ingenti somme di danaro da un posto all’altro del globo provocando per molti sicuramente disperazione, perché è facile capire come la fortuna di uno, si basa sulle disgrazie di tanti a cui non basteranno stelle luccicanti, né languidi bagliori lunari su cieli stellati o canzoni suggestive o gli auguri del vicino o pranzi succulenti, per digerire questa iattura e bestemmieranno così tanto per cui non basterà un anno per redimersi, offendendo proprio colui che si vorrebbe paradossalmente festeggiare, ma non c’è molto da meravigliarsi di questa incongruenza perché sono quasi duemila anni che parte dei suoi seguaci lo hanno sconfessato ed umiliato nella pratica.

    Gino Benvenuti

    Il racconto è tratto dal volume

    Border line : racconti / Gino Benvenuti ; prefazione di Roberto Mapelli. – Milano : Punto rosso, ©2019. – 292 p. ; 21 cm. – [ISBN] 978-88-8351-233-9.

    Comunicare è sempre un problema

    La nostra cara libraia Cinzia Zanfini ci offre anche oggi il gusto di veraci esperienze col pubblico
    TITOLO REDAZIONALE
    FONTE Facebook 8-12-24

    Qualcuno dei colleghi si infastidisce un po’ quando i GC* per chiederci un libro ci mettono il cellulare davanti alla faccia. Diciamo che non è proprio elegante ma ormai chi arriva in libreria al posto del bigliettino scritto a mano memorizza tutto sullo smartphone. In genere i clienti arrivano, sanno già quello che vogliono e mostrano uno screenshot della cover o la pagina del nostro sito. I più preparati ti danno pure l’EAN. E questo aiuta, specialmente quando ci sono corsi di lingua che si assomigliano tutti, oppure quando richiedono i manuali per concorsi o i libri di Diritto.
    E se forse ad alcuni non sembra bello vedersi un cellulare davanti alla faccia per quanto mi riguarda non provo troppo fastidio. Però una cosa mi manca, mi manca molto e sono i begli strafalcioni che facevano i nostri GC che magari avevano letto o sentito per radio un titolo e ricordavano vagamente. In genere si trattava di errori linguistici o di associazioni di idee. Resterà sempre nel mio cuore la richiesta fattami, molti anni fa da un GC pimpantissimo quanto distratto.
    Io: – Buongiorno, come posso aiutarla? –
    GC: – Ce lo avete “Il vomito” di Sartre? –
    Io (senza perdere il mio aplomb): – No, abbiamo solo “La nausea”. Il vomito è una conseguenza.-
    Il cliente resosi conto del lapsus cominciò a ridere come un matto.
    E mi mancano clienti come il giovanotto che, per far colpo sulla donzella che lo accompagnava mi chiese “Avete i dolori del giovane Welter?”
    Ho subito immaginato a un disastroso incontro di pugilato, a un rovinoso ko.
    Un gioco di parole bellissimo, degno di Bartezzaghi. Mi dispiace non averlo pensato io.
    Tutto questo per dirvi, cari GC, che gli smartphone sono un formidabile ausilio, ma tolgono tanto al nostro rapporto. Tolgono le parole, gli sguardi, i sorrisi e quella spontaneità e quella imperfezione per la quale tanto vi amiamo.
    *GC = Gentile Cliente.

    Cinzia Zanfini 8-12-24 #vitadalibraia

    Bilancio di previsione … non ci resta che piangere

    FONTE Facebook 17-12-24
    Franco Bortolotti

    da Alessandro Volpi: “Mi domando davvero se i commentatori italiani hanno letto i numeri della Legge di Bilancio. Certo, la mole di emendamenti ha contribuito a stravolgerla e dunque a rendere più complessa la lettura. Ma alcuni punti sono chiarissimi. In base alle richieste della Commissione Europea, votata unanimemente da forze di governo e dal Pd. il nostro paese si impegna ad abbattere l’indebitamento netto dal 7,2% del Pil del 2023 all’1,8% del 2029, scendendo già nel 2024 al 3,8%! Ma, dato ancora più folle, l’Italia dovrà ricostruire il proprio avanzo primario dal meno 3,5 del 2023 ad un più 2,4% del 2029, con un salto, anche qui formidabile, allo 0,1 nel 2024. Tutto questo dovrebbe avvenire mentre la spesa per interessi passerà del 3,7 al 4,2%, secondo una valutazione certamente ottimistica, e il Pil rimarrà costantemente sotto l’1%. Numeri di questo tipo significano una sola cosa: lo smantellamento dello Stato sociale, con drastici tagli alla spesa e con solerti privatizzazioni. Nel frattempo il governo abbassa l’Ires sui profitti dal 24 al 20%, dimenticando che proprio i profitti hanno beneficiato dell’inflazione e che la strada di “competere con i paradisi fiscali” si è rivelata il modo migliore per abbattere ulteriormente le entrate dello Stato. La quadreria di Casa Meloni dovrebbe cambiare….”

    Franco Bortolotti 17-12-24


    COMMENTI

    Luciano Pallini
    Il portogallo lo ha fatto con un governo di sinistra.
    Franco Bortolotti
    con ben altre politiche del lavoro e della casa

    Tra una crisi e l’altra

    TITOLO REDAZIONALE
    FONTE Corrado Cirio Facebook 17-11-24
    Corrado Cirio

    Crisi di governo in Francia, crisi di governo in Germania. Commissione europea eletta per una decina di voti della destra e completamente colonizzata da Lituania e Lettonia, oltre che schiavizzata dalla Nato.
    In Georgia e Romania prove di colpo di stato Nato.
    PIL europeo con la minore crescita mondiale. Industria europea in recessione. Un genocidio in atto nel totale silenzio europeo.
    Se c’è una cosa certa, è che la guerra USA/Natoà-Russia ha tritato l’Europa e la sta facendo uscire dalla storia.
    Altrettanto certo è il totale fallimento delle cosiddette democrazie (molte monarchiche) europee, che tutto rappresentano meno gli interessi dei popoli europei.

    Corrado Cirio 17-11-24

    Acquirenti virtuali

    TITOLO REDAZIONALE
    La nostra carissima libraia Cinzia Zanfini ci aggiorna sulle sue avventure in libreria
    FONTE Facebook 15-12-24
    Post della sezione Notizie

    Oggi parleremo di una pericolosissima specie di GC*, quelli che acquistano su Amazon.
    Il maschio di questa specie è, in genere intorno ai 40 anni, mostra una predilezione per libri del settore di management e finanza e anche per tutte le biografie di personaggi come Elon Musk o Warren Buffet. Sogna di diventare ricco come Creso e, nell’attesa, si accontenta di leggere manuali motivazionali tipo “I segreti della mente milionaria”. Tutto sommato è un soggetto abbastanza innocuo e non ha bisogno di particolare assistenza. Va dritto al settore sceglie un po’ di libri, li sfoglia, fotografa le copertine e li mette a posto. L’esemplare femmina è invece assai insidioso per librai e libraie. In genere si tratta di donne, boomer e che si muovono in coppia. Intercettano il libraio o la libraia e iniziano a chiedere consigli su romanzi per fare dei regali a varie amiche e vogliono scegliere tra più libri. In genere molti. E vogliono che la povera libraia le racconti anche la trama di ognuno. Poi dopo averti fatto perdere un sacco di tempo fotografano le copertine: una regge il libro e l’altra scatta la foto. Non comprano mai niente. Dopo un mesetto ritornano e si ripete la pantomima.
    In questi casi che fare? Mostrarsi gentili, consigliare un solo libro raccontandolo in due parole e passare ad altro. Comunque le odio.
    *GC = Gentile Cliente

    Cinzia Zanfini 15-12-24 #vitadalibraia

    L’ASSASSINO E’ IL PROFITTO

    Luca Ribechini su Facebook commenta il dramma di Calenzano

    A distanza di pochi chilometri da Calenzano c’è la fabbrica in cui Luana d’Orazio è stata divorata da un orditoio, manomesso per accelerare la tessitura.
    E c’è il cantiere dell’Esselunga, in cui altri cinque operai hanno perso la vita nel febbraio scorso, sempre a causa della “insufficienza” delle misure di sicurezza.
    Ma la lista sarebbe ben più lunga, come quella delle vittime di un serial killer ben noto che nessuno vuole fermare: il Profitto.
    Perché a ben vedere, se come sembra emergerà che anche nell’ENI di Calenzano sono state consapevolmente trascurate le procedure volte a proteggere la vita umana, non è solo nei confronti degli addetti ai lavori che bisogna intervenire.
    Aziende spesso in subappalto e sub-subappalto, ingaggiate dal committente proprio per realizzare maggiori economie, a beneficio dell’utile economico.
    O più semplicemente addetti pagati per accelerare a tutti i costi la produzione, e pazienza per i rischi in più a carico delle persone.
    Secondo la teoria liberista, il Profitto è stata ed è tuttora la molla dello “sviluppo”, perché premiando la libera iniziativa individuale e la ricerca di guadagno aziendale faciliterebbe il benessere di tutta la collettività.
    C’è chi addirittura ha detto che l’affermazione definitiva del modello capitalista va letta come “la fine della storia”, perché non esisterebbero ormai alternative di sorta per l’umanità.
    In nome del Profitto si massacrano gli operai, si devasta l’ambiente, si scatenano guerre terribili per depredare le risorse naturali e sostenere le quotazioni di borsa del comparto bellico.
    E non si tratta di cercare di mitigare il capitalismo, che ha in sé, nel proprio genoma e nel codice genetico della crescita continua e senza limiti, i cromosomi responsabili della progressiva distruzione del nostro mondo.
    Chiedere un capitalismo dal volto umano sarebbe come chiedere a un leone di farsi vegetariano. Non c’entra la cattiveria, c’entra l’essenza stessa della sua natura predatoria.
    Giusto, sacrosanto, inevitabile indignarsi contro l’ennesima strage di queste ore.
    Purché si abbia il coraggio di fare un passo avanti e mettere in discussione il vero responsabile delle nostre sciagure.

    Luca Ribechini 12-12-24

    il Buon Natale di Ilario Poggesi

    FONTE Facebook 16-12-24
    Ilario Poggesi

    “Buonasera! Non voglio derubarla, vorrei solo chiederle – per cortesia – se ha una moneta. Sa, è da questa mattina che non mangio.”
    Anche io non avevo mangiato dalla mattina, ma perché sono a dieta, e così ho guardato le sue mani vecchie e gli ho fatto cenno verso la porta di uno di quei locali da stazione che puzzano di fritto vecchio e odorano di caffè, di quelli dove “si fanno” gli/di aperitivi. Lo sapevo che avrebbe voluto dissetarsi con un cartone di Tavernello, e quindi gli ho sorriso quando probabilmente nulla di quello che vedeva esposto riuscì a placare il suo senso di nausea.
    L’ha preso poi il panino, uno di quelli di gomma, e una birra per farsi compagnia. Io ho bevuto un caffè e ho continuato a girare, ignorando colpevolmente tutti coloro che, dopo il terzo, vedendomi fumare mezzo sigaro, mi si facevano incontro con lo sguardo umiliato e le dita pronte a chiederne. Avevo già elemosinato ad una signora che conservava i tratti gentili che dovevano averla accompagnata fino al principiare della fine della vita. Piccola, indossava un giubbino rosa, che mi è parso profumare, e che ho pensato fosse stato lasciato indietro da una bimba. Non so perché, ma quel colore me l’ha persino fatta immaginare mentre allegra dondolava su un’altalena in un parco della città.
    C’era freddo, quel freddo tipico delle stazioni, dove l’aria si intrufola e si sbatte incontrandosi a metà, proprio dove la gente sostava col naso all’insù e le spalle irrigidite a proteggere il collo guardando gli orari cambiare e diventare da verdi a rossi, e c’erano i mormorii che ai sibili dell’aria spostata dai pochi treni in arrivo, si univano in un sol coro.
    L’uomo del Tavernello, dietro me, salutava una donna che rassicurata sul fatto di non dover essere derubata, frugava dentro una borsa grande e piena di cose, cercava alla rinfusa fino a trovare qualcosa che le ha fatto meritare un ringraziamento. La donna piccola, col viso lucido di crema e il giubbottino da bimba, fumava una sigaretta, con le spalle poggiate al pilastro dove di solito la gente si ferma a guardare gli orari dei treni che non corrispondono mai.
    C’era quel freddo che paralizzava i piedi, che non faceva più sentir le mani, quello che alla fine non sai più se siano solo lacrime di gelo o pianto, che asciughi subito per la paura che ti si possano fermare là, irrigidite sul viso, eppure, a una certa ora iniziavano a girare le generose scollature e le gambe ricoperte da stivali lunghi, lunghi. E qualche uomo si voltava a guardare, distogliendo finalmente lo sguardo dal tabellone che non proponeva nessuna buona novità.
    Più la notte si inoltrava più il traffico diventava surreale, di persone con i carrelli dei supermercati, spinti tenendo lo sguardo per terra, di ragazzi sudamericani dai capelli incollati dal gel, poco più che bambini, e dell’uomo del Tavernello, che recitava la sua parte a memoria, e della signora piccola e rosa che ora aveva una sporta e a passo lento andava oltre il primo binario, probabilmente a dormire.
    Ma c’era un albero di Natale, che sembrava davvero bianco di ghiaccio, e alto che per guardarlo tutto, ancora dovevi volgere il naso all’insù e che man mano che si spegnevano le luci dei negozi, e dei locali che puzzano di fritto e odorano di caffè (di quelli dove “si fanno” gli/di aperitivi insomma), sembrava proprio brillare di più.
    Ilario Poggesi, 16-12-24

    ALLA BUON’ORA!!

    Antonio Floridia commenta su Facebook la situazione del PD e della sinistra in Italia

    Leggo una cronaca di un importante convegno di una fondazione cattolica, tenutosi in Vaticano. Vengono riportate, tra virgolette, alcune dichiarazioni di Prodi: “per la verità, io ho sempre pensato che fosse meglio una coalizione per tenere insieme culture diverse. Il ritorno a un ‘mono-partito’ che punti da solo alla maggioranza degli elettori potrebbe anche essere un pio desiderio, ma ormai non esiste in nessuna parte d’Europa. Come fai a pensarlo?” E giustamente il giornalista commenta: “Fine quindi della vocazione maggioritaria…”ALLA BUON’ORA! verrebbe da dire, fa piacere sentirsi dare ragione: forse avevo visto giusto, anni fa, quando avevo parlato del PD come di un partito “sbagliato”, fondato sull’illusione post-ideologica di mettere insieme “centro” e “sinistra”. Non ha funzionato, anzi ha fatto danni, questa idea.
    Ma ora PD c’è, ed è giusto che provi ad essere un partito di sinistra, – sinistra, punto e basta; poi – se ci riescono a farlo – sarebbe bene che ci fosse un partito liberaldemocratico ancorato saldamente a sinistra. I cattolici DI SINISTRA stanno nel PD o in altre forze di sinistra, i cattolici liberal moderati staranno eventualmente con questo nuovo partito. E naturalmente, è bene che Renzi se ne stia alla larga: diamogli uno strapuntino e che se ne stia buono. Ieri all’Assemblea Nazionale del PD il nuovo tesoriere del partito, dopo la relazione di Schlein, ha fatto il rendiconto del bilancio del partito: ha detto che solo quest’anno il partito ha potuto risanare la situazione debitoria che si era accumulata: e sapete quando era stato fatto il buco? quasi 10 milioni di euro nel 2016 per la campagna referendaria di Renzi! L’ennesima conferma della sciagura che è stato questo personaggio [la relazione del Tesoriere si può vedere sul sito del PD o su Youtube… :tra l’altro, quest’anno, il PD ha battuto tutti i record del 2X1000: quasi 10 milioni di entrate..quasi 700 mila contribuenti]

    Sauro Partini
    Il problema più non è stata tanto l’illusione di un partito a vocazione maggioritaria, quanto non averlo costruito proprio un partito vero. Veltroni qui fallì non poco, finendo in una firma leaderistica..; il resto, lo conosciamo