AL VOTO! AL VOTO!

(Nel senso scolastico del termine)
di Anna Maria Guideri

Anche la Pubblica Istruzione – tra le varie – non sfugge al saccheggio delle conquiste democratiche che, pur fra infortuni e inciampi, hanno segnato per circa cinquant’anni il cammino della scuola verso il rinnovamento e il superamento della riforma Gentile. Al diffuso disagio giovanile, sempre più preoccupante, figlio di una complessa crisi di sistema che richiederebbe visioni prospettiche e strumenti attuali più adeguati, i demagoghi di questo governo fanno la voce grossa ricorrendo a misure tanto repressive quanto inadeguate a mantenere sia l’ordine sociale che scolastico. Ricette facili per situazioni difficili che, anziché portarci avanti ci fanno tornare indietro in linea con il ripristino delle magnifiche sorti e regressive. Il ricorso al 5 in condotta per scoraggiare la crescente violenza nelle scuole, e una valutazione del merito espressa, per le scuole medie e superiori, solo con voti numerici senza un minimo di descrizione dei percorsi individuali, mi inducono a riflettere sul voto e sulla sua funzione valutativa in chiave pedagogica e politica.

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Ciao ciao Bibi, ciao ciao

La lettera di Michael Moore al Presidente Netanyahu in visita d’affari al Congresso Americano

Caro primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu:

Tra pochi minuti entrerete nel nostro Congresso degli Stati Uniti per tenere un raro discorso di un leader straniero a una sessione congiunta di senatori e membri della nostra Camera dei Rappresentanti.

Mentre ti avvicini al podio, potresti notare che il Presidente del Senato non sarà seduto lì sopra di te a presiedere, come da tradizione, l’aula. Questo perché il presidente del Senato è il vicepresidente Kamala Harris. Ha deciso di non partecipare. È estremamente raro che il Presidente del Senato salti un grande evento come questo. Non sarà lì ad applaudirvi o a stare con voi. Ha deciso invece di passare la giornata a, ehm, Indianapolis. A una riunione della confraternita.

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