Zombie col cellulare

Nell’enciclopedia Treccani il neologismo ’smombie’: chi guarda lo smartphone mentre cammina

Smombie in Vocabolario – Treccani

ROMA A chi non è capitato di passeggiare sul ciglio della strada, su un marciapiede, in pieno centro con gli occhi fissi sullo smartphone? A questo fenomeno che sta dilagando, la versione on line di Treccani ha deciso di attribuire un nome: smombie, una parola utilizzata per la prima volta in Germania nel 2008 ed eletta parola dell’anno nel 2015 dal dizionario del tedesco edito da Langenscheidt. Per l’Italia, si tratta di un neologismo che fotografa una questione sociale che riguarda grandi e piccini e che, talvolta, rischia di trasformarsi in un pericolo di non poco conto. La parola smombie è figlia dell’unione tra i lemmi smartphone e zombie. In buona sostanza, quando camminiamo senza alzare lo sguardo da ciò che succede nelle chat di WhatsApp o sui social appariamo come zombie smartphone-dipendenti.A questo spettacolo quantomeno grottesco, deve essere aggiunto il fatto che non guardarsi intorno quando si cammina per strada comporta un minor controllo della situazione circostante e soprattutto una minore percezione del rischio. Per non parlare poi dell’alienazione. Un metaverso nel metaverso, verrebbe da pensare, che ha tutta l’aria di essere in grado di generare un cortocircuito di certo non sottovalutabile anche rispetto agli impatti psicologici di un simile comportamento. Che gli smombie possano, in un futuro prossimo, essere passibili di sanzioni esattamente come lo sono gli automobilisti beccati con lo smartphone in mano? Affermarlo è difficile, ma c’è da augurarsi che l’operazione promossa da Treccani possa almeno rendere anche le italiane e gli italiani sempre più consapevoli di un rapporto squilibrato con lo smartphone

Un soldato romano

Madia Renzo Giuseppe da Facebook

Una vera lettera di un soldato romano

Scritta nel II secolo d.c da un ragazzino di nome Apion di una piccola cittadina egiziana.
Si arruolò nell’esercito romano ad Alessandria, salì su una grande nave governativa e salpò per l’Italia. La nave superò una terribile tempesta.
Non appena sbarcato,ricevuta la sua nuova uniforme e la paga, ando’ a farsi dipingere in un quadro per la sua famiglia e lo inviò a casa insieme a questa lettera:
Apione a suo padre e signore Epimachos: Tanti auguri!
Prima di tutto spero che tu stia bene e che le cose vadano bene per te, mia sorella, sua figlia e mio fratello. Ringrazio il Signore Serapide [un dio egizio] per avermi salvato subito quando ero in pericolo in mare.
Quando sono arrivato a Miseno [il porto di guerra romano, vicino a Napoli], ho ricevuto tre monete d’oro dall’imperatore [Traiano?] come denaro per il viaggio, e sto bene.
Per favore, scrivimi una riga, mio ​​lord padre, sul tuo benessere, secondo su quello di mio fratello e mia sorella, e terzo in modo che io possa salutare devotamente la tua mano, perché mi hai educato bene e posso quindi sperare in una rapida promozione, gli dei volendo. Porta i miei saluti a Capiton [un amico] e mio fratello e mia sorella e Serenilla [una schiava di famiglia?] e i miei amici. Ti mando il mio piccolo ritratto tramite Euktemon. Il mio [nuovo]nome romano è Antonius Maximus.
Tutto il mio meglio!
La lettera venne scritta in greco su papiro, non dal ragazzo stesso, ma da uno scrittore di lettere pubblico ingaggiato.
Due degli amici di Apion che si arruolarono con lui aggiunsero i loro saluti nel margine sinistro.
La lettera era originariamente piegata e sigillata.
Passò dall’efficientissima posta militare romana e arrivò sana e salva fino al piccolo villaggio in Egitto, dove la lessero il padre e la famiglia del ragazzo quasi duemila anni fa. Dopo la morte del padre, la lettera si perse tra i rifiuti domestici e gli archeologi la trovarono non molto tempo fa sotto le mura crollate della casa. Con essa c’era un’altra lettera scritta da Apion anni dopo a sua sorella dopo che era stato a lungo di stanza da qualche parte sulla frontiera romana e aveva moglie e figli. Questo è tutto ciò che sappiamo.
Se permettete vorrei fare alcune considerazioni.
Ammetto di essermi commosso nel rilevare l’orgoglio di questo ragazzo per essere entrato nell’esercito romano.
Trovo ammirevole l’affetto e la riconoscenza per quanto il padre aveva fatto per lui,cosa ormai rara.
Generosa la diaria per il trasferimento, di 3 aurei, corrispondenti a 300 sesterzi,cioè circa la paga di un anno.
Sorprendente che oltre alla lettera abbia mandato un ritratto,penso in divisa, molto moderno!
Strabiliante il Cursus Publicus,tanto da consegnare la lettera in un piccolo villaggio egiziano.
Oggi parliamo tanto di inclusione: dovremmo imparare dai nostri antenati.
Ricordiamoci che all’epoca i provinciali erano ” Peregrini ” cioè non cittadini romani.

E vai a Pontida, ma anche a qualunque altro paese!

Giulia Bettini da Facebook

Stan giungendo.
Li ho visti in Pontida convenuti
dal monte e dal piano.
Stan giungendo
a udir il ciarlatano
cittadini di troppe città.

Oh spettacol di noia!
I lombardi son concordi,
serrati a una Lega
il migrante, al pennon ch’ella spiega
morto in mare
la tinta darà.

Stan giungendo.
Voi donne leghiste, ubbidite,
contente agli sposi
voi che i figli
vi guardan dubbiosi
festeggiate chi i milioni rubo’.

Matteo? Egli è uom come voi.
Come il vostro
è di carta il suo brando
ei venne con esso predando
ma il suo regno
ben presto fermò
poiché il ramo su cui si pacchiava
sì citrullo, quel ramo
un bel giorno tagliò!

(Libero adattamento della poesia di Giovanni Berchet, sperando che mi perdoni.)

RENZI E CALENDA. IDILLIO PASTORALE

Dialogo tra un venditore di pentole toscano e un amministratore di condominio romano, in aperta campagna.
(La crudezza dei termini è necessaria al bozzetto realistico campestre).

David Riondino da Facebook 9 agosto 2022

Andava a vender pentole al mercato
Un giorno Renzi con il suo somaro,
Ed incontrò Calenda, incamminato
col suo costume da peracottaro.
(Calenda, Enrico nello sceneggiato
Cuore di Comencini, che ha turbato
Milioni di fanciulli brutti e belli,
Col maestro che fu Johnny Dorelli.)

“O icche tu fai laggiù con quella lisca
lunga, che ti trastulla come vòle,
Impegolato dentro quella bisca
Di finocchiacci e di madonne sole?
Vieni con me, di modo che sortisca
Un gruzzolo per noi, finché si pòle,
Che ognun per se resta un povero stronzo,
ma insieme siamo corazza di bronzo. “

“Me disturbi ner mentre che m’abbronzo,
Ma però ce penzavo da parecchio,
E stai a mette ronzo sovra ronzo
Ficcandomi la purce nell’orecchio.
Qui stavo a fà la figura del gonzo:
Diamoje un carcio e buonanotte ar secchio!
Chi ha avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato:
Mettemoce alle spalle quer passato.”

“I’ssimbolo ce l’ho depositato,
Le firme non le devi raccattare:
Mettici quattro amici e tuo cognato
E quattro stracci per rimpannucciare:
Io porto la Maria, son condannato,
sennò la mi potrebbe strangolare:
Le propagande sono preparate,
L’agenda Draghi ed altre due minchiate. “

“Porca pupazza, proprio a mezza estate
Che traslocavo sulla barca a Ponza!
Germini e la Carfagna le ho invitate
A strafogasse de facioli e lonza!
Una pare la strega delle fate,
E quell’antra la monaca di Monza:
A ripensacce già peggio me sento:
Vederle tutti i giorni in parlamento.“

“Quando ci arrivi, passa lo sgomento.
I patti siano chiari tra di noi:
Mettiamo insieme queste vele al vento
E poi ognuno per i fatti suoi.
Io vado all’arrembaggio al bastimento
Del gran pappone e dei votanti suoi,
E finché campa mi ci metto al piede:
Poi quando schianta ne sarò l’erede. “

“Quanno facevo Enrico, ci hai da crede,
Ero già tanto fijo de mignotta:
Ma quanto a te la fama te precede,
Anche in Arabia er sole nun te scotta.
Me diceva Dorelli de avé fede:
“Pari quello del libro, e nun c’è lotta:
E come insegna il libro, un deficiente
Può solo far da classe dirigente “

E se ne andarono serenamente
Insieme, gorgogliando, alla ventura:
Armati di una spocchia inconsistente
Ma genuina, seconda natura.
Rappresentano in fondo tanta gente
Che borbottando passa, e si pastura:
E la mano di Dio veglia e protegge
Questo dolente amareggiato gregge.

David Riondino 9 agosto 2022 su fb

IL 2 PER CENTO amg

Con la crisi di governo
misteriosa al proprio interno
– Draghi dà le dimissioni
senza aver molte ragioni –
della RAI le tre testate,
tutte a reti unificate,
mandan Renzi sempre in onda
con la sua facciona tonda,
la sua aria strafottente
ad imbambolar la gente.

Sempre in mezzo, sempre in vista,
sempre da protagonista:
con il solo 2 per cento
lui si crede un gran portento;
con la stampa genuflessa
di parlare mai non cessa.

Fanno a gara i giornalisti,
sia di destra ed anche misti
– per salvare Draghi Mario –
a rincorrere il sicario
che ha fatto fuori Conte
e il governo mandò a monte …

L’uomo senza qualità
bocca della verità?
Il signor del 2 per cento
dice sempre non mi pento
e da vero e proprio oracolo
vuol ripetere il miracolo
di salvare ancora Draghi:
il miglior di tutti i maghi.

Si dà arie da stratega
e dei voti se ne frega;
si può dir che è un vuoto spinto,
un pallone gonfio e finto …
ma gli appoggi li ha sicuri:
sono i poteri oscuri
che lui serve, da pupazzo,

per i giochi di palazzo
e per stare sempre al centro
solo con il 2 per cento!

Anna Maria Guideri, 20-07-2022

Memorie e pensieri di una prigioniera involontaria

di Rosella Di Bella

Andiamo a comprar qualcosa a Montespertoli, poi si passa a Gigliola per vedere se manca qualcosa in casa…. Mi dice Enrico.
Ma non si dorme lì, dico io, semmai ci torniamo domani o domenica.
Cielo buio, luci accese, freddino ed umido, Siamo ritornati a Firenze, in viale Belfiore, poco prima di cena. Al telegiornale la notizia del DMPC “io resto a casa”.
Saremmo rimasti in casa, o quasi, per i successivi due mesi.
Non avremmo visto nostra figlia, i nostri nipoti, piume delle nostre piume, per due mesi. Né i tanti amici, i parenti, le sodali della FIDAPA, i volontari dell’Unicef.
A conti fatti non avremmo visto neppure il pescivendolo o il fornaio, lattaio, vinaio o il farmacista e il medico di piazza San Jacopino.
Un sistema blindato di ordini on line e consegne a domicilio ci ha risparmiato quelle passeggiatine. Ci rimaneva il tour per conferire i rifiuti (si dice così) e la gita fuori porta dal giornalaio di viale Belfiore. Sempre rigorosamente mascherati, e con occhiali da sole. Si, perché il tempo si era fatto bello.
E poi, come sono stati i lunghi giorni di immobilità forzata?
Se c’è una cosa che ho imparato è che, in genere, ci si abitua a tutto. Dopo un po’ l’aria non puzza più, l’oscurità sembra chiarore, l’immobilità sembra riposo. Ma, fortunatamente, la nostra aria di casa è sempre stata fresca
Come sono stati questi giorni…?
Non credo ci possa essere una risposta uguale per tutti, né io voglio dare una risposta universale. La mia risposta riguarda me stessa.
In questo periodo i rapporti tra persone che condividono gli stessi spazi sono stati sottoposti ad uno stress test: se erano già solidi si sono ulteriormente rafforzati, se scricchiolavano non hanno retto.
Ci siamo appoggiati l’una all’altro, ed abbiamo scoperto che ci si può organizzare, scandire le giornate con gli impegni quotidiani e con quelli professionali, con le
scadenze amministrative, i contatti sociali, anche a distanza, il tempo per l’aggiornamento, letture, riposo ed esercizio fisico
Abbiamo scoperto che molte cose che sembravano indispensabili sono risultate superflue: non rimpiangerò né l’happy hour, né il black Friday. Anche il settimanale incontro con il parrucchiere è risultato superfluo. Anzi, ho preso una decisione che mi ha reso libera: adesso i miei capelli sono d’argento, e mi piaccio lo stesso
Abbiamo scoperto che molte cose, che sembravano strumenti superflui, sono state invece utilissime: Le piattaforme per le conferenze a distanza, che hanno permesso di partecipare alle assemblee UNICEF, scambiare opinioni, essere aggiornate, vedere facce amiche, le video chiamate con i familiari, che hanno lenito la nostalgia di vedere le persone amate, anche se non hanno sopito la voglia di toccarle ed abbracciarle.
I teatri, i musei, le biblioteche, i luoghi di cultura ci sono mancati.
Anche i non troppo amati turisti ci mancano ora. Non quelli stralunati gruppi che non sembra sappiano dove sono; ma quelli che guardano ammirati i monumenti, che accarezzano le pietre, che conoscono la storia delle città che visitano, ecco, quelli ci mancano.
Abbiamo scoperto anche i punti deboli ed i punti di forza di molte delle nostre strutture: anche le più importanti come la scuola; dove i punti di forza si identificano con le capacità del corpo docente e con l’utilizzo intelligente delle risorse tecnologiche, che hanno permesso di riparare alla mancanza fisica degli studenti, ed i punti di debolezza nelle carenze strutturali degli edifici scolastici, nelle aulette dove
si ammucchiano anche trenta alunni, e soprattutto nelle improvvisate soluzioni di adeguamento per l’immediato futuro, che si sentono ventilare. Mi piacerebbe che molti dei soldi che sembra arrivino da un Europa finalmente non più sorda, fossero spesi per nuove, moderne e funzionali scuole per i nostri ragazzi.
In questo periodo si è anche dovuto toccar con mano che chi ha di più è stato, e sta, meglio di quelli che questo di più non l’hanno. Chi ha più denaro, chi ha la casa più grande, chi ha un bel giardino, chi ha più salute, ma soprattutto chi ha una
famiglia più solida, chi ha una cerchia di amici più intimi, chi ha qualcuno che l’aiuti
La regola del di più non vale per chi ha più anni, ma anche in questa fascia la distinzione tra più e meno è forte.
Si dice che il Covid 19 lascerà un segno indelebile, e cambierà la vita nel mondo.
Il mondo è cambiato tante volte; anzi tante volte è cambiata la vita dell’umanità. Tutte le volte un nuovo sistema ha preso il posto del vecchio. Molte, troppe volte quelli che han tratto vantaggio da questi cambiamenti sono stati infinitamente di meno di quelli che hanno perso. Vediamo di cambiare strada.

Rosella Di Bella, venerdì, 10 marzo 2020.

Già nel Novembre ’19 erano comparse in Cina “polmoniti anomale, che poi sarebbero state attribuite alla Sars, cov. 19. Il 30 Gennaio 2020 l’OMS dichiarava lo stato di emergenza. Meno di un mese e siamo a Codogno. Ai primi di marzo il DPCM “tutti a casa”. Ora, dopo due anni e mezzo, ci siamo abituati: mascherine, gel sanificante, vaccino 1, 2, 3, n; si va avanti con una certa disinvoltura. Ma a Marzo del ’20 non era così. Come abbiamo vissuto quel periodo? Pubblichiamo una prima testimonianza. Forse ne potremmo avere altre.

Diritti verso il muro

da Facebook Spartaco Marchiani Torricini

Dritti verso il muro, tranquilli allegri e sorridenti.
Chiaccherando amabilmente di Wimbledon, calcio mercato, guerra nucleare.
Immersi in un Giugno che sembra un ferragosto.
Chi vincerà lo scudetto?
Ma secondo te la Bomba chi la sgancia per primo ?
Signora mia e il prezzo della benzina?
Guardi non me ne parli, d’altronde ormai pure il pane è un bene di lusso.
I russi gli americani, i conigli mannari, gli orsi nani.
Dritti verso il muro, tranquilli allegri e sorridenti.
Ancora convinti che qualcuno all’ultimo secondo, tirerà il freno a mano.
Dritti verso il muro, tranquilli allegri e sorridenti.
Privi di radici privi di ali, o di quella brutta roba un tempo detta ideali.
Immersi un eterno presente
Fino a quando quel muro
Non ci riporterà nel niente.

Spezzeremo le reni …

da Facebook Pietro De Nitto


“Con le sanzioni spezzeremo le reni alla Russia”.
Dopo lungo penare, trovato un accordo sul sesto pacchetto sanzioni – il cui elemento principale era l’embargo del petrolio. Un accordo con tante deroghe, con Paesi che aderiscono a date diversificate; probabilmente aggirabile con triangolazioni con altri Paesi extra-accordo; data inizio tra 8 mesi. Ma è bastato il solo annuncio per una nuova fiammata dei prezzi al consumatore, di fatto senza motivo.
Nella sua relazione il governatore Visco ricorda che “l’aumento del costo delle materie prime sono tassa ineludibile per l’Italia” – e qualcuno la deve pagare. Non lo Stato, che ha accumulato un enorme debito, quindi i cittadini, con una inflazione non compensata da aumenti salariali. Se questo è, abbiamo capito che il governo si allinea alle sanzioni, la bolletta è la nostra!
Ma servono – stanno servendo questi provvedimenti verso la Russia? Per capirci: le sanzioni hanno un senso soprattutto lato export, quando non fornisci tecnologia a uno Stato che non è in grado di svilupparla in modo autoctono, inceppandogli le catene produttive; nel caso in specie, le sanzioni lato import dovrebbero servire a non “finanziare la guerra”. Hanno funzionato finora? Gli ottimisti occidentali dicono di sì, la realtà dice che Putin ha guadagnato di più vendendo meno gas. Se aggiungiamo che questo ultimo pacchetto parte dal 2023 (a guerra abbondantemente finita – si spera), l’unico risultato certo è l’inflazione che ci stiamo creando – cioè stiamo spezzando le reni, ma a noi stessi.
“C’è un aggredito e un aggressore”
Tre mesi fa siamo stato colti di sorpresa dalla colonna di mezzi militari russi che hanno valicato i confini ucraini. Immediatamente si è attivato il trust mediatico che ha iniziato a tambureggiare e pompare ansia ed odio verso il “pazzo, criminale, nuovo Hitler”. Una guerra nata da una mente debilitata e senile, “immotivata, senza giustificazioni”. Dopo tre mesi di narrazioni monocordi a reti e carta unificati – oggi circa il 70 % degli italiani pensa che questa guerra non è tutta in capo al Cremlino. Abbiamo avuto il tempo di appurare che un conflitto a bassa tensione già c’era; che conclude una costante pressione USA-NATO verso l’est Europa; che è la risultante anche di processi macro-economici che erano destinati alla collisione.
Per certi versi diventa anche difficile stabilire unitariamente il soggetto aggredito/aggressore. In una intervista del 2020 così si esprimeva Zelensky sul Nord Stream 2:” è stato completato per il 95% ? cosa possiamo dunque fare al punto in cui siamo? Semplice: impedire che venga completato l’altro 5%”.
La domanda da porsi è: cosa c’entra l’Ucraina col NS2? Perché vuole impedirne il completamento? Questi gasdotti – è bene ricordarlo – sono in qualche modo un cordone ombelicale tra Europa occidentale e Russia: non solo gas, ma anche interazione, cooperazione, scambi commerciali. A questo obiettivo si oppongono i paesi baltici, Polonia, Ucraina. Loro vorrebbero la Russia espulsa dall’Europa, un muro tra noi e loro. Si capisce che per costoro la NATO non è organizzazione difensiva, ma organismo di offesa, per saldare una volta per tutte i loro conti.
Vogliamo seguire quella NATO bellicista e rivendicativa?
In tanti indicano con abbondante sicumera chi è l’aggressore e chi l’aggredito, per conto mio vedo immagini molto più contorte e indecifrabili.

Papa Francesco e Cappuccetto Rosso

Lo schema Cappuccetto Rosso e la III Guerra Mondiale

Da Facebook su segnalazione di Pasquale Pugliese

“Dobbiamo allontanarci dal normale schema di «Cappuccetto rosso»: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: «Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro». Ha concluso: «La situazione potrebbe portare alla guerra».
Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo. Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco.
Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli. È pure vero che i russi pensavano che tutto sarebbe finito in una settimana. Ma hanno sbagliato i calcoli. Hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta.
Devo pure aggiungere che quello che sta succedendo ora in Ucraina noi lo vediamo così perché è più vicino a noi e tocca di più la nostra sensibilità. Ma ci sono altri Paesi lontani – pensiamo ad alcune zone dell’Africa, al nord della Nigeria, al nord del Congo – dove la guerra è ancora in corso e nessuno se ne cura. Pensate al Ruanda di 25 anni fa. Pensiamo al Myanmar e ai Rohingya. Il mondo è in guerra. Qualche anno fa mi è venuto in mente di dire che stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi e a bocconi. Ecco, per me oggi la terza guerra mondiale è stata dichiarata.”
[Papa Francesco, intervista alle riviste europee dei Gesuiti]
[qui più ampi stracci pubblicati oggi da Avvenire:

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-papa-non-si-pu-ridurre-la-guerra-a-una-distinzione-tra-buoni-e-cattivi?fbclid=IwAR0IchSIKSqF43a667nQV-BB3Z4UpgdlWgDZjCk8LZdghWqvoBIUuMyyzoY·

Siamo alla canna del gas

… americano ovviamente

da Facebook Rina Zardetto 11 giugno 2022

E’ un post lungo, ai più non interesserà, e non riusciranno a leggerlo, ma riguarda le nostre vite.
Per chi non avesse chiare le scelte del governo e a cosa ci porteranno….
“Una nave gasiera di ultima generazione può trasportare fino a 200.000 metri cubi di gas liquefatto.
Nel processo di liquefazione il volume del gas viene ridotto di circa 600 volte.
Per farlo si porta il gas a -160 gradi centigradi, temperatura che dovrà essere mantenuta durante tutto il trasporto.
Una volta arrivato a destinazione il GNL dovrà essere rigassificato riportandolo gradualmente alla temperatura ambiente.
Il processo di liquefazione e rigassificazione richiede un’energia pari a circa il 30% della resa in combustione del gas, quindi il GNL parte già fortemente penalizzato in competitività, se poi aggiungiamo i costi di trasporto, é evidente che con questa soluzione avremo bollette molto più care.
A parte tutto ció va poi considerato l’aspetto ecologico.
Gli USA hanno promesso alla UE 15 miliardi di metri cubi di gas l’anno che rappresentano meno del 20% del solo fabbisogno italiano.
15 miliardi di metri cubi di gas, una volta liquefatti, si trasportano mediamente con 125 navi.
Una nave impiega circa 20 giorni per attraversare l’atlantico e raggiungere l’Italia dagli USA.
Altri 20 giorni servono per il percorso inverso (più almeno 2 giorni per le operazioni di carico e scarico).
Per il tragitto attraverso l’Atlantico la nave brucia circa 4.000 chili di gasolio marittimo ogni ora, 96.000 chili al giorno, che per 40 giorni del viaggio di andata e ritorno dagli USA fanno quasi 4.000 tonnellate.
Moltiplicate per 125 viaggi, sono mezzo milione di tonnellate di gasolio bruciato in un anno, per trasportare il gas in Europa, con tutte le emissioni nocive del caso.
Ma non é tutto.
Negli USA non ci sono sacche di gas naturale come quelle siberiane (o se esistono, sono in via di esaurimento).
Il gas americano é quasi tutto shale gas.
Si tratta di gas intrappolato in rocce sedimentarie argillose.
L’estrazione di questo gas avviene con un processo denominato Fracking.
Sottoterra si trivellano pozzi orizzontali, lunghi anche diversi kilometri, nei quali vengono fatte brillare cariche esplosive. Poi vi si inietta acqua ad alta pressione, mescolata a sabbia e additivi chimici.
Questo permette di frantumare le rocce argillose, da cui possono così liberarsi il petrolio o il gas, che salgono in superficie attraverso il pozzo.
Il territorio e l’ambiente ne escono devastati.
I problemi collaterali di questo genere di estrazioni, infatti, sono gravissimi.
L’impossibilità di assicurare la perfetta tenuta delle tubazioni nei pozzi, causa l’irrimediabile inquinamento delle falde acquifere, che si trovano a metà strada tra i giacimenti e la superficie; inoltre, va ricordato che il metano è un potente gas serra e una parte di quello estratto si libera nell’atmosfera.
Ogni pozzo occupa in media 3,6 ettari di territorio e richiede enormi quantità di acqua (da 10 a 30 milioni di litri), e di sabbia.
La sabbia deve essere estratta, raffinata, caricata e trasportata su treni (100 carri ferroviari per ogni pozzo), accumulata in depositi e infine trasportata con automezzi fino al punto di utilizzo.
Uno degli impatti ambientali più preoccupanti è legato all’acqua utilizzata per il fracking, che risale poi in superficie e deve essere smaltita come rifiuto nocivo, in quanto contaminata.
L’unica soluzione praticabile è trasportarla con autobotti in altre zone, dove viene stivata nel sottosuolo, con ulteriore inquinanento.
Tutta questa attività inoltre, stimola faglie sismiche sotterranee e induce terremoti.
Nel 2007 in Oklahoma c’era stato un solo terremoto, mentre nel 2015 ve ne sono stati oltre 900; per la maggior parte sono stati lievi, ma alcuni hanno provocato molti danni.
In pratica, una zona virtualmente non sismica è stata trasformata in pochi anni nel territorio più sismico degli Stati Uniti, proprio a causa dello smaltimento dei liquidi usati per l’estrazione di idrocarburi di scisto nelle profondità del sottosuolo.
Intendiamoci, anche i russi e gli azeri hanno devastato il mar Caspio per l’estrazione del petrolio, ma importare gas dagli USA é l’operazione sia economicamente che ecologicamente più stupida che si possa fare.
Il ministro Cingolani ha però già pronto il rimedio: sostituire il gas russo con gas naturale liquefatto (GNL) importato da altre aree (soprattutto Stati Uniti, Medioriente e Africa). Per accelerare le importazioni – ha comunicato alla Camera — saranno installati rigassificatori galleggianti su grandi navi ormeggiate nei porti di Piombino, Ravenna e altri. Qui arriveranno in continuazione le navi gasiere, che travaseranno il GNL sui rigassificatori galleggianti. Si tratta di una operazione ad alto rischio: il GNL è gas compresso di 600 volte portandolo a -161°C, che viene riportato dai rigassificatori a temperatura ambiente usando acqua di mare in enormi quantità. Qualsiasi fuoriuscita accidentale in tale operazione può avere effetti disastrosi. Per questo le norme internazionali di sicurezza prevedono che i rigassificatori debbano essere lontani da qualsiasi operazione commerciale marina o centro abitato.
Tali norme vengono completamente ignorate dal piano governativo, presentato dal ministro Cingolani, già in fase esecutiva. Il grave rischio a cui espone le popolazioni è confermato dal fatto che, a meno di 100 km dal porto di Piombino dove sarà ormeggiato il rigassificatore, c’è un rigassificatore in funzione ormeggiato in mare a 22 km dalla costa, attorno al quale per ragioni di sicurezza c’è una vasta area marina interdetta alla navigazione e a qualsiasi altra attività.” ‘E il popolo italiano plaude, contento del Governo dei Migliori, di penalizzare la Russia e di danzare sul Titanic Italia.”
fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gnl…/11_45921/