(Quando l’impersonale diventa politico)
Se la conflittualità è insita nella natura umana, allora, meno umani saremo, meno conflitti ci saranno!? Stai a vedere che questa graduale diminuzione dell’umano a cui stiamo assistendo, precorrerà tempi di pace inaspettati e duraturi? Ma sorge il dubbio che possa accadere anche il contrario e cioè, che l’indifferenza indotta dall’uso sempre più esteso dell’ Intelligenza Artificiale conduca ad una crescita esponenziale della violenza a scopi di potere senza che ciò sollevi il benché minimo problema di coscienza. Attualmente, per come vanno le cose, sembrerebbe che questa seconda ipotesi sia la più plausibile, ma non è detto. Siamo ancora all’ inizio del processo anestetico totale ad opera dell’automazione e mi sembra improbabile che l’essere umano, privato del piacere di far fuori i propri simili, persista a farlo se non ne trae più soddisfazione. Vedremo. Forse finalmente realizzeremo la pace … eterna nel senso che non saremo più esseri senzienti, ma automi indifferenti a tutto, meno che al pulsare dei pulsanti. Dal momento in cui il piccolo io – o grande EGO – cederà la propria sovranità all’IA che dell’IO non saprà che farsene, tutti i conflitti scompariranno, tutto si appianerà. L’IO, ormai ridotto ad una particella infinitesimale, se ne starà buono buono in un cantuccino al riparo dalla sete di potere e dall’ansia di prestazione e lascerà che l’IA agisca al posto suo sollevandolo da ogni fastidio e responsabilità. Perché dunque fare la guerra? Ogni automa sarà perfettamente programmato e dotato di i tutti requisiti necessari a svolgere il ruolo per cui è stato concepito; si sentirà perfettamente realizzato e non sentirà il desiderio di invadere spazi che non gli appartengono e nei quali non si sentirebbe a proprio agio. Perché dunque dovrebbe combattere? E scopriremo così che gli unici ad avere buon senso saranno coloro che non si porranno il problema di averlo! Finalmente ci libereremo delle inquietudini derivanti dall’eccessiva personalizzazione e potremo esclamare a ragion veduta: Niente di personale! Il nuovo essere impersonale sarà costituito per la maggior parte da congegni elettronici con qualche residuato umano abilitato all’uso dei bottoni. La macchina dà sicurezza: essa è, ma non sa di essere. Guariremo dall’ansia del mistero che ci avvolge, dell’incessante divenire che subiamo, della fine che non decidiamo. Impersonalità, prevedibilità, immutabilità, ripetitività assicureranno vantaggi impensati senza rischiare la noia che è prerogativa strettamente umana. L’IA non cambierà solo il nostro stile di vita, cambierà noi; determinerà una mutazione genetica dagli sviluppi imprevedibili. Avremo, grazie all’IA, un linguaggio così ben congegnato, di gran lunga preferibile a quello umano spesso volgare, approssimativo, ambiguo … Le parole artificiali saranno così convincenti da sembrare autentiche, ma troppo perfette per esserlo davvero. Il prezzo della ricerca della perfezione tecnologica non finalizzata alla crescita dell’umano non poteva che essere la perdita dell’umano. Dunque, la pace è un traguardo che prevede l’estinzione della nostra specie? Paradossalmente sembrerebbe possibile. Meglio ammazzarsi per vivere o non vivere per non ammazzarsi?
Anna Maria Guideri 26-06-2025